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Calcio, politica, free Derry, poppy e McClean del Wigan

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James McClean frre derry James McClean remembrance day poppy Calcio, politica, free Derry, poppy e McClean del Wigan La storia che vi raccontiamo oggi racchiude tante parole chiave, calcio, politica, free Derry, poppy, McClean il calciatore del Wigan Athletic Football Club.

Tante parole appunto, ma solo un’emozione: la libertà!

Non è certo Football a 45 giri la sede adatta per parlare di unionismo, indipendentismo, Ulster, cattolici vs protestanti etc..ma ci ha colpito l’articolo che vi proponiamo e che ci è stato inoltrato da un nostro affezionato lettore.

Ci piace molto il fatto che in Inghilterra ci sia un forte nazionalismo diffuso e che tutti amino portare il poppy, come ci piace i fatto che un giocatore, nel mondo del football che oramai è conquistato dal cancro del petrol-dollari, possa ancora dire la sua..e scatenare l’opinione pubblica.

Ci viene un dubbio: sai cosa sia il poppy e perchè e quando si porta?
Il poppy è il rosso papavero inglese che viene indossato per commemorare la fine della prima guerra mondiale e ricordare amnche i defunti delle altre guerre; viene osservato durante l’11 Novembre, Remembrance Day in gran Bretagna e nel Commonwealth.

da Barbadillo:

I papaveri rossi e l’orgoglio irish del ragazzo di Derry

Il 25enne James McClean, esterno sinistro del Wigan (seconda serie inglese), ha spiegato in una lettera al presidente del club la scelta di non indossare la maglietta con il poppy ricamato, simbolo dei caduti britannici in guerra.

Unico tra i calciatori della Premier League, McClean si era dissociato dalla commemorazione già nel 2012, quando giocava nel Sunderland: decisione accompagnata da ingiurie e minacce di morte, le stesse che il centrocampista, nativo di Derry in Irlanda del Nord, aveva subito pochi mesi prima per aver accettato la convocazione dell’Eire di Trapattoni agli Europei.

Questa volta il caso ha fatto ancora più rumore, forse perché cade nel centesimo anniversario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. La tradizione del remembrance poppy, diffusa in tutto il Commonwealth fin dai primi anni Venti, viene rinnovata ogni anno nella seconda domenica di novembre.

Quest’anno i britannici l’hanno celebrata in maniera ancor più solenne, con l’installazione artistica Blood Swept Lands and Seas of Red (“Il sangue spazzò le terre e i mari di rosso”): 888.246 papaveri di ceramica disseminati intorno alla Torre di Londra, in ricordo di ciascuno dei caduti di Sua Maestà nel conflitto del 1914-18.

“Ho assoluto rispetto per coloro che combatterono e morirono in entrambe le guerre mondiali – molti dei quali erano di origini irlandesi” spiega McClean nella sua lettera “ma il poppy ricorda anche le vittime di altri conflitti dal 1945 ed è qui che incomincia il problema per me. Per la gente dell’Irlanda del Nord come me, e in particolare per la gente di Derry, teatro del massacro del Bloody Sunday nel 1972, il poppy è venuto a significare qualcosa di molto differente”.

Le strade di Creggan, il quartiere in cui McClean è nato e ha tirato i primi calci al pallone, conservano nei muri delle case e nei volti degli abitanti i segni di un conflitto che ha insanguinato la terra per oltre trent’anni, proprio come nei versi della poesia che ha dato il titolo alla commemorazione londinese: The blood swept lands and seas of red / Where angels dare to tread.

Da Creggan venivano sei delle 14 vittime inermi del Bloody Sunday, falcidiate dai paracadutisti britannici nel corso di una manifestazione pacifica, e il detenuto politico Mickey Devine, l’ultimo dei dieci hunger strikers immolatisi nello sciopero della fame del 1981.

“A Creggan” continua il nazionale irlandese “o nel Bogside, a Brandywell o nella maggior parte dei posti a Derry, ogni persona vive ancora all’ombra di uno dei giorni più bui della storia d’Irlanda – anche se, come me, è nata quasi 20 anni dopo l’evento. È solo una parte di ciò che siamo, radicata in noi fin dalla nascita”.

Una parte di quell’identità che nemmeno le scuse ufficiali per la strage impunita, presentate da David Cameron dopo trentotto anni di insabbiamenti, hanno fatto dimenticare.

Non c’è odio né spirito di vendetta nelle parole del ragazzo di Creggan, che vale la pena di leggere per intero. C’è invece la consapevolezza di far parte di una storia diversa, di qualcosa che non si può annacquare nella tanto abusata formula della “memoria condivisa”. Senza con ciò negare nemmeno un po’ del rispetto dovuto al sangue e alle lacrime altrui.

James McClean è riuscito a trasmettere tutto questo con parole toccanti e forti, ancor più di un distintivo su una maglia: “Sono molto orgoglioso delle mie origini e semplicemente non posso fare qualcosa che credo sia sbagliato. Nella vita, se sei un uomo devi lottare per ciò in cui credi”.

La Redazione di Football a 45 giri chiude con Alternative Ulster degli Stiff Little Fingers, brano punk del 1978:


The Hooligan Factory, un film satirico sui casual inglesi

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parodia hooligans film the hooligan factory The_Hooligan_Factory The Hooligan Factory, un film satirico sui casual inglesi The Hooligan Factory è un prodotto cinematografico da spazzatura, che dal titolo potrebbe sembrare interessante per chi vive il calcio ad una certa maniera, che che invece è solo un film satirico sui casual inglesi.

Un po’”Green street”, un po’”the firm”, un po’”the football factory”, ma più che altro “un po’una cagata pazzesca”, come direbbe il ragionier Ugo Fantozzi, seppur consapevole di una crocifissione in sala mensa.

Da Euronews:

Nell’estate dei Mondiali di calcio arriva nelle sale del Regno Unito una satira sugli ultrà inglesi: “The Hooligan Factory”.
Nick Nevern, che è regista e attore del film, racconta: “Non ci siamo messi a scrivere la prima gag che ci veniva in mente. Abbiamo lavorato molto sulle battute comiche, sulla struttura delle gag. Durante le riprese, quindi, gli episodi comici erano già tutti sulla carta e come regista ho cercato di far stare il più possibile gli attori sulla sceneggiatura. Erano poche le volte in cui la gente aveva una tale comicità naturale, come Steven O’Donnel, che usciva fuori con improvvisazioni così geniali, che abbiamo dovuto tenerle nel montaggio”.
Il protagonista, Danny, prova a rimettere insieme un gruppo che faccia rivivere i tempi d’oro degli hooligans. È interpretato da Jason Maza, che lo ha anche prodotto.
“Naturalmente quando sei coinvolto come attore sei concentrato sul tuo personaggio, ma quando devi produrre e dirigere un film sei parte dell’intero progetto. È un’esperienza speciale, che non puoi affrontare come un attore. Abbiamo supervisionato ogni fase dalla scrittura a oggi”, dice Maza.
Nel film c‘è un cammeo di un celebre ex hooligan, Cass Pennant, e appaiono star della tv inglese. Il regista promette molte altre sorprese.

I tifosi del Manchester City cantano in coro Hey Jude dei Beatles

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hey jude 45 giri spartiti originali beatles tifosi manchester city I tifosi del Manchester City cantano in coro Hey Jude dei Beatles Gli Sky Blues, i tifosi del Manchester City cantano in coro Hey Jude, noto 45 giri dei Beatles, una canzone che nella versione stadio è ancor più bella.

Parliamo spesso della connessione tra musica e calcio o semplicemente tra dischi e ultras, ma questa volta il livello è superiore, sia per via del clima che si respira all’Etihad Stadium, sia perchè Hey Jude è una delle canzoni più belle di sempre.

Parliamo di un brano musicale scritto da Paul McCartney uscito in vinile nel 1968 grazie alla casa discografica Apple Records e registrato, ovviamente, ad Abbey Road negli studios.
Si dice che le parole della canzone sia dedicate al figlio di Paul, dal nome Julian (appunto), un po’giù per la situazione sentimentale dei genitori, ma invece sembra che si tratti di un testo per dare forza ai Beatles stessi, band che viveva in quel periodo forti pressioni esterne e clima teso interno.

