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Calcio e musica con Rete In Mischia Al 90′ Minuto dei Carlos Dunga

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carlos dunga hardcore band carlos-dunga-fiorentina rete in mischia Calcio e musica con Rete In Mischia Al 90′ Minuto dei Carlos Dunga Nell’ambito del binomio calcio e musica, tanto amato da voi Foootballer a 45 giri, torniamo a parlare dei Carlos Dunga con la loro Rete in mischia al 90°minuto.

Conoscete la band? Qualora vi sfugga cercate in Football a 45 giri, li abbiamo già citati e lodati.
Si tratta di un gruppo Hardcore molto apprezzabile e che unisce ad ottima musica testi interessanti e legati al pallone…effettivamente già il nome stesso della band Carlos Dunga, la dice lunga…

Come tutti i musicisti hardcore, anche questi fiorentini, danno uno spazio limitato al testo..immaginatevi i ritmi di una canzone HC di lunga durata, sarebbero impossibili da tenere per un cantante.
Il brano dura un minuto e proprio questi 60 secondi descrivono il clima concitato di una mischia davanti alla porta nella speranza di segnare un goal che poi arriva finalmente…liberatorio direi!

La canzone è tratta dalla compilation 7″ “piu’ veloce”, in cui 14 gruppi eseguivano una canzone da un minuto.
Ecco il testo di Rete In Mischia Al 90′ Minuto dei Carlos Dunga:
Partita sofferta all’ultimo istante tutti in attacco
un calcio d’angolo ultima azione mischia in aria
tra spinte e blocchi un colpo di testa palla in rete
rete in mischia al 90′ minuto
rete in mischia.

Per ora è tutto, ma sentirete ancora parlare di questa band..
Grazie a Luca per la segnalazione!


Tra musica e calcio i Righeira

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righeira mods torino ultras statuto righeira calcio Tra musica e calcio i Righeira Tra musica e calcio anche i Righeira, una della band, o meglio duo, che hanno rappresentato meglio gli anni 80 lato discofilo.

Non dirmi che non te li ricordi?!?
Per una generazione, come la mia, si parla di paleolitico, ma di canzoni sempre attuali: vamos alla playa, no tengo dinero, Rimini splashdown (sigla del film cult Rimini Rimini) e la sempre verde L’estate sta finendo!
La band Electropop (newwave) è formata da Stefano Rota e Stefano Righi, detto Johnson, entrambi torinesi e classe 1961 e 1960. I due si sono conosciuti al Liceo Scientifico Albert Einstein di Torino e nel 1981 hanno cambiato il loro rapporto da amicizia a fratellanza.Tutto il resto è storia!

Che legame hanno i Righiera con il football?

Al loro esordio come duo si fecero infatti conoscere come Michael & Johnson Righeira, dopo aver deciso di diventare fratelli ed adottare entrambi il cognome Righeira, che Johnson aveva per scherzo ricavato brasilianizzando il suo (Righi) mentre si ostinava a giocare a calcio nelle ore di educazione fisica in prima liceo. Il professore di quegli anni (contrariamente a quanto spesso creduto) non ebbe alcun ruolo nella creazione dello pseudonimo.

Ma il binomio calcio – Righeira non finisce qui; sappiamo che i 2 artisti hanno partecipato a collaborazioni con la band Statuto, i mods di Torino, noti ultras granata, come Sole e mare. Ecco di seguito un video di Johnson con gli Statuto:

Pronti a smentirci se non fosse così, ma sappiamo che entrambi gli Stefano dei Righeira sono tifosi del Toro.

Arrestato Gascoigne, che ubriaco lancia un mattone

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Cuore-Il-ballo-del-mattone-45-giri-rita-pavone gazza simpatia gascoigne goliardia sigarette Arrestato Gascoigne, che ubriaco lancia un mattone Nuovamente arrestato Paul Gascoigne, che vistosamente ubriaco, lancia un mattone ad un paparazzo.

Questo è quanto riporta The Sun, il tabloid inglese, che non è nuovo a certe notizie sull’ex centrocampista della nazionale inglese di football.

Gazza quindi ci è ricascato!?!
Non ci scandalizziamo affatto..Gascoigne ama bere ed esagera spesso, lo sanno tutti; quello che ci “scandalizza” è la reazione dei giornalisti e dell’opinione pubblica…infondo non è che hanno trovato alticcio il presidente dellla repubblica, semplicemente un calciatore, un ex-giocatore, che ha tutto il diritto di vivere come vuole. E’chiaro che se all’alcol aggiunge comportamenti che danno fastidio, allora se le cerca..anche se ci chiediamo:
quanti uomini sulla quarantina si ubriacano in Inghilterra?
Quanti di questi perdono le staffe?
Avete mai visto i programmi sulla TV via satellite che mostrano gli interventi di guardie e buttafori il weekend nei locali in Terra d’Albione?
E’ un continuo di risse e di gente che viene portata via a braccio.
Come mai Gazza allora fa notizia? Avesse sempre gli occhi addosso..

Questa volta l’ex Lazio, Rangers e Tottenham pare abbia lanciato un mattone ad un giornalista, o meglio un fotografo, un paparazzo appostato fuori la sua abitazione.

La Redazione di Foootball a 45 giri gli dedica un brano di Rita Pavone, pubblicato da etichetta RCA in 45 giri nel 1963: il ballo del mattone.

Ecco il testo del ballo del mattone:
Non essere geloso se con gli altri ballo il twist,
non essere furioso se con gli altri ballo il rock:
con te, con te, con te che sei la mia passione
io ballo il ballo del mattone.

Non provocar la lite se con gli altri ballo il twist,
non farmi le scenate se con gli altri ballo il rock:
con te, con te, con te che sei la mia passione
io ballo il ballo del mattone.

Lentamente,guancia a guancia,
io ti dico che ti amo
tu mi dici che son bella
dondolando, dondolando sulla stessa mattonella!

Non essere geloso se con gli altri ballo il twist,
nn essere furioso se con gli altri ballo il rock:
con te, con te, con te che sei la mia passione
io ballo il ballo del mattone.

Lentamente,guancia a guancia,
io ti dico che ti amo
tu mi dici che son bella
dondolando abbracciati sulla stessa mattonella!

Non essere geloso se con gli altri ballo il twist,
non essere furioso se con gli altri ballo il rock:
con te,con te, con te che sei la mia passione
io ballo il ballo del mattone

Corretto
Non essere geloso se con gli altri ballo il twist,
non essere furioso se con gli altri ballo il rock:
con te, con te, con te che sei la mia passione
io ballo il ballo del mattone.

Non provocare la lite se con gli altri ballo il twist,
Non FARMI le scenate, se con gli altri ballo il rock:
con te, con te, con te che sei la mia passione
io ballo il ballo del mattone.

Lentamente,guancia a guancia,
io ti dico che ti amo
tu mi dici che son bella
dondolando, dondolando sulla stessa mattonella!

Non essere geloso se con gli altri ballo il twist,
nn essere furioso se con gli altri ballo il rock:
con te, con te, con te che sei la mia passione
io ballo il ballo del mattone.

Lentamente,guancia a guancia,
io ti dico che ti amo
tu mi dici che son bella
dondolando abbracciati sulla stessa mattonella!

Non essere geloso se con gli altri ballo il twist,
non essere furioso se con gli altri ballo il rock:
con te,con te, con te che sei la mia passione
io ballo il ballo del mattone
amooor

Intanto a noi piace ricordarlo così:

Un coro dei tifosi del San Lorenzo e un disco dei Pibes Chorros

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san lorenzo tifosi hincha ciclon san lorenzo tifo san lorenzo de amagro Un coro dei tifosi del San Lorenzo e un disco dei Pibes Chorros

Un coro da stadio dei tifosi del San Lorenzo de Almagro, En el barrio del boedo hay una banda, viene della musica di un disco dei Pibes Chorros.
En el barrio de boedo hay una banda
el aguante es lo primero que aprendi
en el barrio te vas haciendo picante
es el barrio mas hermoso para mi
y ahora estoy delirado por el faso y el alcohol
soy campeon yo me quedo con la banda del ciclon

La canzone originale è Sentimiento Villero che i Pibes Chorros hanno pubblicato nel 2001..il genere del brano è il Cumbia Villera, tipico argentino.

