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I’m forever blowing bubbles, la storia dell’inno degli Hammers

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hammers football fans west ham united gate west ham united stadium I’m forever blowing bubbles, la storia dell’inno degli Hammers I’m forever blowing bubbles, la storia dell’inno degli Hammers, la squadra di calcio dei martelli incrociati, la working class dell’east end di londra.

Che fascino il WHUFC! Simbolo, storia, colori, tifoseria e legame con la musica del West Ham è troppo tutto questo per un solo club!

Da calcioweb:

..l’inno di una squadra inglese, sicuramente meno titolata e meno blasonata del Liverpool, ma non per questo meno presente nella cultura pop: ci riferiamo al West Ham United, team del Nord di Londra oggetto di diversi film (come Hooligans del 2005) e sostenuto da personaggi celebri come il principe Harry, Steve Harris, Katy Perry e addirittura Barack Obama.

Gli Hammers sono famosi anche per avere una tifoseria tra le più calde d’Inghilterra, anch’essa capace di provocare brividi quando canta il proprio inno. Se assistiamo a un match del West Ham disputato a Boleyn Ground notiamo, durante l’ingresso in campo delle squadre, delle bolle di sapone librarsi verso l’alto e, in sottofondo, una canzone. Quella canzone, intonata a squarciagola, è proprio l’inno della squadra londinese, chiamato, appunto, I’m Forever Blowing Bubbles, ovvero “sto sempre a gonfiare bolle di sapone”.

Come YNWA e altri inni, anche questo “anthem” si caratterizza per la sua curiosa derivazione dai musical americani di inizio ’900. Più precisamente, I’m Forever Blowing Bubbles, musica di John Kellette e parole di Jaan Kenbrovin (fusione pseudonima di James Kendis, James Brockman e Nat Vincent) fa parte della colonna sonora di The Passing Show, prodotto nel 1919, che vede una delle prime apparizioni a Brodway di Fred Astaire.

La canzone divenne una hit durante gli anni ’10 e gli anni ’2o, e arrivò anche in Inghilterra, dove alla fine della seconda decade del XX secolo divenne inno del West Ham. I fatti, risalenti proprio a quegli anni, che hanno provocato l’adozione di questo brano come inno ufficiale degli Irons sono abbastanza curiosi: la decisione di adottarlo è riconducibile al tecnico Charlie Paynter, il quale era stato informato dall’amico Cornelius Beal, preside della Park School, della somiglianza tra Billy Murray, un giocatore della squadra della scuola, e il bambino raffigurato in un dipinto di Millais (nella foto), intitolato Bubbles, a quei tempi utilizzato per la pubblicità dei saponi Pears, il cui jingle era – facile intuirlo – il brano presente in The Passing Show. Lo stesso preside era solito festeggiare le belle prestazioni dei suoi ragazzi cantando proprio I’m Forever Blowing Bubbles, adattando però il testo a ciascun giocatore. Se poi aggiungiamo che Murray fu in prova alBubbles_by_John_Everett_Millais West Ham e che diversi suoi compagni di scuola in seguito indossarono la casacca “claret&blue, non è difficile capire lo “shift” che portò il brano ad essere prima canticchiato dal preside nel campetto della scuola e poi imposto da mister Paynter come inno pre-partita a Boleyn Ground.

I’m Forever Blowing Bubbles è stata anche oggetto di rivisitazioni prevalentemente in chiave punk: la più celebre è quella del Cockney Rejects.

Ecco la traduzione dell’inno, le cui parole non palesano certo un “mood” particolarmente gioviale. Anzi, come molti altri brani usati poi come inni, anch’esso è caratterizzato da una forte malinconia, rappresentata dall’analogia tra le bolle di sapone e i sogni, entrambi caratterizzati dalla loro predisposizione a smaterializzarsi facilmente:

Sto sempre a gonfiare bollle
Belle bolle nell’aria,
Volano così in alto,
Raggiungono il cielo,
E come i miei sogni svaniscono e muoiono!
La fortuna si nasconde sempre,
Ho guardato dappertutto,
Sto sempre a gonfiare bolle,
Belle bolle nell’aria!”