Il disco è una chicca, un sempreverde, uno di quelli definiti tra i 500 migliori di sempre dalla rivista Rolling Stone. pensa che è stato in classifica negli Usa per quasi 20 settimane..ti sembra poco?!? Considera anche che la canzone dura 7 minuti, un’enormità per un singolo!

Godiamoci la versione dei Beatles..ed intanto tutti intoneremo il classico “Naaa-naaa-naaa-na-na-na-naaaaa-na-na-na-naaaaa”

Ecco il testo di Hey Jude dei Beatles:
Hey Jude don’t make it bad,
Take a sad song and make it better,
Remeber, to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
Hey Jude don’t be afraid,
You were made to go out and get her,
The minute you let her under your skin,
Then you begin to make it better.
And anytime you feel the pain,
Hey Jude refrain,
Don’t carry the world upon your shoulders.
For well you know that it’s a fool,
Who plays it cool,
By making his world a little colder.
Hey Jude don’t let me down,
You have found her now go and get her,
Remember (Hey Jude) to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
So let it out and let it in
Hey Jude begin,
You’re waiting for someone to perform with.
And on’t you know that it’s just you.
Hey Jude, you’ll do,
The movement you need is on your shoulder.
Hey Jude, don’t make it bad,
Take a sad song and make it better,
Remember to let her under your skin,
Then you’ll begin to make it better

Sumbu Brothers Gialloblu, una cover musicale per l’Hellas

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curva sud hellas verona ultras sumbi brothers hellas verona hellas verona scala allora Sumbu Brothers Gialloblu, una cover musicale per l’Hellas Gialloblu dei Sumbu Brothers è una canzone molto orecchiabile e cover musicale dedicata all’Hellas Verona, club per il quale fa il tifo la band.

Dei Sumbu abbiamo già parlato, un gruppo di esagitati, di pazzi, di musicisti che, seppur provengono da un contesto politico-sociale ben definito (skinhead ed estrema destra), hanno fatto breccia in tutto il popolo degli stadi.
La band veronese ha pubblicato diversi brani sia sul Verona che sugli ultras scaligeri, quello che vi proponiamo oggi è Gialloblu:

Ecco il testo di Gialloblu dei Sumbu Brothers:
Siamo noi che cantiamo non ti lasceremo mai
perchè il Verona noi amiamo e gridiamo
camminiamo per la strada come simbolo una scala
da cent’anni e sempre di più verona è solo gialloblu
siamo noi che cantiamo non ti lasceremo mai
perchè il Verona noi amiamo e gridiamo
Hellas
si la gente vuol sapere, vuol,sapere chi noi siamo
chi noi siamo glielo diciamo
siam l’armata del Verona
siamo noi che gridiamo non ti lasceremo mai
perchè il Verona noi amiamo e gridiamo
Gialloblu, gialloblu, gialloblu, gialloblu, gialloblu hellas
Gialloblu, gialloblu, gialloblu, gialloblu, gialloblu hellas
siamo noi che gridiamo non ti lasceremo mai
perchè il Verona noi amiamo e gridiamo
Hellas

Il ritmo e le note le avete già sentite? Chiaro, è la cover di Vindaloo, un coro da stadio molto usato dei tifosi inglesi durante le partite dei Three Lions, la nazionale di calcio…ma anche una canzone! Ve ne abbiamo già parlato, si tratta del brano, Vindaloo, appunto, dei Fat Les.

Il titolo Vindaloo è legato ad un cibo piccante, non a caso un cibo molto legato alla working class britannica…quella che frequenta le partite di football allo stadio.

Ma le particolarità non sono finite qui, guardate bene il video dei Fat Les, non vi sembra un video già visto prima?
Certo, è la parodia di Bitter sweet simphony dei Verve..che bomba questa canzone!

L’inno del Liverpool, You’ll never walk alone

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liverpool kop ynwa liverpool you never wal alone you'll never walk alone L’inno del Liverpool, You’ll never walk alone L’inno del Liverpool football club, You’ll never walk alone, nasce da una canzone del 1945 legata ad un musical americano.

Questo brano musicale è stupendo sia per le note, sia per il significato ed assume ancora più valore quando viene ascoltato in un contesto calcistico e soprattutto se intonato da migliaia di tifosi.

Abbiamo visto che YNWA è entrato nella storia come probabilmente come uno dei più bei inni di squadre di football ed abbiamo potuto notare insieme come la sua fama sia intramontabile, senza confini e diffusa per il mondo; non è un caso che l’inno del Liverpool sia anche quello del Celtic di Glasgow, che venga suonato nello stadio di Easter Road quando gioca l’Hibernian FC di Edimburgo come al Marassi di Genova quando gioca il Genoa Cricket & Football Club e venga intonato dai tifosi del Fayenoord e del FC Twente di Enschede.

Da calcioweb:

è ai Reds che oggi dedicheremo la nostra attenzione, essendo stati i primi ad adottarlo e a renderlo famoso come inno calcistico grazie alle fantastiche esecuzioni che la Kop, fantastica curva della squadre del Merseyside, regala da circa 50 anni a questa parte.

Come molti altri inni presenti nel calcio inglese, You’ll Never Walk Alone nasce curiosamente in un contesto americano, precisamente quello dei musical della prima metà del XX Secolo. YNWA (da adesso lo abbrevieremo così) è infatti un brano presente in Carousel, prodotto nel 1945 da Oscar Hammerstein II (testi) e Richard Rodgers (musiche), che costituiva il riadattamento di Liliom, opera teatrale scritta dall’ungherese Ferenc Molnàr 36 anni prima. Si tratta di uno dei primi musical a sfondo drammatico mai andati in scena e YNWA è suonata proprio in due scene particolarmente toccanti, entrambe rappresentative della necessità di “non camminar mai da soli”: l’abbraccio consolatorio di Nettie Fowler, cugina della protagonista Julie Jordan dopo il suicidio del marito di quest’ultima e nella scena finale, in occasione del diploma della figlia di Julie, Louise. Proprio in virtù di tale occorrenza, il brano è diventato un classico durante le “graduation ceremonies” d’Oltreoceano.

Nella cultura pop, YNWA fece registrare immediatamente uno straordinario successo, entrando stabilmente nel repertorio di mostri sacri della musica made in USA come Frank Sinatra, Nina Simone, Brabra Streisand, Johnny Cash e Elvis Presley. Negli anni ’60 arrivò anche a Liverpool, città inglese che all’epoca, grazie soprattutto alla prepotente affermazione dei Beatles, era la più vivace del Paese dal punto di vista musicale. Nel 1963 il gruppo Gerry and the Pacemakers decise infatti di incidere il brano, che entrò immediatamente nella hit parade britannica.

Curiosamente, proprio a Anfield Road era consuetudine che il dj, prima delle partite del Liverpool, diffondesse attraverso gli altoparlanti delle tribune le prime 10 canzoni presenti in classifica, le quali venivano cantate anche dal pubblico. Tra esse c’era, naturalmente, You’ll Never Walk Alone, che ebbe un impatto così forte sui tifosi del Liverpool da indurre gli stessi a intonarla anche dopo la sua uscita dalla top 10, ed eleggerla dunque inno della squadra.

Questa la traduzione del testo:

“Quando cammini nella tempesta
mantieni la testa alta
e non essere intimorito dal buio,
alla fine della tempesta
c’è un cielo dorato
e il dolce canto di un’allodola.

Avanza nel vento,
avanza nella pioggia,
sebbene i tuoi sogni siano infranti
avanza, avanza
con la speranza nel cuore
e non camminerai mai da solo,
non camminerai mai da solo”.