Il testo di Sentimiento Villero è:
Solo y trsite me refugio en mi guarida,
con un vino estoy calmando mi dolor,
el recuerdo de tu voz q me decia:
larga el faso las pastillas y el alcohol,
sin embargo yo segui dandole duro sin pensar
q por drogon te iba a perder, vos te fuiste con tu madre
para el chaco y en la villa sin tu amor yo me quede.

Y hoy estoy atontado por el efecto del alcohol
sin tu amor no le encuentro otra salida a este bajon,
por q yo daria todo por q vuelvas con migo pero no,
solo me queda el recuerdo de tu amor.

Solo y trsite me refugio en mi guarida,
con un vino estoy calmando mi dolor,
el recuerdo de tu voz q me decia:
larga el faso las pastillas y el alcohol,
sin embargo yo segui dandole duro sin pensar
q por drogon te iba a perder,
vos te fuiste con tu madre para el chaco
y en la villa sin tu amor yo me quede.

Y hoy estoy atontado por el efecto del alcohol
sin tu amor no le encuentro otra salida a este bajon,
por q yo daria todo por q vuelvas con migo pero no,
solo me queda el recuerdo de tu amor.

Grazie al nostro caro amico Federico di Vamolopibe!

La legge non è uguale per Cucchi

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legge uguale per cucchi stefano cucchi manifesto ultras torino mods La legge non è uguale per Cucchi Durante la partita Atalanta vs Torino è stato esposto dagli ultrà granata lo striscione La legge non è uguale per Cucchi.

Il match si è giocato il 2 Novembre 2014 allo stadio Olimpico di Torino a 2 soli giorni dalla sentenza per il caso riguardante la morte di Stefano Cucchi. Noi non vogliamo entrare troppo nello specifico, anche perchè c’è poco da dire quando c’è un ragazzo che se ne va e non c’è un colpevole

Il caso di Stefano ha fatto il giro del mondo, sia per via delle strane coincidenze del decesso, sia perchè legato alle forze dell’ordine, sia perchè preso a cuore dall’intero mondo ultrà italiano.

Tutti assolti?
La gente non ci sta!

La famiglia Cucchi, varie associazioni politiche e non, gli artisti e gli ultras hanno dichiarato, ognuno a modo suo, ognuno come ha potuto, le proprie idee in merito.

Noi tra i vari striscioni e le scritte apparse sui muri delle città, abbiamo voluto esprimerci con la foto degli ultras del Torino ed abbiamo deciso di affiancare a questa immagine ed a questo articolo un brano musicale che ci è sembrato azzeccatissimo; non siamo certamente noi (come ribadiamo sempre) a voler parlare di politica, argomento troppo serio ed importante per essere trattato in un blog che parla di musica e pallone, ma in questo caso, la canzone che abbiamo scelto è Pugni chiusi degli Statuto; pechè?
Nella foto ci sono dei pugni chiusi..e poi chi conosce un minimo il mondo ultras, la tifoseria granata e la musica ska italiana, avrà notato nella foto una presenza.

Il disco canzonissime del 1996, prodotto da Sony, il primo di questa etichetta in collaborazione con la band, racchiude pugni chiusi.

Ecco il testo:

C’è qualcuno che ha già deciso
Che vuol toglierti il sorriso
Cancellare la tua libertà
Lui ti vorrà dentro al sistema
Produci, compra e poi consuma
Niente persone ma solo numeri

Ma tu sei sempre te stesso
E non cambi mai
Tu lo sai agisci adesso
Sempre in strada e vai

Pugni chiusi vedrai
Tanti pugni chiusi uniti insieme a noi
Pugni chiusi con noi
Pugni chiusi e poi qualcosa cambierà

Qualunquisti più che normali
parassiti gli intellettuali
Trasgressivi ma figli di papà
Sono squallide invenzioni
Razze, soldi e religioni
Così divisi non si vince mai

Ma tu sei sempre te stesso
E non cambi mai
Tu lo sai agisci adesso
Sempre in strada e vai

Pugni chiusi vedrai
Tanti pugni chiusi uniti insieme a noi
Pugni chiusi con noi
Pugni chiusi e poi qualcosa cambierà, cambierà

Come un fiore che dal cemento
Cresce in fretta e un po’ violento
Dai colore al grigio di città
Cè un’immagine preparata
C’è una moda che va comprata
Ma il tuo stile non si venderà

Ma tu sei sempre te stesso
E non cambi mai
Tu lo sai agisci adesso
Sempre in strada e vai

Pugni chiusi vedrai
Tanti pugni chiusi uniti insieme a noi
Pugni chiusi con noi
Pugni chiusi e poi qualcosa cambierà

Heysel 1985 e la canzone Quella sera di maggio

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eam rac band massa eam rac band tragedia heysel Heysel 1985 e la canzone Quella sera di maggio La tragedia dell’Heysel di Bruxelles del 29 Maggio 1985 è al centro della canzone Quella sera di maggio degli EAM.

Una triste notte per il calcio quella della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool della quale vengono i brividi anche solo a parlarne; tornano in mente scene mostruose che fanno venire la voglia di non amare più il football..

La canzone Quella sera di maggio è degli EAM, una band che si definisce RAC e che è stata definita OI!, un grupo di musicisti variegato sia per origini di nascita sia per età: i componenti vengono da Anagni, Ravenna, Roma e Massa, tra il chitarrista ed il batterista ci sono 33 anni di differenza!

Ecco il brano della band di Massa:

Non abbiamo trovato in rete il testo, speriamo ci venga fornito da voi lettori (Footballer a 45 giri) o dalla stessa band.

Gli scampati alla tragedia si rivolsero ai giornalisti in tribuna stampa perché telefonassero in Italia, per rassicurare i familiari. I morti furono 39, dei quali 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese. Oltre 600 i feriti. La diretta televisiva dell’incontro in Italia, su Rai Due, si aprì con il video volontariamente oscurato, mentre il costernato commentatore Bruno Pizzul tentava di attribuire l’imprevisto a cause tecniche; tuttavia il TG1 nel giro di pochi minuti iniziò a riportare le immagini degli incidenti e degli spettatori che cadevano a frotte nella scalinata, cosicché i telespettatori in attesa poterono comunque apprendere della tragedia in atto.

Si decise di giocare ugualmente la partita, poi vinta dalla Juventus; la decisione fu presa dalle forze dell’ordine belghe e dai dirigenti UEFA, per evitare ulteriori tensioni, nonostante l’iniziale richiesta della società torinese di non disputarlo[1]. Il commentatore italiano Pizzul accolse con disappunto la decisione di disputare comunque l’incontro, promettendo al pubblico di commentarlo «in tono il più neutro [...] impersonale [...] e asettico possibile». La televisione tedesca si rifiutò di trasmettere la partita, mentre quella austriaca, pur non interrompendo la diretta, sospese la radiocronaca, mettendo in sovrimpressione una scritta che recitava: «questa che andiamo a trasmettere non è una manifestazione sportiva».

Lo juventino Michel Platini, autore dell’1-0 decisivo nella finale. La partita venne ugualmente giocata, nonostante la strage, per evitare ulteriori problemi di ordine pubblico.
Alcuni giocatori della Juventus, tra cui Michel Platini, autore della rete decisiva, furono molto criticati da alcuni mass media italiani per essersi lasciati andare a esultanze eccessive vista la gravità degli eventi, ma la gioia durò poco: infatti lo stesso Platini il giorno dopo, quando tutti eran venuti a conoscenza della morte di 39 persone, dichiarò che di fronte a una tragedia di quel genere i festeggiamenti sportivi passavano in secondo piano. Anche Giampiero Boniperti, presidente bianconero, affermò che di fronte a quella situazione non era il caso di festeggiare la vittoria mentre il sindaco di Torino censurò l’esultanza nelle strade di alcune frange di sostenitori

Ultras della Fattori e musica tradizionale, Ma quando torno a Padova

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quando torno a apdova ultras quando torno a padova tribuna fattori tifosi padova ultras Ultras della Fattori e musica tradizionale, Ma quando torno a Padova Tra gli ultras della Tribuna Fattori dello stadio Euganeo durante le partite casalinghe dei biancoscudati cantano in coro una canzone di musica tradizionale, Ma quando torno a Padova.