Ecco il coro dei tifosi del West Ham United al Wembley Stadium,il 19 maggio 2012 after dopo il match contro il Blackpool 2-1 nella finale Playoff:


Don’t Take Me Home, il coro dei tifosi del Newcastle

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magpies newcastle toon tifo newcastle united fc toon army newcstle ufc Don’t Take Me Home, il coro dei tifosi del Newcastle Don’t Take Me Home, il coro dei tifosi del Newcastle, i Geordies, nasce sulle note di un disco di musica country di Billy Ray Cyrus.
La canzone della Toon Army è molto coinvolgente, anche se non è originale, possiamo vedere qui i ragazzi di Newcastle Upon Tyne in trasferta a Londra contro il Fulham allo stadio Cravene Cottage il 10 Dicembre 2012:

Soono le seguenti le parole del coro dei supporters del Newcastle, i Magpies:
Don’t take me home
Please don’t take me home
I just don’t want to go to work
I wanna stay here
Drink all the beer
Please don’t, please don’t take me home

Invece ecco a voi la canzone originale, Achy Breaky Heart, sulla quale nasce il “coro ultras” dei bianconeri della Toon Army:

Si tratta di un brano di musica country uscito nel 1992 con il disco Some Gave All del cantante americano Billy Ray Cyrus e pubblicato da etichetta Mercury Records.
Ecco il testo di Achy Breaky Heart:
You can tell the world you never was my girl
You can burn my clothes when I’m gone
Or you can tell your friends just what a fool I’ve been
And laugh and joke about me on the phone

You can tell my arms to go back onto the phone
You can tell my feet to hit the floor
Or you can tell my lilps to tell my fingertips
They won’t be reaching out for you no more

But don’t tell my heart, my achy breaky heart
I just don’t think it’d understand
And if you tell my heart, my achy breaky heart
He might blow up and kill this man
Ooo

You can tell your ma I moved to Arkansas
Or you can tell your dog to bite my leg
Or tell your brother Cliff who’s fist can tell my lips
He never really liked me anyway

Oh tell your Aunt Louise, tell anything you please
Myself already knows that I’m okay
Oh you can tell my eyes to watch out for my mind
It might be walking out on me today

But don’t tell my heart, my achy breaky heart
I just don’t think it’d understand
And if you tell my heart, my achy breaky heart
He might blow up and kill this man
Ooo

But don’t tell my heart, my achy breaky heart
I just don’t think it’d understand
And if you tell my heart, my achy breaky heart
He might blow up and kill this man
Ooo

Don’t tell my heart, my achy breaky heart
He might blow up and kill this man
Ooo

Don’t tell my heart, my achy breaky heart
He might blow up and kill this man
Ooo

Film sugli ultras, gli hooligans e le tifoserie di calcio

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ultrà cinema film tifosi calcio football factory green street hooligans Film sugli ultras, gli hooligans e le tifoserie di calcio Sei leggi questo articolo è perchè ti piace il football, ti piace la musica e ti piacciono i film sugli ultras, gli hooligans o le tifoserie di calcio.

Questo del cinema che si lega al pallone è un binomio interessantissimo, ma quando in ballo ci sono anche i tifosi il tema diventa scottante. Abbiamo avuto modo di vedere troppi scempi, troppi scimmiottaggi del mondo ultrà, troppe esagerazioni senza senso..abbiamo visto creare dei mostri, dei replicanti, dei capri espiatori.

In merito all’argomento vi riportiamo le seguenti parole, da Treccani:

Si parla tanto, troppo di tifoserie, stadi, scontri e pistole sui nostri media. Ci si stupisce con pelosa indignazione di questa fetta di società esclusa dal consesso civile, spesso per volontà propria. Eppure in tanti ci avevano avvertito, soprattutto al cinema. In Italia, per esempio, lo ha fatto uno dei migliori – e più sottovalutati – film di Ricky Tognazzi, Ultrà.
Il suo romanistissimo Principe (in onore del mitico capitano Giuseppe Giannini), ha la faccia di Claudio Amendola e un’etica distorta che molto ricorda i giorni nostri. Violento ma anche curioso e non moralista, è uno spaccato di mentalità e vita di un gruppo di ragazzi dediti a una squadra e a una visione del mondo tanto radicata quanto estranea alla cosiddetta “normalità”. Il finale nello stadio di Torino, in quei bagni divelti e in quelle esistenze recise da una lama, ci dice tanto, e molto prima, di ciò che non abbiamo voluto vedere. L’opera suscitò interesse e anche polemiche, persino antiche se si pensa che una delle più feroci fu sul presunto malinteso del titolo, visto che secondo molti rappresentava gli ultras e non gli ultrà. E in una s, in quel mondo a parte, passa una distinzione filosofica e ontologica che avrebbe bisogno di un libro per essere sviscerata.
Sempre nel nostro paese è tornato sul tema, anche se dall’altra parte, Acab di Stefano Sollima, tratto dal libro di Carlo Bonini. Qui si guarda ai celerini, a chi ha diviso la sua esistenza tra Genova 2001 e l’olimpico di Roma. Prendendo botte ma soprattutto dandone. Il cineasta con coraggio entra nelle ambiguità delle forze dell’ordine, mostrando come certi valori siano condivisi con i propri nemici, in nome di una violenza che diventa etica, estetica e persino modo e metodo di vita.
Di sicuro però uno dei lavori migliori in merito è E.A.M. di Vincenzo Marra. L’autore napoletano, talento cristallino alla macchina da presa, soprattutto quando guarda gli interstizi più nascosti della sua Napoli, si calò nella realtà della curva partenopea, seguendo un gruppo di persone che tenevano fede al titolo del suo documentario: E.A.M., infatti, sta per Estranei alla Massa. Senza moralismi o retorica, Marra guarda questi uomini normali nella loro seconda vita, creando nello spettatore persino fascinazione per un luogo dell’anima e della società troppo spesso rinchiuso dagli “altri” in stereotipi classisti e ignoranti. Non c’è condiscendenza nel suo racconto, ma solo verità, e a tutt’oggi sembra essere proprio il suo il ritratto più completo e profondo del tifo nostrano. Forse perché il regista intuisce il legame che c’è tra l’individuo e il gruppo, un qualcosa di unico e poco comprensibile per chi ne è al di fuori. Così lui ai Fedayn allo stadio alterna il “pedinamento” di sei componenti degli stessi, fuori dal San Paolo.
Di alto livello è anche Secondo tempo di Fabio Bastianello, che con un piano sequenza si getta proprio su quegli spalti, facendoti respirare quell’ambiente, costringendoti a intuire forse l’unica forma di pensiero collettivo, di ideologia rimasta. Lupo lo incarna con fanatismo e, allo stesso tempo, senso pratico e in 105 minuti questo film di finzione tutto ambientato allo stadio olimpico di Torino ci dice molto di quella realtà, pur non arrivando ai vertici di questo genere particolarissimo. Fu vietato ai minori di 18 anni: perché l’importante è escludere, mai capire. La politica, i benpensanti fanno sempre così.
A Daniele Segre va riconosciuto poi il merito di avere realizzato un grande “classico” come Il potere dev’essere bianconero, che si infila, quasi si infiltra in quel dedalo di sentimenti e contraddizioni che è l’ultratifo (in tutti i sensi). Meno riuscito L’ultimo ultras di Stefano Calvagna, più istintivo e iconografico. Meglio Fratelli d’Italia, nell’episodio con un Massimo Boldi eccezionale – rimarrà mitico il suo “Ostia nun fà la stupida stasera” – un pezzo di grande comicità demenziale che però intuiva alcuni nervi scoperti del tifo. E in fondo come non citare la saga di Eccezzziunale Veramente: Abatantuono il suo orgoglio ultras lo canta, quando dice “se io sto alla partita, io rischio la vita!”.
Ma, chiaramente, anche fuori dai nostri confini sono tanti gli esempi di cinema ultras.
È del 2005 Hooligans – che forse avrà ispirato Michele Dalai per il suo bellissimo programma televisivo Football Hooligans? -, in cui troviamo un inedito Elijah Wood. La regia di Christopher Franke a tratti cede a una certa furbizia, ma la struttura del racconto e i contenuti sono di grande interesse, soprattutto perché mostra i cortocircuiti che si creano quando ultras e resto del mondo si incontrano e scontrano. Dopo non andrete mai a vedere una partita del West Ham, questo è certo.
E non possiamo non citare lo splendido Il mio amico Eric di Ken Loach: con Cantona il protagonista è un supertifoso del Manchester Utd. Parte di un gruppo che con la stessa passione discute degli sponsor sulla maglietta come dissacrazione di un tempio e poi, con maschere del loro idolo, si fanno giustizia da veri ultras. In loro c’è il meglio del tifo organizzato. Anche se è proprio un tifoso dei Red Devils che provoca un eccezionale Robert Carlyle nella serie tv Cracker To be a somebody, un crime, ma con una scena da stadio da antologia.
Un altro esempio dei tanti possibili da fare ancora è The Football Factory. Con un Danny Dyer perfetto: anche perché lui hooligan, pur se non della frangia violenta, lo è stato davvero.
Insomma, a forze dell’ordine, politici e opinionisti bastava andare un po’ più al cinema negli ultimi decenni. Forse non sarebbero così sorpresi da questo fenomeno e soprattutto così incapaci di contrastarlo. Perché l’unica possibilità di avvicinare due mondi contrapposti è una rivoluzione culturale, non certo quella repressione che è la benzina per alimentare la rabbia che tiene unito il tifo più estremo.