Vi proponiamo una meravigliosa interpretazione eseguita dalla Kop in occasione di Liverpool-Chelsea dello scorso 27 aprile:

Per i più curiosi, invece, ecco le scene del musical Carousel in cui i protagonisti cantano You’ll Never Walk Alone:

Andrea Mandorlini tra calcio e musica

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andre amandorlini inter andrea mandorlini hellas led zeppeling Andrea Mandorlini tra calcio e musica L’allenatore dell’Hellas Verona Andrea Mandrolini concede alla Gazzetta dello Sport un’intervista musicale, più che sul calcio, che noi vi riportiamo.

da Hellaslive:

- Negli anni ’70 il rock mi folgorò, riempie bene certi vuoti. Mi piace il rock di una volta come i Deep Purple, ma anche gli Oasis e gli U2. Fosse per me farei ascoltare Whole lotta love dei Led Zeppelin nello spogliatoio, ma ognuno ha le sue cuffie e mi rendo conto che è impossibile. Ricordo che la musica di Iturbe la sentivo anche se era sei posti dietro. Una canzone da abbinare agli anni da Ravenna a Torino? Fiori rosa fiori di pesco. Mi piaceva anche Renato Zero, con canzoni tipo Triangolo. Una melodia per le discoteche? How deep is your love mi fa pensare alle prime fidanzatine. Il Verona dalla Lega Pro alla serie A che canzone sarebbe? Verona beat dei Gatti di Vicolo Miracoli, è un motivo che ci accompagna. Se Toni fosse una canzone, quale sarebbe? Una di Battisti, quella che fa Motocicletta 10hp… ecco, Il tempo di morire. Lo vedi tranquillo, ma è molto beat -.

Interessanti spunti del mister degli scaligeri che spazia della canzone leggera italiana alla disco passando per l’hard rock…

Ecco il testo di Whole lotta love, singolo dei Led Zeppeling pubblicato in 45 giri dall’Atlantic Record nel 1969:
You need coolin’, baby, I’m not foolin’
I’m gonna send ya back to schoolin’
Way down inside, a-honey, you need it
I’m gonna give you my love
I’m gonna give you my love, oh

Wanna whole lotta love
Wanna whole lotta love
Wanna whole lotta love
Wanna whole lotta love

You’ve been yearnin’
And baby, I been burnin’
All them good times
Baby, baby, I’ve been discernin’-a
A-way, way down inside
A-honey, you need-a
I’m gonna give you my love, ah
I’m gonna give you my love, ah

Oh, whole lotta love
Wanna whole lotta love
Wanna whole lotta love
Wanna whole lotta love
I don’t want more

You’ve got to bleed on me, yeah
Ah, ah, ah, ah
Ah, ah, ah, ah, ha, ah, ah, ah, ah, ah, ah
ah, ah, ah, ah, ha, ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah
No, no, no, no, ah
Love, love, low-ow-ow-ow-ove
Oh, babe, oh

You been coolin’
And baby, I’ve been droolin’
All the good times, baby, I’ve been misusin’-a/Oh
A-way, way down inside
I’m gonna give ya my love/Ah
I’m gonna give ya every inch of my love/Ah
I’m gonna give you my love/Ah
Yes, alright, let’s go/Ah

Wanna whole lotta love
Wanna whole lotta love
Wanna whole lotta love
Wanna whole lotta love

Way down inside/ Way down inside
Way downinside, woman, you/woman
woman, you/you need it
need/Love

My, my, my, my
My, my, my, my/Ahh
Oh, shake for me, girl
I wanna be your backdoor man-a
Hey, oh, hey, oh/Ahh
Hey, oh, oooh
Oh, oh, oh, oh
Hoo-ma, ma, hey
Keep a-coolin’, baby
A-keep a-coolin’, baby
A-keep a-coolin’, baby
Uh, keep a-coolin’, baby, wuh, way-hoh, oo-ohh

Una canzone per l’AS Roma, Mai sola mai

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mai sola mai disco conidi roma marco conidi tifoso roma roma campione italia 1983 Una canzone per l’AS Roma, Mai sola mai Marco Conidi ha scritto ed interpretato la canzone Mai sola mai, dedicata all’AS Roma, una brano che commuove e coinvolge l’ascoltatore.

Conidi, con un passato tra musica e sport essendo un giocatore di rugby, scrive questo pezzo per la sua squadra del cuore che canta nella splendida cornice dello Stadio olimpico il giorno della festa per gli 80 anni della Roma.

La canzone è autobiografica e descrive il mix di sensazioni che la squadra capitolina fornisce al tifoso, fin da quando era bambino..fino da quando sognava “di essere Agostino” Di Bartolomei, capitano giallorosso dello scudetto.

Come dice Conidi, descrivere il proprio legame con il club calcistico d’appartenenza non è cosa semplice, “Cosa sei per me spiegarlo non è facile”…passione, amore e radici.

Ecco il testo di Mai sola mai:
Cosa sei per me spiegarlo non è facile, una parola sola tu sei la Roma
Sei il primo gioco che facevo da bambino e che ci gioco ancora tu sei la Roma
Ricordo che quand’ero ragazzino sognavo di essere Agostino e dare un calcio alle paure
Ci sono stati giorni amari che sapevo solamente te e poco altro per star bene
C’eri tu e qualche amico in più, quante volte in un tuo abbraccio ho preso coraggio

A te a te che sei la mia Roma a te che non sarai mai sola perché non hai lasciato mai me
A te, a te la mia fedeltà, il mio coraggio, la lealtà e la mia voce nella gola
A te che sei la mia Roma ovunque tu sarai mai sola mai
Cosa sei per me spiegarlo non è facile sei ciò che mi consola tu sei la Roma
Guarda questa gente che ti segue e s’innamora devi esserne orgogliosa tu sei la Roma
Sei tu che dai speranza a una città che dai orgoglio e dignità e che ridai qualche rivincita
Sarai tu quell’amico in più, quante volte in un tuo abbraccio troverò coraggio

A te, a te che sei la mia Roma a te che non sarai mai sola perché non hai lasciato mai me
A te, a te la mia fedeltà, il mio coraggio, la lealtà e la mia voce nella gola
A te che sei la mia Roma ovunque tu sarai mai sola mai

Hooligans, una canzone dei Riot Terrons Squad

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riot terrons squad napoli oi! skinheads geno napoli ultras napoli curva a Hooligans è una canzone dei Riot Terrons Squad, una band oi! di Napoli il cui cantante milita in Curva.

Siamo soliti narrare brani musicali che parlano di calciatori, del pallone in generale, di una squadra, di un evento di football e di una tifoseria; un questo caso trattiamo un argomento più scomodo: l’hooliganismo e gli scontri allo stadio.

La Redazione di Football a 45 giri non si addentra nel parlare della violenza legata al calcio, ma pubblica questa canzone, girataci direttamente dall’autore.

Il genere musicale è l’oi!, quello degli skinheadS, quello della working class, quello intriso di testi che potremmo chiamare “neorealisti”; spesso le parole delle canzoni OI! narrano risse, alcol, sesso, tatuaggietc la vita vissuta di chi la passa in strada, di chi è nella sottocultura che trova il proprio abitat.

I Riot Terrons Squad sono napoletani e si muovono nell’ambito della politica antifascista, ma il testo del brano non parla di politica e neppure della fede calcistica a parte il nominare i colori bianco ed azzurro.

La canzone Hooligans è scaricabile gratuitamente su punk4free sito sul quale è anche recensita.

Ecco le parole di Hooligans:
L’ODIO CRESCE NEGLI STADI E NELLE MENTI DEGLI ULTRAS
TRA DIFFIDE E REPRESSIONE CRESCE L’ODIO NEL PALLONE
UN RITUALE DA AFFRONTARE…CINTE E PUGNI SENZA LAME
KI DIFENDE ST’IDEALI MAI SI FERMERà

SIAMO ULTRAS E DA SEMPRE NOI SIAMO NEI GUAI
LE DIFFIDE E LE GALERE NON CI FERMANO MAI
NOI CREDIAMO FORTEMENTE NEI NOSTRI VALORI
NELLA VITA BIANCAZZURRO è IL NOSTRO COLORE

PASSAMONTAGNA…BASTONE NELLA MANO
QUESTO è IL MOMENTO KE TUTTI ASPETTAVAMO
CI SON GLI SCONTRI CON LA POLIZIA
MA NOI LA CARICHIAMO E LA FACCIAMO SCAPPAR VIA

TAFFE TAFFE TAFFE
TAFFE TAFFE TAFFE TAFFERUGLI
CALCI CALCI CALCI
CALCI CALCI CALCI E PUGNI

SON SCOPPIATI GLI INCIDENTI
LACRIMOGENI E SIRENE
UN FOTTUTO SBIRRO SVIENE
CARICATO DAGLI ULTRAS

CON LE CINTE ED I BASTONI
BASTAN POCHI COLPI BUONI
EGLI SCUDI SI FRANTUMANO

CARICHIAMO NON CI FERMIAMO
CARICHIAMO NON CI FERMIAMO
MAI!!!