Più che una canzone, questo è un vero a proprio inno, non alla squadra di calcio, ma all’intera città di Padova.

Il video mostra i tifosi della Tribuna sud-est durante la partita Padova vs Palermo, un’avversaria particolare se si considera il legame di gemellaggio tra le due compagini ultrà:

La canzone originale è di Umberto Marcato, padovano di nascita ed autore di diversi brani musicali in dialetto e relativi alla sua terra d’origine.

Ecco il video di Ma quando torno a Padova, uscito in 45 giri nel 1976 e pubblicato da etichetta UMRecords:

La parole di Ma quando torno a Padova:
Roma, Londra, Tokyo, Singapore,
tutti posti che me ga incantà…
Ma na spina mi go sempre in core,
quando sò che son lontan da qua…
ogni sera vardo e fisso el cieo
ea luna me soride
ma mi nol par gnanca tanto beo
perchè nol somigia a questo qua

… ma quando torno a Padova,
me sento a casa mia,
No go mainconia,
e tutto me va ben…
Camino soto i porteghi,
de cuà e deà me incanto,
e cupoe del Santo,
fa ciaro a sta sità…
Ritrovo tutti i popoi,
davanti a sta basiica
chi che ga visto Padova
no poe scordarla più…

Tuto el mondo i dise el xe eo stesso
rente i monti come rente el mar
ma tanto na volta come adesso
co so via mi vojo ritornar
serco dapartuto el to viseto
serco e to caresse dee to man
questo xe un amore benedeto
perchè el xe un amore padovan

… ma quando torno a Padova,
me sento a casa mia,
No go mainconia,
e tutto me va ben…
Camino soto i porteghi,
de cuà e deà me incanto,
e cupoe del Santo,
fa ciaro a sta sità…
Ritrovo tutti i popoi,
davanti a sta basiica
chi che ga visto Padova
no poe scordarla più…

Una canzone per chi tifa Avellino, Semplicemente Lupi

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enzo costanza avellino ultras ultras avellino curva nord us avellino calcio logo Una canzone per chi tifa Avellino, Semplicemente Lupi Semplicemente Lupi è una nuova canzone di Enzo Costanza dedicata a chi tifa l’Avellino, a chi Soffre e gioisce in Curva Nord tra gli ultras o in ogni altro settore dello stadio Partenio.

La musica di Enzo Pacilio ed il testo del brano si ispirano al nuovo coro della tifoseria irpina “che ne sai tu come mi sento”:

Che poi si tratta di un pezzo rap aggiunto alla canzone della Nord che a sua volta è ispirata, come altri cori di altre curve, alla canzone Semplice di Gianni Togni.
Che ne sai tu come mi sento,quando il lupo è in mezzo al campo,gioie immense e forti emozioni,sono sempre su quei gradoni, Semplice,questa passione ha più di un secolo,di padre in figlio si tramandano,il bianco e il verde,nello stadio che si infiammacon la palla che va in reteSemplicequesta passione ha più di un secolodi padre in figlio si tramandano,il bianco e il verde,nello stadio che si infiammacon la palla che va in rete.
Avellino tatuato nel cuorela mia squadra unico amoreogni volta mille emozioniquando giocano i miei campionidalla curva io voglio urlarequando vedo quel pallone entrarecon la pioggia il vento e il solegrido forte queste parole
RIT.
Chiudo gli occhi e la mia mente volaa Di Somma Dirceu e Vignolasopra questi spalti quiimpazzivamo per i gol di Juarye nell’aria il botto dei petardise segnava capitan Lombardiriapro gli occhi il sogno è più vicinoun solo gridoForza Avellino!
RIT


Sospeso l’arbitro di calcio che ama la musica

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Mark Clattenburg Nick Hornby WBA-Crystal Palace Sospeso l’arbitro di calcio che ama la musica E’ stato sospeso dalla federazione inglese l’arbitro di calcio che ama la musica così tanto da infrangere delle regole.

Difficile dare le priorità ad una partita di football o al proprio cantante preferito; così la pensa anche Mark Clattenburg, quarantenne della contea di Durham, arbitro della premier league ed internazionale da quasi 10 anni, quarantenne della contea di Durham.

Quest’uomo ha mandato su tutte le furie dirigenti delle squadre e della federazione arbitrale britannica perchè ha infranto delle regole, viaggiando da solo per 3ookm invece di stare in compagnia della terna arbitrale. Ma lui, consapevole, l’ha fatto solo per andare a Newcastle all’esibizione live del suo artista preferito, il cantante di musica folk-hi hop Ed Sheeran….peccato fosse los tesso giorno di WBA-Crystal Palace.

Questa storia non poteva che venire dell’Inghilterra, già infatti la perfida Albione è la patria del football, ma è anche la terra della tendenze musicali; è innegabile!

Chissà come descriverebbe questa storia Nick Hornby
Intanto ascoltiamoci Sing, una brano pop di Ed Sheeran, uscito in disco per L’Atlantic record nel 2014:

Che fine ha fatto il Subbuteo, una canzone dei Mapuche

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Il calcio da tavolo e la musica, un bel binomio, sfruttato dai Mapuche nella canzone geniale Che fine ha fatto il Subbuteo.
subbuteo e musica subbuteo old tottenham subbuteo pubblciità vintage Che fine ha fatto il Subbuteo, una canzone dei Mapuche La canzone di Enrico Lanza, in arte Mapuche, pubblicata nel nel 2012 disco l’uomo nudo è un dolce ricordare di quel passatempo che abbiamo tanto amato.

La band catanese (occhio al riferimento al Messina) ci fa rivivere stagioni intere di giochi e fantasia; le infinite sfide con gli amici, ma anche le partite giocate in solitaria, ricreando le azioni da gol viste in televisione (tra Domenica Sportiva e 90°minuto) e più che altro immaginando quelle sentite in diretta alla radio.

La cosa che ci piace poter affermare è che se il gioco, creato da un ornitologo per il figlio nel 1947 (il nome infatti viene dal Falco Subbuteo, una specie di uccello!), sembrava essere stato abbandonato dalle tecno-generazioni 80/90, ora ha ripreso alla grande.
Qualcuno della Redazione ha avuto anche la possibilità di conoscere durante una conferenza il figlio dell’inventore del Subbuteo, colui che per primo ha potuto avere la sua personale partita di football in miniatura!

“Che fine ha fatto il subbuteo?” è uno divertente omaggio al famoso gioco da tavolo, che ebbe una certa diffusione tra la fine degli anni settanta e gli anni ottanta.
Allo stesso tempo è anche un nostalgico omaggio, forse inconscio, a quel periodo storico, agli anni della mia tenera e spensierata infanzia. Il reiterato e persino ossessivo punto di domanda della canzone, probabilmente è più riferito alla vita di allora, che al gioco in sé. Una sera, mentre cenavamo, io, Giovanni, Ila e Roberta, decidemmo di realizzare un video della canzone. L’idea era quella di rimarcare i toni allegri e deliranti del testo, con l’aggiunta di altri bizzarri elementi. Decidemmo quindi di trasformare un salotto in un rudimentale campo di subbuteo, di associare i volti di alcuni amici con i vari strambi personaggi della canzone, e infine, sostituire le pedine del subbuteo con improbabili zombie. Dal pensiero passammo all’azione, e miracolosamente, non del tutto incolumi, siamo riusciti nell’intento, grazie anche al prezioso aiuto di circa una ventina di esseri viventi, tra amici, conoscenti e cani, e alla gentile concessione della location, da parte di Dario T.
L’illuminata regia di Giovanni è riuscita a valorizzare i pochi e raffazzonati mezzi a disposizione e a sviluppare brillantemente la nostra idea iniziale.
Diceva una famosa canzone: cosa resterà di questi anni 80? il video azzarda la risposta, “solo il piede del fluidificante”.
Enrico Lanza in arte MAPUCHE