Coro River Plate, Decime boca q paso en mar del plata

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borrachos tablon river hinchada los borrachos del tablon river millonarios hinchada Coro River Plate, Decime boca q paso en mar del plata Oggi vi parliamo del fantastico coro da stadio per il River Plate, Decime boca q paso en mar del plata, cantato da Los Borrachos del Tablón, i tifosi dei los Millonarios.

Si tratta di una della canzoni argentine più belle tra quelle dei tifosi di calcio e che si sta diffondendo a macchia d’olio tra le curve e le gradinate italiane; quante volte hai sentito cantare dagli ultras della tua squadra o dai tifosi avversari “fino al novantesimo..che fatica che ti chiedo?”..ecco la canzone originale, quella dei tifosi del River!

Ecco il video travolgente della tifoseria argentina di Buenos Aires:

Ecco le parole dell’hinchada del River Plate:
decime boca que paso en mar del plataque no te dio la nafta no pudiste aguantar todo eso gordo que se la dan de guapo vieron a los borrachos y se fueron para atras hay que verguenza que a los que se plantaron los dejaste tirados corriste sin paraaaar por eso voooos sos un cagoon la mentira se acabo que paliza que te dieeron los borrachos del tablonn por eso voooos sos un cagon la mentira se acabo eso si son los borraachos, LOS QUE TE CORREN A VOS!

Calcio e musica con Derby County e Niall Horan

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derby county nihall horan Derby_County_F.C._logo Niall Horan Calcio e musica con Derby County e Niall Horan Calcio e musica di nuovo insieme, con il Derby County Football Club e Niall Horan, artista della boy band One Direction.

Certamente non si tratta di un genere musicale al quale siamo molto affezionati e sul quale siamo ferrati (Dio salvi il rock’n'roll!), ma la notizia è pur sempre riguardante il binomio football & music.

Niall Horan è un grande tifoso del Derby County, squadra di calcio che milita nel campionato inglese. Nonostante il cantante dei One Direction sia irlandese, è molto legato alla squadra della cittadina britannica grazie a suo padre, che ha giurato fedeltà al Derby County quando Brian Clough ha iniziato a dettar legge. Spesso Niall si reca all’iPro Stadium per gustarsi le partite in casa e così è stato martedì 16 dicembre, in occasione della sfida con il Chelsea. Il Derby ha purtroppo perso 1-3 e Niall Horan (ha problemi con le donne? ) ha affidato a Twitter un commento sulla partita: “Score doesn’t reflect that performance from Derby ! we were fantastic, linesman killed the game with that stupid sending off”, ovvero “Il punteggio non rende giustizia alle prestazioni del derby! Siamo stati fantastici, il guardalinee ha rovinato la gara con quella stupida espulsione! ”.
La presenza di Niall Horan allo stadio non è di certo passata inosservata: il cantante dei One Direction ha posato insieme a tifosi e fan della band, dimostrando la sua gentilezza e disponibilità! I One Direction sono reduci dall’esibizione con Ronnie Wood a X Factor UK: l’elettrizzante esperienza con il chitarrista dei Rolling Stones ha lasciato tante emozioni a Harry, Zayn, Niall, Liam e Louis, che sicuramente ricorderanno quel momento a lungo. Proprio sul palco del talent Niall Horan ha sfoggiato un auricolare con lo stemma dei Rams, ovvero il nome con cui viene chiamato il Derby County. Insomma: calcio e musica sono le grandi passioni del cantante e non perde occasione per unirle!