Milan ed Inter, la Madonnina tra calcio e musica

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coreografia curva noird derby milano coreografia curva sud derby milano fratelli baresi derby madonnina Milan ed Inter, la Madonnina tra calcio e musica Il Derby della Madonnina, Milan vs Inter oltre che una partita di calcio è nella musica che trova punti molto interessanti.

Sono numerosi gli artisti meneghini e non che tengono per i rossoneri o per i nerazzurri ed alcuni di questi si sono espressi con brani musicali dedicati alla propria squadra del quore, il Diavolo o il Biscione.

Di alcuni di questi cantanti tifosi e delle canzoni abbiamo già parlato, ma ora vi proponiamo una lista.
Da Panorama:

Mi-mi-la-lan! Era l’anno 1984 ed Enzo Jannacci, tifosissimo rossonero, aveva appena inciso l’inno che sarebbe diventato la colonna sonora in tante domeniche a San Siro. Lui, scomparso poco tempo fa e ancora nel cuore dei tanti tifosi del Milan che gli hanno sempre riconosciuto un legame forte con la maglia. “Il Milan è il battito cardiaco stesso. E’ il fascino del rossonero, capisci? Intanto il rosso… l’Inter che colori ha? Nero. E blu. Secondo te sono due colori che vanno?” chiedeva il cantante nella sua biografia.

Per il Milan c’era spazio anche nelle sue canzoni, come nel testo di “Vincenzina e la fabbrica”: “Zero a zero anche ieri sto Milan qui, sto rivera che ormai non mi segna più..” E subito diventa derby in musica. “Una vita da mediano, lavorando come Oriali” è il tributo di Ligabue alla sua squadra del cuore, così come Roberto Vecchioni con “Ho sognato di vivere”: “E sembrava importantissima, una rete di Leonardo, o una lettera d’amore arrivata un po’ in ritardo”. Tra i più sfegatati c’è Elio, interista doc che insieme a Graziano Romani scrisse nel 2002 l’inno “C’è solo l’Inter”.

Jannacci non c’è più ma la sua musica resterà per sempre, così come il suo amore per il Milan e il ricordo di chi lo vedeva arrivare a San Siro come una star salutando a destra e a manca e fermandosi a parlare con tutti. Amore per il Milan o per l’Inter, di certo in comune c’è il clima da derby, la passione per il calcio, strofe che raccontano un’altra Milano come “Eravamo in centomila” di Adriano Celentano: “Noi eravamo in centomila allo stadio quel di, io dell’I… inter! Lei del Mi… Milan!”. I tifosi rossonerazzurri di professione cantanti non mancano tutt’ora, con nuove leve che negli ultimi anni hanno preso il posto dei vecchi cantautori. Ieri Jannacci e Vecchioni, oggi i Club Dogo ed Emis Killa.

Nessuno vuol fare paragoni ma sarebbe scorretto non riconoscere all’hip hop italiano il nuovo ruolo di storyteller nella musica contemporanea. Storie di stadio che riguardano i Club Dogo, milanisti da sempre e amici di tanti giocatori rossoneri, ma anche Emis Killa, tifoso con l’amore della Curva Sud che la scorsa stagione ha girato anche un video a San Siro in tributo a Mario Balotelli (invitandolo a salire anche sul palco con lui lo scorso aprile). Anche gli interisti sono tantissimi e si difendono con grandi nomi della musica italiana che non hanno mai nascosto la loro passione per il calcio: da Enrico Ruggeri a Vasco Rossi passando per Paola e Chiara, Max Pezzali e Biagio Antonacci. A rilanciare per il Milan c’è anche Laura Pausini ma a voci femminili l’Inter può giocare una delle sue carte più potenti: Mina!

Musica e ultras con i Rudere e Un’altra domenica

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oi! music skinhead oi! rudere skinheads rudere oi! band Musica e ultras con i Rudere e Un’altra domenica Musica e ultras con la canzone oi! Un’altra domenica dei Rudere, skinhead band di Montenero di Bisaccia.

I Rudere sono nati nel 2011 quasi per gioco, ma poi ci hanno preso gusto..la line up del gruppo è formata da Antonio alla voce, Luca alla chitarra, Peppino alla chitarra, Andrea al basso e Lino alla batteria.

La band punk-oi! può vantare esibizioni live con Gli Ultimi, Brutti E Ignoranti, Plakkaggio Hc, FAVl, Woody Cunts e Lion’s Law.

La canzone di cui vi parliamo oggi è un inedito, del quel c’è una versione live; invece il primo disco della band è “Il Nostro Destino” pubblicato da Pull TheTrigger Records, Skins Rules Records e la New BreedBootboy.

Ecco il testo di Un’altra domenica:

DOMENICA MATTINA UN UNICO PENSIERO
NON VEDERE L’ORA DI CALPESTARE QUEI GRADONI
SCIARPA AL COLLO E BIRRA NELLA MANO
CON LA PIOGGIA E SOTTO IL SOLE DIFENDI LA TUA CITTà

UN’INTERA SETTIMANA A PREPARARE GLI STRISCIONI
COREOGRAFIE NON AUTORIZZATE, TRAFERTE VIETATE
TUTTO ORMAI è CAMBIATO, BUSINESS FAMA E PAY-TV
TUTTO UN GRAN MERCATO

–RIT:
MA SIAM SEMPRE Lì A CANTAR ANCORA A SQUARCIA GOLA
ASPETTANDO UN GOL

VOGLIA DI CANTARE INSIEME ALLA BRIGATA
NELLA GIOIA E NEL DOLORE NOI NON TI LASCEREMO MAI
QUESTA è LA NOSTRA VITA SIAM DISPOSTI AANCHE A FIRMARE
SEI MESI, UN ANNO, TORNEREM SEMPRE DA TE!!

–RIT

Laghetto S.S. Napoli Football Players 1982-1989

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hardcore music laghetto hardcore ss napoli calcio 1984 Laghetto S.S. Napoli Football Players 1982-1989 Il calcio e la musica hardcore si fondono con la canzone SS Napoli Football Players 1982-1989 dei Laghetto.
La band bolognese punk HC è un delirio!

La canzone è inclusa nel disco Sonate in Bu Minore per Quattrocento Scimmiette Urlanti, pubblicato il 15 Settembre 2003, registrato al Vacuum Studio di Bologna

Ecco la energica canzone S.S. Napoli Football Players 1982-1989:

Ed ecco il testo, che potrebbe sembrare demenziale, ma invece è artistico e creativo:

Rud Krol, Bruscolotti, (DeNapoli), Caffarelli (Ferrara), Criscimanni (Dirceu), Carannante, Celestini, Pecci, Bagni, Corradini, Castellini, Paolo Fiume, Incocciati, (Ferrara) Volpecina, (Luca Fusi) RamonAngel Diaz, Filippo Citterio, (Ciro Muro) Tebaldo Bigliardi, Penzo, Palanca, DanielBertoni, Luciano Sola. Corrado Ferlaino. Moreno Ferrario, (Carnevale), Romano, Alemao, (Garella) Giordano, Renica (Massimo Crippa), Careca, Ciro Muro. Diego Armando Maradona. Goal.