è da un po’ che ci penso
è da un po’ che ne parlo
sopratutto quando guardo il meteo

è da un po che mi scervello
senza venirne a capo
quando sento i denti del prete ateo

(rit)
che fine ha fatto il subbuteo?
che fine ha fatto davvero
che fine ha fatto il subbuteo?
non lo vedo da un anno intero

(rit)
che fine ha fatto il subbuteo
che fine ha fatto davvero
che fine ha fatto il subbuteo
non lo vedo da un anno intero

invece penso ogni tanto
quando giocavo in bagno
con il messina accanto la latrina
e se il bilancio in fondo
non mi è rimasto più niente
solo il prete e del fluidificante

(rit)
che fine ha fatto il subbuteo
che fine ha fatto davvero
che fine ha fatto il subbuteo
non lo vedo da un anno intero

(rit)
che fine ha fatto il subbuteo
che fine ha fatto davvero
che fine ha fatto il subbuteo
non lo vedo da un anno intero

(rit)
che fine ha fatto il subbuteo
che fine ha fatto davvero
che fine ha fatto il subbuteo
non lo vedo da un anno intero

(rit)
che fine ha fatto il subbuteo
che fine ha fatto davvero
che fine ha fatto il subbuteo
non lo vedo da un anno intero

che fine ha fatto il subbuteo
da un anno intero

Il City vince la FA cup e Liam Gallagher canta Roll With It

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fa cup 2011 manchester city liam gallagher facup final 2011 roll with it disco Il City vince la FA cup e Liam Gallagher canta Roll With It Il Manchester City conquista la Fa Cup 2011 e Liam Gallagher, presente al Wembley Stadium per la partita, canta Roll with it, trasmessa dallo speaker dallo stadio.

Non è una novità che Liam sia tifoso dei Citizens, così come lo è il fratello Noel, ma ogni volta che i 2 o uno degli Oasis fa qualcosa per la sua squadra del cuore, fa notizia.

Abbiamo visto diverse immagini dei Gallagher presenti all’Etihad, diverse foto con le mafglie degli Sky Blues, numerose esibizioni musicali live con riferimenti e dediche ai Celesti di Manchester, ma questo è ancor di più!
E’il 14 maggio 2011, a Londra si gioca la finale della Coppa delle federazione inglese tra il Man City e lo Stoke City, il match viene sbloccato al 74′minuto da Yaya Turè; i Citizens vincono la coppa!

Lo speacker dello stadio suona una canzone, proprio quella che viene suonata dopo ogni partita casalinga del Manchester City, Roll with it.
Che c’è di strano? Nulla se non che il brano sia degli Oasis e che la TV inquadri sugli spalti proprio Liam gallagher, intento a cantarla!

Non un concerto, non un’attività promozionale, ma lo stesso autore che canta commosso il suo brano per la vittoria della propria squadra del cuore!

Roll with it è poi una canzone simbolo, uscita con il disco (What’s the Story) Morning Glory?, pubblicala guerra del britpop! Sono gli anni del III revival mod (noi lo chiamiamo così!) quello in cui i cantanti britpop rispolverano parka, fred perry e Vespe o Lambrette..tra le band c’è competizione, ci sono I Gallagher, i Kula Shaker, gli Ocean Colour Scene, i Blur e…e proprio con i Blur si crea una certa rivalità (anche calcistica! Sai che squadra tifa Damon Albarn?).

L’atto che da la definizione della Battaglia delle band è relativo proprio al disco, il singolo, Roll with it: l’etichetta discografica dei Blur fa di tutto per presentare al pubblico Country house, splendido brano di Albarn e soci, proprio lo stesso giorno in cui la casa discografica degli oasis aveva programmato l’uscita della canzone Roll with it. Ciò sancisce l’inizio della Band battle…che poi continuerà tra dichiarazioni e ripicche.
D’altronde ancora oggi mi capita di chiedere a chi conosco da poco: “ma te sei fan degli Oasis o dei Blur?”, tanto è ovvio che “di entrambi” non mi si possa rispondere!

Ecco il testo di Roll with it:
You gotta roll with it
You gotta take your time
You gotta say what you say
Don’t let anybody get in your way
‘Cause it’s all too much for me to take

Don’t ever stand aside
Don’t ever be denied
You wanna be who you’d be
If you’re coming with me

I think I’ve got a feeling I’ve lost inside
I think I’m gonna take me away and hide
I’m thinking of things that I just can’t abide

I know the roads down which your life will drive
I find the key that lets you slip inside
Kiss the girl, she’s not behind the door
But you know I think I recognize your face
But I’ve never seen you before

You gotta roll with it
You gotta take your time
You gotta say what you say
Don’t let anybody get in your way
‘Cause it’s all too much for me to take

I know the roads down which your life will drive
I find the key that lets you slip inside
Kiss the girl, she’s not behind the door
But you know I think I recognize your face
But I’ve never seen you before

You gotta roll with it
You gotta take your time
You gotta say what you say
Don’t let anybody get in your way
‘Cause it’s all too much for me to take

Don’t ever stand aside
Don’t ever be denied
You wanna be who you’d be
If you’re coming with me

I think I’ve got a feeling I’ve lost inside
I think I’ve got a feeling I’ve lost inside
I think I’ve got a feeling I’ve lost inside
I think I’ve got a feeling I’ve lost inside
I think I’ve got a feeling I’ve lost inside
I think I’ve got a feeling I’ve lost inside
I think I’ve got a feeling I’ve lost inside
I think I’ve got a feeling I’ve lost inside

Un calciatore ed un cantante, Manè e Lou Reed

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garrincha lou reed velvet underground Un calciatore ed un cantante, Manè e Lou Reed Un calciatore ed un cantante raccontati ed assimilati nella vita, nel successo e nel destino, Manè e Lou Reed.

Garrincha, la più grande ala destra di sempre del mondo del pallone e l’ex Velvet Underground, colui che è riuscito ad essere poeta pur facendo musica “semplicemente…che coppia!

Chiaramente, non possiamo che contribuire alle belle parole di questo articolo con il brano perfect day, inciso su disco da RCA nel 1972:

Da Il Giornale:

C’è chi non muore mai, si dice talvolta con un’ipocrisia ed una banalità tinte di innocua positività. La realtà è che tutti muoiono, semplicemente alcuni, dietro di sé, lasciano una scia ineliminabile, eterna. Ciò non significa che questi, nella loro vita, abbiano cambiato il mondo. Significa semplicemente che, a modo loro, sono riusciti a viverci in quel mondo. Garrincha e Lou Reed sono due che, se vogliamo, non moriranno mai, o più semplicemente sono due che, a loro modo, nel mondo ci sono stati, l’hanno vissuto e se anche non l’hanno cambiato, l’hanno certamente plasmato lasciando qualcosa di indelebile nella mente di tante persone.