Noi delle Redazione, non reputando di citare i brani dei One Direction, decidiamo di chiudere l’articolo con I Velvet e “soffro lo stress”. In teoria la canzone si chiama Boyband ed è una parodia della band romana, uscita nel disco Versomarte nel 2001.

Il testo di Boyband:
Obiettivi di un’estate di esplosioni addominali
E dovrei abbronzarmi un pò
scatenarmi nei
dance-floor
eliminare le occhiaie…
Manco di concentrazione
Non ho volontà…

Soffro lo stress (io) soffro lo stress
sono stanco e fuori forma
Suono in una boyband, suono in una boyband
Mi manca il senso del pudore

Soffro lo stress (io) soffro lo stress
faccio un passo ed ho il fiatone
Suono in una boyband, suono in una boyband
Ci deve essere un errore

Negativi di un’estate, io riprendo il mio colore
E dovrei curarmi un pò
modellare il fisico
espressioni da migliorare…
Vitamine a profusione
Creme a volontà

Soffro lo stress (io) soffro lo stress
sono stanco e fuori forma
Suono in una boyband, suono in una boyband
Mi manca il senso del pudore

Soffro lo stress (io) soffro lo stress
faccio un passo ed ho il fiatone
Suono in una boyband, suono in una boyband
Ci deve essere un errore

Altri testi su: http://www.angolotesti.it/V/testi_canzoni_velvet_350/testo_canzone_boy_band_20776.html
Tutto su Velvet: http://www.musictory.it/musica/Velvet

Il coro Fuori il Fiato degli ultras Palermo viene dal San Lorenzo

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curva nord inferiore ultras parlermo gloriosa butteler hincha san lroenzo ultras palermo curva nord inferiore Il coro Fuori il Fiato degli ultras Palermo viene dal San Lorenzo Fuori il Fiato, cantano in coro gli ultras del Palermo, iniziando una canzone ripresa dalla Gloriosa Butteler dal San Lorenzo, la squadra di calcio di Papa Bergoglio.

E’un coro da stadio argentino, ancora una volta, ad ispirare la Curva Nord Inferiore e si tratta sempre di un coro da stadio incredibile!
I tifosi palermitani hanno applicato un nuovo testo alla canzone ed hanno trovato parole importanti per un tifo travolgente.
Ecco il testo della canzone dell’Hincha palermitana:

Fuori il Fiato
comincia il divertimento
a casa io non resisto
quando allo stadio gioca il Palermo
e già sento
il suono della grancassa
è lei che ci dà quel ritmo
per cominciare un’altra battaglia.
Se onori la maglia
se ne sarai fiero
comunque poi vada
noi ti sosterremo
non ci fa paura
la retrocession,
ma esigo rispetto
per questi color.
Quest’Aquila è stata
e sempre sarà
l’icona gloriosa
della mia Città!

Ed ecco il video di della Curva Nord Inferiore:

La canzone originale, quella dei tifosi del San Lorenzo de Almagro si chiama A tanta locura no hay explicacion, eccone un video di San Lorenzo vs Independiente del 2012:

Ed ecco le parole del coro dei tifosi argentini:
Pasaron 100 años que late este sentimiento
Quisieron privatizarte pero yo a vos no te vendo
Nos siguen diciendo que estamos de la cabeza
Nos bancamos el descenso hicimos la cancha nueva
Yo quiero la banda en fiesta y en pedo
Sabemos que vamo’ a volver a Boedo
A tanta locura no hay explicacion
Si yo de pendejo que estoy junto a vos
Tanto sentimiento tanto carnaval
Nos hizo gloriosa por la eternidad

I tifosi del Liverpool, il coro per Gerrard e Que sera, sera

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steven gerrard lascia il liverpool steven gerrard liverpool tifosi liverpool kop I tifosi del Liverpool, il coro per Gerrard e Que sera, sera La Kop, la gradinata dei tifosi del Liverpool intona un coro per Steven Gerrard sulle note del famoso successo musicale Que sera, sera.