Bologna Hardcore a.d. 2005. I Laghetto sono l’elettroshock del movimento punk italiano, quello oltranzista e spietato, quello con nessuna voglia di piegarsi alle marc(h)ette ska per saziare il mercato, rabbonirsi i veejays, farsi calare le braghe da un Usuelli qualsiasi e farsi slappare dalle ragazzine che stravedono per gli Ska-P. I Laghetto sono un rottame hardcore figlio tanto della tradizione classica quanto delle sbavature screamy e postcore degli anni 90, che gioca con le parole come se fossero mostri di cartapesta tornando a fare male, ma male davvero. Sotto, il suono si fa rumore, poi frastuono, si spacca e si riannoda, si intorbidisce, affetta l’aria, spacca e ricuce come un chirurgo, stordisce. Bello infine il packaging, racchiuso dentro buste ammonitrici tutte diseguali a mo’ di pacchetti di bionde. (Franco Dimauro)

Coro L’Aquila Un giorno all’improvviso ed i Righeira

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estate sta finendo disco righeira ultras aquila ultras l'aquila Coro L’Aquila Un giorno all’improvviso ed i Righeira Allo stadio Tommaso Fattori gli ultras intonano, sulla musica di un noto disco dei Righeira, un fantastico coro per l’Aquila, Un giorno all’improvviso.

Siamo soliti non esprimerci sulle tifoserie di cui parliamo e quindi cerchiamo, a stento, di rimanere distaccati da commenti sulle canzoni che fanno le varie curve, anche e soprattuto per rispetto degli altri, i rivali in particolare, ma qui c’è la genialità della scelta della melodia.

Ecco le parole del coro dei tifosi de L’Aquila 1927:

Il cuore mi batteva non chiedermi perchè..
di tempo ne e passato ma sono ancora qua
e oggi come allora io tifo L’Aquila…
ale ale ale sei tutto tu x me..
un giorno all’improvviso mi innamorai di te
il cuore mi batteva non chiedermi perchè
di tempo ne è passato ma sono ancora qua
e oggi come allora io tifo L’Aquila

45 giri e cori ultras 100%!

Il brano originale sul quale nasce il coro degli ultras abruzzesi è un mito degli anni 80!
I lettori “anziani”, quelli dell’età di scrive non hanno problemi ad indovinare, ma i giovani Footballer a 45 giri hanno capito di cosa parliamo?

L’estate sta finendo è un canzone che ancora oggi, dopo oltre 30 anni fa parlare di sè! Il brano fu presentato al Festival Bar e, ovviamente vinse! E pensare che, al contrario del titolo, la canzone uscì quando la stagione calda era solo all’inizio…
Il 45 giri in vinile fu pubblicato da etichetta CGD ed registrato record di vendite e di passaggi radio ed in discoteca..voglio dire, i Righeira sono dei mostri sacri!

Della band abbiamo già parlato in vari articoli perchè legati al football, puoi ricercarli dal motore di ricerca interno al blog o scrivere in Google Football a 45 giri Righeira.

Ecco il video di L’estate sta finendo:

Ed ecco il testo di L’estate sta finendo dei Righeira:
L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va.
In spiaggia di ombrelloni
non ce ne sono più
è il solito rituale
ma ora manchi tu.
Languidi brividi
come il ghiaccio bruciano
quando sto con te.
Baciami
siamo due satelliti
in orbita sul mar.
È tempo che i gabbiani
arrivino in città
L’estate sta finendo
lo sai che non mi va.
Io sono ancora solo
non è una novità
Tu hai già chi ti consola
a me chi penserà.
Languidi brividi…
L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va.
Una fotografia
è tutto quel che ho
ma stanne pur sicura
io non ti scorderò.
L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
anche se non mi va.
L’estate sta finendo
l’estate sta finendo
l’estate sta finendo oh oh oh oh
l’estate sta finendo . . . . . .

Ultras e musica techno con Cambuur e Tsunami

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cambuur ultras DVBBS musica elettronica sport club cambuur Ultras e musica techno con Cambuur e Tsunami Ultras e musica da discoteca un proficuo legame questo in particolare in Olanda grazie anche ai tifosi del Cambuur che con la canzone techno Tsunami impazziscono.

Gli ultras dello Sportclub Cambuur non vi dicono nulla?
Si tratta della tifoseria più violenta dei Paesi Bassi, altro che Den Haag, Ajax e Feyenoord! Non staremo qui però a parlarvi di questo su Football a 45 giri, ma di quello che combinano i supporters giallo-blu di Leeuwarden.

Il Cambuur Stadion è molto piccolo, 10mila spettatori, ma gli ultras si fanno sentire parecchio, specialmente da quando il club è tornato in massima serie, l’Eredivisie. I fans sono disposti in entrambe le gradinate, la nord e la sud ed ecco come si scatenano a suon di musica da discoteca; in questo video è North Tribune quella interessata, durante un match contro il Twente fc:

A volte cantano il coro sulle note di Tsunami, a volte è lo speaker dell’impianto sportivo che fomenta il tutto passando la canzone agli altoparlanti.

Il brano, Tsunami appunto, è una grintosa canzone di musica elettronica composto dal duo canadese dei BVBBS ed uscito in disco nel 2013..Non è il genere musicale che noi della Redazione amiamo ascoltare, ma..pare che, sia campione di incassi, almeno tra la nicchia degli amanti della musica elettronica.
Ecco Tsunami di DVBBS:

Pink Floyd Football Club, musica e calcio al 100%

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calcio pink floyd pink floyd football club pink floyd musica calcio Pink Floyd Football Club, musica e calcio al 100% Musica e calcio al 100% connessi quando si parla del Pink Floyd Football Club, uno degli argomenti più interessanti per voi lettori di questo blog.

Parliamo spesso delle canzoni che narrano la vita di un calciatore, dei cori da stadio fatti sulle note di brani musicali, di giocatori di calcio che hanno inciso dischi e, questa volta vi potremo stupire con la psichedelia ed il rock progressive dei Pink Floyd!

Tratta da Storie di calcio:

Waters, Wright, Adamson, Mason, O’Rourke, Richardson, Gilmour, Watts, Howard, Thorgerson, Max. E’ l’undici titolare del Pink Floyd Football Club, in campo negli anni Settanta, uno dei maggiori esempi dello stretto rapporto tra calcio e musica rock. Magliette biancoblu come i calzettoni, pantaloncini blu. I componenti della band inglese furono quattro titolari inamovibili: Roger Waters portiere, Rick Wright difensore di fascia, Nick Mason in mediana e David Gilmour all’ala destra. La foto del “First Eleven”, così fu denominata la squadra pinkfloydiana, venne inserita da Storm Thorgerson, deus ex machina grafico del gruppo inglese, nella copertina di A Nice Pair, un disco che la Emi mise in vendita, nel Natale del 1973, sull’onda dello strepitoso successo mondiale di The dark side of the moon. Dato lo scarso tempo a disposizione, l’idea dell’etichetta discografica fu di riunire in una raccolta i primi due album del gruppo: The piper at the gates of dawn ed A saucerful of secrets.
Tra le immagini centrali, Thorgerson pensò, in un primo momento, di immortalare il pugile Floyd Patterson, campione del mondo dei pesi massimi tra il 1956 e il ’62, ritratto in guantoni e calzoncini rosa. L’operazione fallì a causa della richiesta di Patterson che pretese la cifra monstre di cinquemila dollari. Somma ritenuta “oltraggiosa” da tutto lo staff della band che mandò a quel paese il pugile. L’alternativa fu di ritrarre il “first eleven”. Il football rappresentava una presenza costante nella vita dei quattro Floyd. La foto di A Nice Pair fa riferimento ad un incontro in cui il Pink Floyd Fc rimediò un sonoro 4-0 da una squadra di marxisti della parte settentrionale di Londra. Un particolare riportato da Nicholas Shaffner, biografo di punta della band. Sulla linea mediana, il batterista Mason, l’esecutore del “4/4 lento” di molti brani del gruppo, dava il tutto per tutto, uscendo spesso esausto dal rettangolo di gioco. Nella foto ufficiale, Mason è ritratto con una fascia in testa stile “One of these days” ai tempi del live a Pompei di cui il regista Adrian Maben trasse un autentico “cult-movie”. PINK FLOYD FOOTBALL CLUBsei qui: » storie di calcio » nonsolocalcio La grande passione calcistica della band inglese. Waters tra i pali, Wright terzino, Mason in mediana e Gilmour ala destra: la storia del “First Eleven” pinkfloydiano, uno dei maggiori esempi della stretta connessione tra calcio e musica rock.
Il bassista Waters era un portiere coraggioso nelle uscite ma non esente da svarioni. In difesa, sulla fascia destra, il tastierista Wright si muoveva con una certa disinvoltura, sia pur palesando una tecnica non proprio raffinata. Un terzino che cercava spesso le sovrapposizioni, scambiandosi il pallone con l’ala destra Gilmour che, a dire il vero, in un campo di calcio non mostrò la stessa classe e sicurezza palesata sul palco con la sua Fender. “C’era sempre un pallone con noi, nelle nostre tournée in giro per il mondo”, ha ricordato Roger Waters, tifoso dell’Arsenal, confermando che il calcio era una costante nei tour della band. A Padova, nel luglio 2013, Waters lasciò il suo autografo sulla seconda maglia della squadra veneta, molto simile a quella usata dai Gunners inglesi.
Scandagliando la discografia pinkfloydiana, c’è un brano dove emerge nitido il collegamento tra la musica dei Pink Floyd e il football: Fearless, traccia inserita nell’album Meedle (1971). Nella parte finale, alle note di chitarra si sovrappone il coro di “The Kop”, la curva dei tifosi del Liverpool, che intona la celeberrima You’ll Never Walk Alone, inno sportivo di molte squadre inglesi (“Quando cammini nel bel mezzo di una tempesta, tieni bene la testa in alto e non aver paura del buio alla fine della tempesta … cammina nel vento, cammina nella pioggia, anche se i tuoi sogni saranno sconvolti e scrollati, va avanti, va avanti con la speranza nel tuo cuore…”).
Quel coro fu registrato durante un derby tra i Reds e l’Everton. Alla fine, infatti, si percepisce nel disco un “Everton, Everton” sommerso dai fischi dei tifosi avversari. Dal 1906, una delle curve dello stadio di Liverpool è chiamata ufficialmente Spion Kop, dal nome di una collina nella regione sudafricana del Natal, luogo dell’omonima battaglia della seconda guerra Anglo-Boera dove si registrarono gravi perdite tra i soldati britannici. Gran parte dei caduti, provenienti da Liverpool, facevano parte del reggimento di fanteria del “Lancashire”. La tifoseria che occupa quella curva di Anfield Road viene chiamata, familiarmente, The Kop. Anche altri stadi, come il St. Andrews di Birmingham o Hillsborough di Sheffield, hanno una curva o una tribuna chiamata Kop.
Dell’undici titolare pinkfloydiano fece parte anche Chris Adamson, road manager del gruppo nei primi anni ’70. Fu lui a suggerire alla band i titoli di alcuni brani, tra cui When you’re in, Speak to me ed Any colour you like. Adamson è rimasto celebre anche per il breve parlato all’inizio di Dark side of the moon: “I was made for fucking years, absolutely years…”. Da giocatore presidiava, in fase difensiva, la fascia sinistra, giocando a calcio spesso con le scarpe da tennis. Bob Richardson era il centrale della difesa. Soprannominato “Liverpool Bobby”, lavorò con Peter Watts dalla fine degli anni Sessanta fino al ‘73.
Il roadie Peter Watts nel First Eleven ricoprì il ruolo di centrocampista centrale. Padre dell’attrice Naomi Watts, tecnico del suono e road manager della band, la sua collaborazione con i Pink Floyd finì prima del “British Winter Tour” del ’74 a causa dei suoi problemi di tossicodipendenza. Watts morì nell’agosto del ‘76. Il corpo senza vita fu trovato a Notting Hill, in una casa londinese di proprietà del gruppo. La polizia rinvenne, accanto al cadavere, una siringa ed evidenti tracce di eroina. Nella storia musicale dei Pink Floyd resta, indelebile ed inconfondibile, l’urlo di Watts in Speak to me e la sua “risata folle” nella parte conclusiva di Brain Damage.
Arthur Max, tecnico delle luci della band dal periodo barrettiano fino al ’74, era l’ala sinistra, imprevedibile e sempre pronto all’affondo alla ricerca del cross. Steve O’Rourke, manager dei Pink Floyd, venne impiegato come secondo difensore centrale, ultimo baluardo davanti al portiere. Uno che in campo non badava al sodo. Nella foto di A Nice Pair, O’Rourke è il giocatore più alto. Il centravanti era Tony Howard, agente musicale, impegnato con i Pink Floyd dalle serate dell’Ufo di metà anni Sessanta e fino ai concerti del 1994, dove ricoprì il ruolo di tour manager.
Al barbuto Storm Thorgerson venne affidato il ruolo di regista del First Eleven. Fondatore, con Audrey Bo Powell, dello studio Hipgnosis, Thorgerson, deceduto nell’aprile del 2013, rivoluzionò il modo di realizzare le copertine degli album. Gilmour lo definì “una forza costante nella sua vita, sia sul piano lavorativo che umano. Una spalla sulla quale piangere ed un grande amico”. Mason descrisse Thorgerson come “un lavoratore infaticabile, dall’inizio alla fine”.
Non mancavano le tifose al seguito della squadra, a cominciare da cinque bellissime “cheerleaders” con tanto di magliette dove campeggiavano due stelle sotto le lettere “PF FC”. La foto del First Eleven finì anche in un opuscolo, pubblicato nel ’74, contenente la discografia dettagliata dei primi undici album dei Pink Floyd. Cinque anni più tardi, dopo l’uscita di The Wall, con il nome di “The First XI” fu chiamato un cofanetto, pubblicato dalla Emi, comprendente tutti i dischi dei Pink Floyd, da The Piper at the gates of dawn ad Animals. Di quel cofanetto, stampato in sole mille copie, le perle furono due rare stampe “picture disc” di Dark side e Wish you were, tra le pochissime versioni “picture” nella discografia ufficiale “in vinile” dei Pink Floyd.
La storia del “First Eleven” pinkfloydiano non è l’unico esempio di sinergia tra rock e calcio. Rod Stewart è un supertifoso del Celtic Glasgow, Elton John è stato presidente del Watford e ha dedicato un brano al fuoriclasse rumeno Hagi (I’m still standing). In una fotografia del 1976, l’autore di Your Song è ritratto all’interno dello stadio “Azteca” di Città dei Messico, intento a calciare un rigore sotto lo sguardo sorridente del fuoriclasse inglese Best. I Primal Scream scrissero “The Man and the Scream Team Meet the Barney Army” per la nazionale scozzese mentre i Super Furry Animals dedicarono “The Man Don’t Give a Fuck” a Robin Friday, attaccante del Cardiff City, scomparso a 38 anni dopo una vita vissuta sul filo del rasoio e spesso a stretto contatto con la droga. ”Sul campo – affermò Friday – odio tutti gli avversari. Non mi importa niente di nessuno. La gente pensa che sono pazzo, lunatico. Io sono un vincente”. Da non dimenticare, infine, il tributo dei Kinks a George Best (“Delicate Follower of Fashion”) ed un brano di Morrissey, “Munich Air Disaster 1958″, in omaggio ai calciatori del Manchester United scomparsi nella tragedia aerea del febbraio ’58, dopo lo schianto del volo 609 della British European Airways, sulla pista dell’aeroporto tedesco di München-Riem.

La redazione di Football a 45 giri chiude questo splendido articolo con Wish You were here, brano pubblicato nell’omonimo disco nel 1975 da etichetta Harvest Records:

La canzone di Natale dei tifosi del Celtic è Last Christmas dei Wham

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I tifosi del Celtic cantano Last Christmas, la canzone dei Wham celtic fans football Last_Christmas_wham_45giri tifosi celtic glasgow I tifosi del Celtic cantano Last Christmas, la canzone dei Wham, disco di Natale 1984, in occasione della trasferta di Europa League di Zagabria contro la Dinamo.

Il modello ultras dei biancoverdi di Scozia prevede l’uso di tanti cori e spesso di rifacimento di canzoni di dischi famosi; tra le tifoserie del mondo, gli Hoops, sono probabilmente quelli che più calzano l’esempio del legame tra musica e calcio.

The Celts hanno vinto a Zagabria e ci sono diversi video del loro festeggiare per la città; a dirla tutta, come al solito, gli scozzesi hanno festeggiato anche prima del match, sfilando per le vie della capitale croata, passando da un pub all’altro ed esibendo i soliti drappi (bandiere o sciarpe) d’occasione con il logo del Celtic e quello della squadra avversaria di turno, quasi a sigillare ogni volta un gemellaggio…ma attenzione però, questo non vale per tutti i supporters del Celtic di Glasgow!