garrincha dribblingManoel Dos Santos, per tutti Mané Garrincha, ha salutato la vita ben trent’anni fa, ma oggi avrebbe compiuto 80 anni, 80 anni in cui il pettirosso brasiliano avrebbe potuto diventare un esempio, un modello. Tendenza allo strabismo, colonna vertebrale storta, ginocchia incasinate, una gamba più corta dell’altra: questa la sua cartella clinica sin dall’infanzia. Come poteva fare sport un essere così, un ragazzo che, per di più, nei test d’intelligenza compiuti dalla Federazione brasiliana prima dei Mondiali del ’58, su di una scala che andava dallo 0 al 123, totalizzò la miseria di 38 punti? Un idiota praticamente, un bambino che non sarebbe mai cresciuto. Eppure, sul campo, si trasformava: sulla fascia non correva, volava, leggiadro come una piuma spinta da un soffio di vento, immarcabile ed irrefrenabile nella sua folle ed irridente strafottenza con cui saltava l’avversario. Il suo dribbling era scritto in una lingua tutta sua, indecifrabile per ogni avversario, anche per il più abile filologo del calcio. Nella storia del fùtbol bailado è stato il giocatore meno pagato, circa 23 dollari infatti servirono al Botafogo per aggiudicarsi le sue mirabili gesta, ma in pochi anni divenne l’uomo del popolo, il calciatore in grado di portare sul terreno di gioco tutta la gioia, l’estro, la fantasia, la leggerezza di una Nazione che sa vivere la vita come un passo di salsa. Poteva essere un esempio Mané, più amato anche di Pelé narra la leggenda, bambino nella testa e nel cuore, ma non lo fu mai perché proprio quel suo profondo ed infantile animo lo portò nel tunnel dell’alcolismo e della bella vita superficiale. Alcol, donne, alcol, donne, alcol, donne, ancora alcol ed ancora donne. Ed i soldi che venivano buttati via tra una bottiglia di cachaça ed una notte con la sua nuova puttana. Alla fine la storia narra di 14 figli da svariate donne ed un corpo distrutto, non dal destino infame questa volta, ma dall’alcol. Il destino infame l’aveva battuto Mané, fregandosene delle imperfezioni e diventando la più forte ala destra mai esistita, ma l’alcol non lo batté mai, l’alcol divenne parte di sé e lo uccise.

Lou ReedLou Reed invece è un’altra storia, un’altro racconto a cui ieri il fato ha deciso di mettere la parola fine. A 71 anni è infatti morto uno dei più grandi poeti del rock che la storia abbia saputo donare alla musica. Perché porlo al fianco di Garrincha, vi chiederete, ed in effetti le somiglianze si limitano semplicemente alla passione di entrambi per l’alcol e le donne, a cui però Lou ha aggiunto anche la droga, giusto per non farsi mancare niente. Eppure in entrambi, nella vita di entrambi, scorre un’artisticità di fondo che deriva dagli stessi sentimenti: l’inquietudine, l’incapacità di accettare la superiorità della propria arte rispetto al proprio essere uomini. Nelle canzoni di Lou Reed, anche quelle apparentemente più innocue, come Sunday Morning o Perfect Day, è rinvenibile l’agitazione di un subconscio in subbuglio, mai domo, non in grado di gestire tutta quella forza emotiva in un uomo così debole, così incapace di sentirsi soddisfatto da quando, da ragazzino, per combattere una presunta tendenza alla bisessualità, i genitori decisero di curarlo con l’elettroshock. E nelle sgroppate poetiche di Garrincha si può ritrovare il vero Mané, quello che fuori dal campo diventava un bambino, o un uomo idiota che dir si voglia, un uomo non in grado di gestire la sua immensa dote se non che su quel campo da gioco. La musica però, a differenza di un dribbling, rimane e questa, per certi versi, è stata la fortuna di Lou Reed, che nonostante i numerosi bassi avuti nella sua vita ha sempre avuto qualcuno al suo fianco in grado di riportarlo a galla, in grado di ricordargli che lui, per migliaia e milioni di persone, era qualcuno, era una guida poetica. Garrincha invece non ha mai avuto questa fortuna. Lui, l’uomo del popolo, gioia e personificazione di una Nazione, da essa stessa è stato abbandonato proprio quando di essa avrebbe avuto più bisogno. Contro una gamba corta puoi lottare, ma contro un fegato ed un rene spappolato dal bere e contro la memoria corta di una popolazione che hai fatto sognare, ti arrendi, inerme, come mai ti sei arreso su di un campo da calcio.

Garrincha eroe nazionaleE così Lou Reed, nonostante l’alcol e la droga ha potuto continuare a vivere, addirittura ha provato a rinascere nel marzo scorso con un fegato nuovo, ma anche per lui quel fegato spappolato è stata la fine. Le complicanze si sono fatte insormontabili. Lou non era povero d’intelletto come Mané, sapeva che la fine era vicina e me lo immagino salutare il mondo fischiettando la sua Sweet Jane. Garrincha, invece, è morto il 20 gennaio 1983, solo come una puttana dopo l’ultimo cliente, come quelle puttane che aveva tanto amato nella sua vita. E’ morto solo, senza neanche più il proprio corpo, quel corpo deformato ma che gli aveva permesso di mandare in delirio un’intera Nazione con due Coppe del Mondo portate in patria da protagonista assoluto.

Garrincha e Lou Reed sono figli della stessa stella, quella stella dei geni troppo deboli per sopportare con leggerezza il loro talento, quella stella di uomini che nonostante i difetti hanno lasciato qualcosa, ovvero quella scia eterna di cui scrivevo all’inizio. Probabilmente nessuno li accosterà, probabilmente tanti penseranno che queste parole siano un’estrema forzatura. Ma nei virtuali 80 anni di Mané e nel giorno dopo alla morte di Lou volevo solo dire che è veramente un peccato che le canzoni del secondo rimarranno comunque mentre i dribbling del primo, col passare dei giorni e degli anni, probabilmente svaniranno nel nulla, figli di un’epoca poco tecnologica e poco mediatica. Riguardatevi i gol del pettirosso brasiliano ascoltando un paio di canzoni di Lou e vedrete che anche voi troverete, nel profondo, la vicinanza di quei due animi insoddisfatti, combattuti, inquieti. Troverete tutto il peso di due talenti troppo pesanti per due uomini così deboli.

Giustizia per Gabriele Sandri dei Gesta Bellica

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gabriele sandri dj gesta-bellica SAMSUNG ELECTRONICS Giustizia per Gabriele Sandri dei Gesta Bellica Tra i tanti ad invocarla, i Gesta Bellica cantano Giustizia per Gabriele Sandri, l’ultras laziale ucciso l’11 Novembre 2007 da un poliziotto che non ha pagato e forse non pagherà mai le proprie colpe.

L’11 Novembre di ogni anno le Redazione di Football a 45 giri si unisce al coro di quanti (e sono tanti) chiedono giustizia per Gabriele. Quanto accaduto quella tragica domenica NON DEVE mai più accadere!

Dire questo non è limitarsi, ma evitare di dire troppo su un argomento trattato da tutti e molto spesso in maniera non corretta o con un secondo fine.

Ecco di seguito la canzone dei Gesta Bellica, band veronese del circuito dell’estrema destra e vicina al mondo skinhead attiva dai primi anni’90 (nonostante diversi cambi di componenti), contenuta nel disco intitolato “XX” e pubblicato nel 2011 dalla Tuono record:

Il testo di Giustizia per Gabriele Sandri:
Non dite più nulla, sono stufo di bugie
Ricostruzioni, traiettorie e varie fantasie
Tutto ciò che so è che un servo dello stato
Ha puntato la pistola ed ha sparato
Seduto in un’auto sul sedile posteriore
Colpito al collo Gabriele Sandri muore!

Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!

Ma quella domenica chi la può scordare?
È stato ucciso un ultras, era solo un criminale
Si vada quindi avanti col consueto carrozzone
Come niente fosse adoriamo il dio pallone
Ed ecco c’è già chi spiega e chi dà la notizia
Che quello che è successo è stata solo una disgrazia!

Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!

Ed è stato deciso che si doveva giocare,
Ma tutti gli ultras hanno deciso di non cantare
Tutte le curve senza alcuna distinzione
Sono rimaste grigie e mute di dolore
Rabbia, non rassegnazione, di quella parte sana
Che son gli ultimi guerrieri della gioventù italiana!

Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!

Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!
Voglio giustizia, giustizia per Gabriele Sandri!
Chiedo giustizia, giustizia per davvero!

Ska music e calcio da tavolo con gli Statuto

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subbuteo statuto mods piazza statuto mods scooter torino Ska music e calcio da tavolo con gli Statuto Un elegante gioco da salotto è il titolo di una canzone degli Statuto che unisce la ska music ed il calcio da tavolo, il Subbuteo, una passione tutta italiana.