Ecco a voi il video dei tifosi del Celtic football club che cantano Last Christamas di George Michael all’interno del settore ospiti dello stadio Maksimir:

La canzone originale, Last Christmas dei Wham, fu pubblicato in 45 giri nel 1984 dall’etichetta Columbia Records; si tratta di un brano mitico, non solo per il successo che ebbe, ma per il fatto che ogni 25 Dicembre viene trasmesso ovunque!
Il disco è stato riprodotto anche nel 1985 e nel 1986 ed i proventi sono andati in benefecienza per combattere la carestia dell’Etiopia. La vera curiosità di quella che tutti considerano la canzone di Natale per eccellenza è che era nata per essere prodotto a Pasqua e doveva avere come titolo Last Easter!

Ecco il video di Last Christian del 1984:

Ecco il testo di Last Christmas
(Wham!)

[Chorus:]
Last Christmas
I gave you my heart
But the very next day you gave it away
This year
To save me from tears
I’ll give it to someone special

Once bitten and twice shy
I keep my distance
But you still catch my eye
Tell me baby
Do you recognize me?
Well
It’s been a year
It doesn’t surprise me
I wrapped it up and sent it
With a note saying “I love you”
I meant it
Now I know what a fool I’ve been
But if you kissed me now
I know you’d fool me again

[Chorus]

A crowded room
Friends with tired eyes
I’m hiding from you
And your soul of ice
My god I thought you were
Someone to rely on
Me?
I guess I was a shoulder to cry on

A face on a lover with a fire in his heart
A man under cover but you tore me apart
Now I’ve found a real love you’ll never fool me again

[Chorus 2x]

A face on a lover with a fire in his heart
A man under cover buy you tore him apart
Maybe next year I’ll give it to someone
I’ll give it to someone special.


Calciatori, ultras Campobasso e Maledetta Primavera

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curva nord smoked head campobasso maledetta primavera disco ultras campobasso Calciatori, ultras Campobasso e Maledetta Primavera I calciatori e gli ultras del Campobasso cantano un coro sulle note di Maledetta Primavera, una canzone uscita in vinile 45 giri nel 1981.
Il tutto avviene sotto e nel settore ospite dello stadio Civitelle di Agnone, e i giocatori ed i tifosi rossoblu per festeggiare il 2 a 0 all’Agnonese intonano il coro che dice:
Che importa se non arriva la promozione,
che vuoi che sia sempre sta categoria;
oh Campobasso io non vivo senza te!

Con parole simili o molto diverse, più o meno strofe, questa canzone di Loretta Goggi è molto diffusa tra le tifoserie italiane; in effetti si canta proprio bene ed è sempre una musica che coinvolge tutti.
Maledetta primavera, scritto da Amerigo Cassella e Totò Savio, è un brano che, sulle ali del secondo posto al festival di Sanremo del 1981, ha conquistato la critica; il pubblico lo ha ripagato con record di vendite del disco Maledetta primavera/Mi solletica l’idea inciso da WEA.
Inutile stare qui a citare le tante cover di altri cantanti e gli utilizzi per sigle tv, radio o jinlge.

Si dice che siano stati gli ultras dell’Hellas Verona i primi ad adottare questa canzone allo stadio durante una trasferta al Partenio di Avellino nel 1985, ma, come sempre è difficile, se non impossibile dare la paternità ad un coro dei tifosi o parlare di plagio e copie.

Intanto godiamoci l’originale di Loretta Goggi:

https://www.youtube.com/watch?v=l_jHJPhzYiY

Ecco il testo di Maledetta Primavera:
Voglia di stringersi e poi
vino bianco, fiori e vecchie canzoni
e si rideva di noi
che imbroglio era
maledetta primavera.
Che resta di un sogno erotico se
al mattino è diventato un poeta
se a mani vuote di te
non so più fare
come se non fosse amore
se per errore
chiudo gli occhi e penso a te.
Se
per innamorarmi ancora
tornerai
maledetta primavera
che imbroglio se
per innamorarmi basta un’ora
che fretta c’era
maledetta primavera
che fretta c’era
se fa male solo a me.
Che resta dentro di me
di carezze che non toccano il cuore
stelle una sola ce n’è
che mi può dare
la misura di un amore
se per errore
chiudi gli occhi e pensi a me.
Se
per innamorarmi ancora
tornerai
maledetta primavera
che importa se
per innamorarsi basta un’ora
che fretta c’era
maledetta primavera
che fretta c’era
maledetta come me.
Lasciami fare
come se non fosse amore
ma per errore
chiudi gli occhi e pensa a me.
Che importa se
per innamorarsi basta un’ora
che fretta c’era
maledetta primavera
che fretta c’era
lo sappiamo io e te
Na, na, na, na , na , na,
na, na, na, na, na, na,
maledetta primavera
na, na, na, na, na, na…

Un coro ultras e la musica anni’60 per l’Atalanta

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ultras curva niord bergamo dea coro curva nord bergamo simon & garfunkel sound of silence 45 giri A Bergamo un coro ultras e la musica anni’60 si sposano perfettamente grazie alla Curva Nord che intona per l’Atalanta la canzone che dice Non ti lasceremo mai.

Le parole del coro da stadio degli atalantini neroazzurri sono:

Siamo sempre insieme a te non ti lasceremo mai devi sempre solo vincere devi sempre solo vincere dai dea non mollare x gli ultras x gli ultras dai vinci x noi

Ma in questo caso oltre al testo molto importante e significativo, quello che spicca è la melodia e le note sulle quali cantano i tifosi bergamaschi; si tratta del rifacimento di un vecchio disco del 1966, The Sound of silence. Una vera poesia! un 45 giri del duo folk Simon & Garfunkel uscito per l’etichetta Columbia Records e che ancora fa parlare di se.
Ecco il video:

Ecco il testo di The sound of silence:
Hello, darkness, my old friend
I’ve come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision
That was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
Beneath the halo of a street lamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed
By the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence

And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never share…
And no one dare
Disturb the sound of silence.

“Fools,” said I, “you do not know
Silence like a cancer grows.”
“Hear my words that I might teach you,
Take my arms that I might reach you.”
But my words like silent raindrops fell,
And echoed in the wells of silence.

And the people bowed and prayed
To the neon god they made.
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming.
And the signs said: “The words of the prophets
Are written on the subway walls
And tenement halls,
And whisper’d in the sound of silence.”

Cinema e ultras con The firm

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the firm ultras cinema Gary Oldman as Bex in Alan Clarke 1989 film The Firm the firm 1989 the firm ultimo stadio Torniamo a parlare di calcio, visto nei film, in particolare del rapporto tra cinema ed ultras, o hooligans meglio, citando The Firm, che uscì nelle sale italiane con titolo di Ultimo Stadio.
Parliamo degli anni 90, anzi del 1989, in pieno fenomeno mediatico “naziskin”, periodo in cui ogni ragazzo rasato era considerato teppista ed etichettato politicamente..che poi proprio facendo questo nacquero quegli pseudo mostri delle periferie nostrane con bomber grigio, sciarpa del Borussia Dortmund, duecento orecchini, spinello in bocca e poca dimestichezza con il vocabolario.

Insomma, mica lo scoprite oggi che i media amplificano, modificano, rinominano etc etc.

Questo film rientra proprio nella categoria citata e scimmiotta quelli che molti chiamano hooligans.