Il titolo del brano, geniale, racchiude in sè l’essenza del Subbuteo; il gioco, inventato da un ornitologo inglese per far divertire il figlio, è entrato nelle case di tanti bambini…e con la scusa, anche di tante persone di una certa età!
Già perchè al calcio in miniatura non si sfidano solo i ragazzini, ma anche gli adulti! Tu ci giochi ancora?
Diverse persone che conoscono noi della Redazione e noi stessi, continuiamo a dilettarci con il Subbuteo seppur abbiamo passato gli “enta” da un pezzo!

Il calcio da tavolo oltre che un gioco è un passatempo; chi possiede gli spalti e tutti gli accessori potrebbe passare ore ed ore anche solamente a guardare la propria collezione.

Gli Statuto, la mod band torinese, hanno voluto raccontare quindi il proprio amore per il Subbuteo con questa canzone che è uscita con il disco E’già domenica pubblicato da Sony nel 2010, nel quel spiccano anche il brano per Gabriele Sandri e quello per Matteo Bagnaresi, l’ultrà del parma, anche lui tragicamente scomparso.

“Lo si scopre da bambini e poi si cresce giocando ma con vera qualità E tanta passione che non finisce più, si cambia ma col Subbuteo non s’invecchia mai E non c’è limite di tempo o d’età”, che pare un po’ lo slogan del gruppo Subbuteo Cremasco, dove i membri sono tutti dei baldi quarantenni.

Ecco la canzone per il Subbuteo degli Statuto:

Ecco il testo di Un elegante gioco da Salotto:
In soffitta stava impolverato lo stadio Subbuteo ma sempre ben montato
Gli spalti e i tifosi con le porte ed il portiere con l’asta
E il pallone con gli spicchi e i riflettori versione World Cup
Vecchio amico che mi sfidi sai che in punta di dito non mi sconfiggerai
Colpisco di fino e gli omini so schierar con schemi vincenti, tu non mi batterai
E non c’è limite di tempo o d’età Puntiamo il dito contro chi non ci va
Coraggio dai, fatti sotto, è l’elegante gioco da salotto Su forza dai, marca stretto, con l’indice ti faccio un pallonetto
La mia squadra non si dopa mai, s’allena con tanto impegno e tanta serietà
Stan sempre in ritiro e col mio dito san sognar
Colpiscono ancora e la pallina infilerò segnando un gran gol
Lo si scopre da bambini e poi si cresce giocando ma con vera qualità
E tanta passione che non finisce più, si cambia ma col Subbuteo non s’invecchia mai
E non c’è limite di tempo o d’età
Puntiamo il dito contro chi non ci va
Coraggio dai, fatti sotto, è l’elegante gioco da salotto Su forza dai, marca stretto, con l’indice ti faccio un pallonetto Coraggio dai, fatti sotto, è l’elegante gioco da salotto Su forza dai, marca stretto, con l’indice ti faccio un pallonetto Coraggio dai, fatti sotto, è l’elegante gioco da salotto Su forza dai, marca stretto, con l’indice ti faccio un pallonetto

Hibernians e 500 miles dei Proclaimers

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Hibernian_FC_logo hibernians fans sing 500 miles The_Proclaimers_500_Miles Hibernians e 500 miles dei Proclaimers La musica ed il tifo si fondono in questa bellissima storia con protagonisti gli Hibernians e 500 miles, disco dei Proclaimers di gran successo noto come I’m gonna be.

Abbiamo potuto notare in questi anni di articoli quanto sia forte il legame tra i cori degli ultras ed i 45 giri e quante volte gli speaker degli stadi di calcio suonino le canzoni famose..oggi è il turno dell’Hibernian Football Club, società gloriosa di Edimburgo!

I biancoverdi, rivali acerrimi dei concittadini Hearts of Midlothian (i Maroons), si distinguono soprattutto per la loro origine irlandese e per la religione cattolica..un po’come avviene a Glasgow dove si tiene l’Old Firm, il derby, tra Celtic e Rangers. C’è anche da specificare che gli Hibs nascono prima dei Celts, i quali sorgono sulla loro falsariga, chiamandosi Hibernians of Glasgow (per poi cambiare nome nel tempo)..daltronde quel nome in latino significa Irlanda!

Probabilmente questo lo sai già ed allora arriviamo subito al punto, il contatto tra i Proclaimers e gli Hibs: ad Easter Road, lo stadio di Edimburgo degli Hibees, dopo ogni goal e prima di ogni match di football lo speaker suona 500 miles..ed il pubblico non rimane certo in silenzio!

Il brano è stato pubblicato nel 1988 da etichetta Chrysalis nel disco Sunshine on Leith ed è una canzone così orecchiabile e così coinvolgente che è stata oggetto di varie cover ed è usata in vari eventi in cui c’è gente che abbia voglia di divertirsi!
Siete mai stati in terra d’Abione? Ci sono diversi locali in cui questo pezzo viene suonato dal DJ ed ogni volta si crea la bolgia tra gente sbronza che balla e che canta a squarciagola!

Ecco il testo di I’m gonna be:
When I wake up, (when I wake up),
Well I know I’m gonna be
I’m gonna be the man who wakes up next to you, (Yeah I know)
When I go out, (when I go out, )
Well I know I’m gonna be
I’m gonna be the man who goes along with you, (who?)
If I get drunk, (If I get drunk, ) well I know I’m gonna be
I’m gonna be the man who gets drunk next to you, (yeah) Yes!
And if I haver, (when I hav… What does haver mean, ) yeah I know I’m gonna be I’m gonna be the man who’s havering to you, (It’s on ‘ere)

But I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walked a thousand miles
To fall down at your door

When I’m working, (when I’m working, )
Yes I know I’m gonna be I’m gonna be the man who’s working hard for you, (shake a ka)
And when the money, (and when the money, )
Comes in for the work I do
I’ll pass almost every penny on to you
When I come home (when I come),
I know I’m gonna be I’m gonna be the man who comes back home to you
And when I grow old, (when I grow old, ) well I know I’m gonna be I’m gonna be the man who’s growing old with you

(Now! )
But I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walked a thousand miles,
To fall down at your door

Da da lat da (Da da lat da)
Da da lat da (Da da lat da)
… etc. x2

When I’m lonely, well I know I’m gonna be
I’m gonna be the man who’s lonely without you
When I’m dreaming, well I know I’m gonna dream
I’m gonna dream about the time when I’m with you
When I go out (when I go out), well I know I’m gonna be
I’m gonna be the man who goes along with you
And when I come home, (when I come home, )
Yeah I know I’m gonna be I’m gonna be the man who comes back home with you
I’m gonna be the man who’s coming home with you

But I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walked a thousand miles
To fall down at your door

Da da lat da (Da da lat da)
Da da lat da (Da da lat da)
… Etc… x5

Da da lat da
Da da lat da
… Etc…

And I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walked a thousand miles
To fall down at your door


Rap per la Bari di Nano e Gotik, U Baar nest

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il nano e gotik rap bari curvca nord bari ultras la bari calcio fc Rap per la Bari di Nano e Gotik, U Baar nest Un nuovo esempio di legame tra calcio e musica ce lo offrono Nano e Gotik con la loro U baar nest, una canzone rap per la Bari e la Curva Nord dello stadio San Nicola.

I due rapper facevano parte della crew barese Need For Beats che ha avuto una vita breve nella seconda metà della prima decade del nuovo secolo (a dirla in breve dal 2007 al 2009). Questi hip hoppers hanno collaborato anche con Truceklan e Dogo Gang..Massimo Milano, in arte Il Nano, ha collaborato anche con Jake la Furia, Il Turco e Marracash, mentre Davide di Salvia, al secolo Gotik, ha lavorato insieme a Clementino e Dogo Gang.

Ecco a voi il brano musicale per i Galletti e per tutti i tifosi baresi:

Capire le parole per un non barese è impossibile, ma la Redazione di Football a 45 giri vi riporta qui il testo di U Baar nest:

(NANO)
OOHH SIND MO’ G GOTIK!
JAPR L’EKK, NSIM ALL REKKJ’

(GOTIK)
YEAH YEAH
NEED FOR BEATZ…
PER IL SITO SOLOBARI YEAH!

LA MIA CITTA’/ LA MIA CITTA’ GRIDA SOLO FORZA BARI
LIBIDINE / UNO DI NOI /IN CURVA NORD TUTTI I COMPARI
E LA DOMENICA ALLE 3 CON SCIARPA ADDOSSO
ONORERO’ I MIEI COLORI SOLAMENTE BIANCO E ROSSO

(STROFA 1) GOTIK

U STADJ COM O SAND NEST JE SANDA N’COL
E JE D’AFFOR CO LA ‘PERON CHE STE MARJI LA NZVOS
CHESS JE VERITà LA REALDA’ CHESSA CITTà
MA NU STIM SEMB A VENG’ O CAMPIONAT DELLA SERIE “A”
C’ TU DIGGH A FA STE ALMIRON E CASTILLJ’
E TUTT L’ULTRA’ VONN A CANDA’ INZIM AL FIGGH’
STE U CAPITAN NEST GILLET U NUMR JUN
PCCè SE STE MBORT JIDD FRA NON PASS NSCIUN!
FACIM’ LA STORJ CON GIUANN LOSET (DANG NU TUZZ)
E C’ TU DIGGH ARRET FASC GOAL PUR BARRET!
INZIM A NU STONN L’FRAT D SALERN
NZIM GEMELLAT FRA D’ ESTAT E D’INVERN
NU TNIM U PRESIDENT CHE NON VOL ASSI NA LIR (MATARRESE)
MA STE U MISTER CHE G FASC VENG L PARTIT (VENTURA)
E NU D’CIM NO ALLA TESSR’ DU TIFOS
PRCE’ TU CHE LA SI MISS SI U PRIM MAFIOS!

RIT 2 (GOTIK)

LA MIA CITTA’/ LA MIA CITTA’ GRIDA SOLO FORZA BARI
LIBIDINE / UNO DI NOI / IN CURVA NORD TUTTI I COMPARI
E LA DOMENICA ALLE 3 CON SCIARPA ADDOSSO
ONORERO’ I MIEI COLORI SOLAMENTE BIANCO ROSSO

LA MIA CITTA’/ LA MIA CITTA’ GRIDA SOLO FORZA BARI
LIBIDINE / UNO DI NOI / IN CURVA NORD TUTTI I COMPARI
E LA DOMENICA ALLE 3 CON SCIARPA ADDOSSO
ONORERO’ I MIEI COLORI SOLAMENTE BIANCO ROSSO

STROFA 2 (GOTIK)

NU DU’ BAR SIM TROPP FORT, MITTATI’U N’GAP!
E DINGI’U PUR A QUALKEDUN CHE MAGAR NON U SAP
CO “U CAND D’AMOR” CHE G VEN DA U COR
E LA DMENC STE CUD CHE LA CAND A SQUARCIAGOL!!
U LECCES CHE DA NU, FRA CHE CAZZ VOL ACCHIANN???
CHE TUTT’ L’ALD ANN LA SERIE “A”, CHE G’HA RMAST NGANN!
E VA VNI DO U MILAN?? E L’INDER??….
E COM VEN JIND A’CAS A VA LASSA’ L PUND N’DERR!!
E ALLE 3 MITT IN DIRETT SOP O SETT A PRESSION
PCCE’ U BAR NEST DU PALLON JE TUTT NA PASSION
A MA PARLA PUR D’L GRAND DU PASSAT
JOAO PAOLO MASINGA MAIELLAR’ E CASSAN’
E NON G’SIM SC’RDANN IGOR PROTTI STAR
U ZAR CHE S PARLAV DOP LA PARTIT 0′BAR
A DA DISC FORZA BAAR NON A DA JESS DOPPIA FACC
PCC’è SE SKUT N’GIL DOP’ U SKUT PO T ARRIV M’BACC!!

RIT (GOTIK)
LA MIA CITTA’/ LA MIA CITTA’ GRIDA SOLO FORZA BARI
LIBIDINE / UNO DI NOI IN CURVA NORD E TUTTI I COMPARI
E LA DOMENICA ALLE 3 CON SCIARPA ADDOSSO
ONORERò I MIEI COLORI SOLAMENTE BIANCO ROSSO

LA MIA CITTA’/ LA MIA CITTA’ GRIDA SOLO FORZA BARI
LIBIDINE / UNO DI NOI IN CURVA NORD TUTTI I COMPARI
E LA DOMENICA ALLE 3 CON SCIARPA ADDOSSO
ONORERò I MIEI COLORI SOLAMENTE BIANCO ROSSO

STROFA 3 (GOTIK)

APPRIM DELLA PARTIT U GARDIDD M’EZZ O CAMB
E U PARCHEGGIATOR ABUSIV CHE JE PROPR ZAMB
E DIGERIT LA TINEDD’ TUTT CON LA SCIARP O’CUEDD
“ME COLIN AWAND VAMM A PIGGH L’ BORGHETT”
E DOPO SCRIV SOP O SIT CHE S CHIAM SOLOBARI
OPPURE VID U BIANG E RUSS SOP A TELEBARI
E SALOMON A RADIONORB JIND’ ALL REKKJ ALLA RADJ
E SIND U CASIN D CHIDD CHE STONN O’STADJ…

Il più bel coro da stadio è il Mi buen amigo dei tifosi argentini

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boca juniors hincha tifosi boca juniors ultras boca juniors Il più bel coro da stadio è il Mi buen amigo dei tifosi argentini Il coro più bello tra quelli da stadio dei tifosi argentini del football è il “mi buen amigo” preceduto dal nome della propria squadra del cuore.

Il brano è diventato così iportante che nel Maggio 2013 è stato eletto come miglior canzone da stadio del mondo di tutti i tempi!

I tifosi del Velez, i fan del Boca, gli ultrà dell’Indipendiente, i supporters del River Plate, gli aficionados del Crucero e tanti tanti altri presenti negli stadi di calcio argentini cantano questa canzone.
In effetti il “mi buen amigo” è coinvolgente, trascina tutti i presenti allo stadio dalle curve alle tribune ed è un coro che ha fatto il giro del mondo.

A noi della redazione di Football a 45 giri piace andare a cercare le origini dei cori dei tifosi, che spesso derivano da canzoni popolari, vecchi dischi o hit musicali del momento, ma anche sigle tv. in questo caso, il coro argentino per eccellenza viene da uno spot televisivo di una reclame sociale contro l’abbandono degli animali, i cani per la precisione, del 1981 e patrocinato dal governo argentino. Il jingle originale è accomapgnato dalle parole Bobby, mi buen amigo; Bobby è il classico nome che (specialmente negli anni 80) veniva dato al cane.

Le parole della canzone della pubblicità progresso parlano di un bambino che dice al proprio animale che non potrà venire in vacanza con lui perchè il papà non vuole portalo con la famiglia.

Sono stati i tifosi del Boca Juniors, la 12, a portare questo coro per primi allo stadio Bombinera? Sembra di sì; cambiando le parole e parlando degli xeneizes: “..Non m’importa di ciò che dicono, di ciò che dicono gli altri, io ti seguo ovunque e sempre più t’amero..”.

Ecco cosa canta la 12:

Boca, mi buen amigo
esta campaña volveremos a estar contigo
te alentaremos de corazón
esta es tu hinchada que te quiere ver campeón,
no me importa lo que digan,
lo que digan los demas,
yo te sigo a todas partes
cada vez te quiero mas

Ed ecco il significato delle parole dell’hinchada:

Boca mio buon amico,
quest’anno saremo con te
t’incoraggeremo col cuore
questi sono i tuoi tifosi che vogliono vedere veri campioni
non mi interessa di ciò che dicono
di ciò che dicono gli altri
io ti seguo ovunque
e sempre più ti amerò

Ultras e musica con Tutti in Curva Sud dei Mannaz

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fattori padova ultras fronte opposto padova ultrAS Green_Day_-_Basket_Case_cover Ultras e musica con Tutti in Curva Sud dei Mannaz Ultras e musica è un legame forte del quale a voi lettori e fan di Football a 45 giri piace leggere ed i Mannaz con Tutti in Curva Sud ne sono un fiero esempio.