Per voi footballer a 45 giri ecco la recensione trovata on-line su un sito che merita:

da: thebegbieinside

Di film sul mondo del calcio ce ne sono stati tanti e, diciamoci la verità, molti ce li saremmo davvero risparmiati. Uno dei leitmotiv del genere ai quali siamo abituati, ha a che fare – neanche a dirlo – con il fenomeno Ultras e Hooligan, tema abbondantemente trattato in tutte le salse e con i dovuti stereotipi, spesso farciti di quel sensazionalismo da “violenza dentro e fuori gli stadi” piuttosto banale. Negli ultimi anni, vi sono state letture più o meno credibili sull’universo delle tifoserie organizzate, delle quali sono state messi in luce per lo più gli aspetti negativi, legati all’odio indiscriminato tra le diverse fazioni, al razzismo, alla guerriglia e ai disordini urbani.
La violenza del fenomeno ultras, hooligan e Thatcherismo
Che il fenomeno Ultras/Hooligan abbia dei risvolti cruenti è cosa nota. Come, d’altro canto, è abbastanza stucchevole la retorica in merito. Altrettanto diffusa è poi la tendenza a girare dei film “di denuncia” che esaltano la violenza “tipica” di questo mondo e che si concludono con finali socialmente accettabili, dove gli aspetti negativi vengono condannati in toto. Questa presa di distanze diviene tuttavia funzionale a tenere vivi i deliri di onnipotenza dello spettatore medio, che si compiace di quelle storie avvincenti da gente “sbandata”. Trame presentate in modo sciatto e approssimativo, che non hanno una reale vocazione ad analizzare gli aspetti “sociologici” di taluni fenomeni (i meccanismi di omologazione e di aggregazione sociale ad esempio) che avrebbero potuto essere particolarmente interessanti. In breve: usare la violenza in modo ruffiano, rinnegandola nel finale, solo per tenere in piedi una storia potenzialmente avvincente. Usare deliberatamente quella brutalità degna di Arancia Meccanica privando il film di tutto quell’impianto critico e di riflessione sul tema (straordinario nel capolavoro di Kubrick) che regredisce nell’esaltazione pura dell’Ultraviolenza.
E quindi? E quindi basta con gli sproloqui pseudo-intellettuali. Begbie vi segnala un film genuino sul mondo delle Firm inglesi, che la morale la fa, ma solo un po’. E che si compiace della violenza, ma solo un po’. The Firm (1989), in italiano Ultimo Stadio, è un film diretto dal regista e autore televisivo Alan Clarke, che vede protagonista un bravissimo Gary Oldman (il Gordon de Il cavaliere oscuro) nei panni dell’agente immobiliare Clive “Bexy” Bissel, yuppie dalla doppia vita, una borghese e l’altra da tifoso turbolento. “Bexy”, un antesignano di Begbie per attitudine e assonanza, è a capo della Firm chiamata I.C.C. (Inter City Crew), chiaro riferimento fittizio alla Inter City Firm del West Ham.
Prodotto per la televisione (con un remake cinematografico nel 2009), il film prende spunto dal documentario Hooligan di Ian Stuttard del 1985 che indaga il mondo dei gruppi organizzati inglesi degli anni ’80, nel contesto del clima conservatore del Thatcherismo, quando il fenomeno Hooligan venne aspramente condannato e – solo apparentemente – sconfitto.
La trama si snoda sul dualismo del personaggio di Bexy, schiacciato dalla propria quotidianità di benestante inconciliabile con la sua schizofrenica voglia di ribellarsi alle convenzioni e al proprio stile di vita ordinario. Come leader della Firm, Bexy deve garantire la reputazione della propria compagine, usando dei comportamenti talvolta poco ortodossi, come è di consueto per ogni gruppo che si rispetti. Il mondo delle Firm inglesi è qui descritto in modo sincero e realistico, senza troppi cliché e talvolta anche con una certa ironia (l’improbabile “rito di iniziazione” dei neofiti).
Ma non anticipiamo troppo, lo troverete facilmente in streaming (rigorosamente in inglese, ve lo sconsigliamo doppiato in italiano). The Firm vuole illustrare – e ci riesce in modo discreto – la realtà indecifrabile e “celata” degli Hooligan all’indomani della tragedia dell’Heysel, un mondo dalle strutture e dalle regole proprie, del quale viene qui restituita un’immagine (insolitamente) veritiera.

La Redazione di Football a 45 giri chiude con Hooligans, di Bob Marley and The Wailers, spettacolare pezzo reggae:

Un coro da stadio e la musica dei Piranhas per Thierry Henry

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coro tifosi arsenal thierri henry arsenal tom hark 45 giri disco Un coro da stadio e la musica dei Piranhas per Thierry Henry Vogliamo salutare Thierry Henry, che si ritira dal calcio giocato, con un coro da stadio sulla musica di un disco dei Piranhas, che i tifosi dei Gunners gli avevano dedicato.

Il re di Hibury saluta tutti con un bel “Spero di avervi fatto divertire” ed attacca gli scarpini al chiodo. Porca puttana, un altro grande del football che ci lascia (in senso calcistico, ovviamente)…poi ci penso su però e rifletto sul fatto che è del 1977 ed allora capisco che ci può stare; il problema è un altro, qui tra una pinta e l’altra, siamo noi che ci siamo invecchiati e ci rendiamo conto di questo solo quando i calciatori che abbiamo adorato od odiato si ritirano e quando in campo scendono sbarbatelli sconosciuti!

Torniamo però al giocatore francese, cioè figlio di una papà di Guadalupa e di una mamma della martinica, che ha giocato nei campionati francese, italiano, inglese, spagnolo e (vabbè, mettiamocelo pure) statunitense. Thierri ha vinto tanto e con tante maglie diverse; da un sobborgo di Parigi, è riuscito ad indossare la casacca della Juventus, del Monaco, del Barcellona, dei NY Redbulls, ma più che altro dell’Arsenal. Proprio con i Gunners è riuscito a dare il meglio di sè ed è riuscito a farsi amare da tutti i tifosi, i quali gli hanno dedicato un coro sulle note di Tom Harks, famosa la versione dei Piaranhas uscita in 45 giri nel 1980, ma in realtà cover ska di un vecchio brano Kwela di Aaron “Big Voice” Jack Lerole (o di Elias and Zig-Zag?)..un brano che una volta sentito ti rimane impresso, perfetto per un coro da stadio (ne sentirete parlare nuovamente sempre su Football a 45 giri!):

Ecco la canzone originale:

Il testo di Tom Hark:
hh aa haa
Hark the herald angels sing
“Glory to the newborn King”
Peace on earth, and mercy mild
God and sinners reconciled
Joyful all you nations rise
Join the triumph of the skies
With angelic host proclaim
“Christ is born in Bethlehem”
Hark the herald angels sing
“Glory to the newborn King”
(Ooo)
Christ by highest Heaven adored
Christ the everlasting Lord
(Ooo)
Late in time behold him come
Offspring of the favored one
Veiled in flesh, the Godhead see
Hail the incarnate Deity
Pleased as man with men to dwell
Jesus our Emmanuel
Hark the herald angels sing
“Glory to the newborn King”
Ohh, haa
Oh o
Ha
Hail the Heaven born Prince of peace
Hail the Son of righteousness
Light and life to all He brings
Risen with healing in His wing
(Mild He lays His glory by)
Born that man no more may die
Born to raise the sons of earth
Born to give them second birth
Hark the herald angels sing
“Glory to the newborn King”
(To the newborn King)
Yea

Un disco musicale dedicato al calciatore Andrea Pirlo

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andrea pirlo fotomodello calciatori alcol pirlo Un disco musicale dedicato al calciatore Andrea Pirlo andrea pirlo punizione Un intero disco musicale dedicato al calciatore Andrea Pirlo dal quale l’album di Penthouse Apartment prende il nome.
Non siamo riusciti a trovare notizie in rete ne’sul musicista o band che ha composto le canzoni nè sulle canzoni stesse i cui testi ci sembrano incomprensibili..oltre che la musica molto, molto particolare.
Deduciamo che ci ha composto questo disco sia, oltre che un fan del centrocampista della Nazionale Italiana e della Juventus, anche un suo concittadino poichè uno dei brani si chiama proprio Brescia. Ecco tutte le tracce:
«L’Architetto», «Brescia», «Vigneto», «Belle Donne», «Cinque», «La Filosofia», «Bellezza Romana», «La Ragazza», «La Dolce Vita», «Pirlo», «Vapore Italiano» e «La Regista».

Se tu che ci leggi ne sai di più scrivici in privato o lascia un commento a questo articolo.

Andrea Pirlo nella sua carriera fantastica ha vinto tanto ed ha avuto tanto, gli mancava proprio un disco col il suo nome, un collegamento calcio/musica con tag: Pirlo!

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