La canzone della band padovana, vicina al circuito skinhead di estrema destra, omaggia lo stile di vita ultras, esalta le proprie origini cittadine oltre che l’Associazione Calcio Padova, ma sopratutto è un inno contro al repressione e le diffide.

Il brano è stato pubblicato all’interno del disco Dall’ultimo Gradino, auto prodotto ed uscito nel 2003; un album di cui parleremo nuovamente.

La cosa più apprezzabile della canzone dei Mannaz (nome che deriva dall’alfabeto runico) è la scelta musicale: si tratta di una cover di Basket case dei Green day.

Ecco il testo di Tutti in Curva Sud dei Mannaz:

Non sopporto più la repressione che
Mi vuol vedere esanime

Diffidami se vuoi, provvedimenti e poi
Ma sappi che il mio disprezzo non cambierà
mai.

Ma quante firme mancano?
Sei mesi, un anno non lo so…!?
Tutti in cuva Sud
Nel cuore una città
Per sempre in mezzo ai guai a
Padova…

Oh… soldatito sai puoi fare ciò che
vuoi
Ma sappi che un bel giorno correrai via
Organizzati con i lacrimogeni
Elmetto e colpo in canna, schierati, dai!

Ma quante firme mancano?
Sei mesi, un anno non lo so…!?
Tutti in cuva Sud
Nel cuore una città
Per sempre in mezzo ai guai a
Padova…

…non ci fermerà nessuno mai…!

Ma quante firme mancano?
Sei mesi, un anno non lo so…!?
Tutti in cuva Sud
Nel cuore una città
Per sempre in mezzo ai guai a
Padova

Calcio, musica e tanta sfortuna per Adrian Doherty dello united

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Adrian Doherty football music manchester united maglia Calcio, musica e tanta sfortuna per Adrian Doherty dello united Calcio, musica e tanta sfortuna nella vita di Adrian Doherty, giocatore del Manchester United con i sogni legati alla chitarra.

Il giovane è stato e sarebbe ancor di più stato, se il fato non avesse voluto strapparlo giovane alla sua vita terrena, un esempio perfetto di calciatore musicista..purtroppo però Adrian ci ha lasciato prematuramente.

Da Voci di sport:

Come i grandi della musica. Quelli entrati a far parte del triste Club 27. Da Cobain a Morrison, da Hendrix a Brian Jones. Eroi in un mondo complicato, talenti che amavano e odiavano la vita. Adrian Doherty giocava a calcio e suonava la chitarra.

Doherty è forse il giovane più forte della storica classe ’92 targata Manchester United. Classe ’73, esterno destro, una delle ali più veloci che abbiano mai calcato i terreni di gioco. Una stella luminosa che in campo sapeva eclissare anche quelli che poi divennero i vari Giggs e Scholes. In panchina Ferguson, quello pronto a prendersi con forza la storia del Manchester United. Impossibile non notare Doherty. La chiamata in prima squadra arriva nel ’90.

L’erede di George Best, bello e dannato, geniale con il pallone ma qualcosa, non per sua volontà, lo teneva in bilico sui fili mossi da un destino spesso crudele. Un ragazzo timido, introverso, che amava la solitudine, stare in stanza a comporre melodie e scrivere poesie, andare agli allenamenti con la sua chitarra in spalla, andare in campo e ammaliare con una classe sopraffina e fantastica. Poi la tragedia.

Quando l’esordio in prima squadra pareva cosa fatta, la mano del destino ci mise lo zampino. Rottura dei legamenti del crociato in un match contro il Carlisle con le riserve. Ci vollero sette mesi per tornare a vedere un campo, sette mesi di solitudine e abbandono. Con la data del ritorno che si avvicinava, il giovane Adrian capì che la sua vita non sarebbe stata il calcio. Altro infortunio, il ginocchio non voleva saperne di lasciarlo andare.

Una maledizione, un’anima forse dannata come i grandi della musica, un finale già scritto che non lascia variazioni sul tema. Ci proverà con il Derry, ma la sua volontà era sfondare nel mondo della musica, quella musica che lo accompagnava come un’ossessione nei pezzi di Bob Dylan che cantava e dedicava anche ai compagni di squadra. La vita di Adrian Doherty visse di un lungo e triste oblio. Decise di lasciare la Gran Bretagna, costretto ad Amsterdam per rincorrere un sogno e lavorare come un ragazzo qualunque. Non lo era mai stato.

Morì inseguendo un treno, per non arrivare in ritardo a lavoro, cadde in un canale, un mese di coma e poi la morte prese anche lui. Era il 9 giugno 2000, il giorno dopo avrebbe compiuto quei maledetti 27 anni. Il calcio quasi non lo ricordò, il calcio aveva già dimenticato quel ragazzo a cui il fato decise di opporsi. Adrian ha saluto questo mondo 14 anni fa, domani sarebbe stato l’anniversario della firma del contratto con il Manchester United a soli 14 anni. Lo ha salutato correndo, come faceva in campo, con la stessa passione che metteva nella musica. La fine però non lo ha reso immortale. Ciò che poteva essere e non fu mai, ciò che poteva diventare e mai divenne. Noi lo ricordiamo così, un ragazzo che amava la vita, fatalmente legato alla disfatta.

La Redazione di football a 45 giri dedica ad Adrian, Alternative Ulster, brano punk del 1978 degli Stiff Little Finger, band nordirlandese, come Doherty.

The jakcs, il soprannome dello Swansea City AFC

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swansea jak swansea chav swansea city afc The jakcs, il soprannome dello Swansea City AFC Interessantissima storia legata al perchè è The Jacks il soprannome dello Swansea City Association Football Club, la squadra gallese che gioca nella lega inglese.
Ci siamo soffermati più volte su questo club, attratti più che altro dai tifosi dello Swasea, che rispecchiano ampiamente la realtà cittadina; nessuno ce ne voglia, ma è veramente gente impegnativa questa! Chav a non posso, vita da pub, arretratezza culturale, violenza come espressione sociale e..sempre pochi denti in bocca.

Ma torniamo a noi; perchè quelli dello Swansea sono i Jacks?

Da Il Calcio Inglese

La storia che vi raccontiamo oggi è una storia più commovente che tecnica ma che ci ha fatto riflettere.

Parliamo di Jack un cane che negli anni 30 scrisse pagine importanti della città di Swansea. Molti possono dire “vabbè è solo un cane che avrà fatto di tanto particolare?”. Bè, la risposta è semplice: ha salvato dalla morte 27 persone!

Vi chiederete come e perchè. Bè questo non lo sa nessuno, sicuramente il suo istinto lo ha sempre guidato nelle numerose azioni di salvataggio. Ha vissuto sempre nei Docks di Swansea e lungo le rive del fiume Tawe. Il suo primo salvataggio lo ha compiuto verso un ragazzino di 12 anni. Poche settimane più tardi ha salvato un nuotatore in difficoltà. Le sue gesta sono state riconosciute ed apprezzato tanto da essere stato insignito varie volte con Collari d’Argento oppure vere e proprie medaglie, riconosciute ed istituite dalla Lega Canina Nazionale.

Vi chiederete: ma che centra questo peloso eroe con il calcio? Come sapete ogni squadra ha 1 o più soprannomi e gli uomini in maglia bianca, che militano in Premier League e giocano ogni weekend rappresentando lo Swansea City AFC vengono chiamati anche “i Jacks”. Tutto questo in onore di questo insolito eroe degli anni 30. Come loro anche gli stessi abitanti di Swansea vengono chiamati “gli Swansea Jack”. In tutto questo gli è stato anche intitolato un pub in città! Che dire. Una storia particolare che ha visto come protagonista questo valoroso cane al quale, tutt’ora, molta gente deve la vita. Well done Jack!

La Redazione di Football a 45 giri non può che chiudere con:

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