I reds cantano così:
He’ll pass the ball 40 yards
He’s big and he’s fuckin’ hard,
Steve Gerrard, Gerrard

Il video è relativo all’esultanza di Liverpool vs Napoli del 6 Novembre 2010:

Il coro è molto carino e le note sono di una canzone di Doris Day uscita in disco nel 1956. Si tratta di un successo clamoroso, tanto è che ne ha fatta una cover anche Elvis Presley! E’uno dei brani più utilizzati negli stadi di tutto il mondo.

Ecco il testo di Que sera, sera:
When I was just a little girl

I asked my mother, “What will I be?

Will I be pretty, will I be rich?”

Here’s what she said to me

“Que Sera, Sera

Whatever will be, will be

The future’s not ours to see

Que Sera, Sera What will be, will be”

When I grew up, and fell in love

I asked my sweetheart, “What lies ahead?

Will we have rainbows, day after day?”

Here’s what my sweetheart said

“Que Sera, Sera

Whatever will be, will be

The future’s not ours, to see

Que Sera, Sera

What will be, will be”

Now I have children of my own

They ask their father, “What will I be

Will I be handsome, will I be rich?”

I tell them tenderly

“Que Sera, Sera

Whatever will be, will be

The future’s not ours, to see

Que Sera, Sera

What will be, will be”

Una canzone dei Pink Floyd e ed il coro dei tifosi del Liverpool

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pink floy fearless the kop end tifosi liverpool kop Una canzone dei Pink Floyd e ed il coro dei tifosi del Liverpool Ecco nuovamente spuntare i Pink Floyd con la loro canzone Fearless, legata al coro dei tifosi dl Liverpool You’ll never walk alone, entrambi tra i più famosi nel proprio campo.

Ci piace parlare di calcio e musica, anche di più se poi il legame tra queste nostre due componenti fondamentali della vita prende forma in un coro da stadio basato sulle note di un brano musicale o di un 45 giri che contiene riferimenti ad i fans di una squadra di football.

Avete mai ascoltato con attenzione Fearless, il brano del 1971 dei Pink Floyd? Si sente in sottofondo la Kop dello stadio di Anfield, lo zoccolo duro dei supporters dei Reds, cantare You’ll never walk alone, l’inno del Liverpool, uno dei più belli di tutti i tempi!

Da Fantagazzetta:

Il legame dei Pink Floyd col mondo del calcio non si esaurisce solo con la First Eleven Experience targata l’undici formato dalla band e dai loro collaboratori, e, non poteva essere altrimenti, con tante ragazze al seguito, come nella tradizione britannica del soccer rock anni ’60. Best non sarebbe stato Best senza la sua passione per le donne. Pure la musica e la poesia del gruppo londinese non possono fare a meno di aderire alla “malattia” del XX Secolo. Il pallone entra a far parte nella discografia di Waters e company. Il brano “Fearless”, all’interno dell’album Meddle, dove la suite Echoes domina il disco rinviando la sua potenza a nuove esperienze musicali della band, contiene un chiaro riferimento al pianeta calcio, in particolare a quello inglese. La frazione finale della traccia “Senza paura” si sovrappone al coro di The Kop, la curva dei tifosi del Liverpool. Il settore dello stadio di Liverpool occupato dati sostenitori dei Reds nel 1906 ha preso il nome di “Spion Kop”, direttamente dal nome di un a collina (in località Natal) di una regione sudafricana dove si scatenò una delle più violente battaglie della guerra anglo-boera, e dove persero la vita tanti soldati britannici.
Kop dà il nome anche alla curva delle tifoserie del St. Andrews, di Birmingham, e dell’Hillsborough, di Sheffield. Se le battaglie per l’impero coloniale sono costate tante vittime all’Inghilterra, le tifoserie inglesi non hanno perso tempo a recuperare il ricordo di quegli scontri nella profonda Africa meridionale. In Inghilterra il calcio si vive così. A Liverpool i supporters della Kop tengono molto a questo nome, perché nella battaglia di Natal morirono molti soldati provenienti dal reggimento di fanteria del Lancashire, formato da molti ragazzi di Liverpool. Durante il finale di Fearless si può ascoltare il coro dei tifosi del Liverpool che sommergono di fischi i tifosi dell’Everton (il frammento è stato registrato durante un Liverpool-Everton) e dedicano alla propria squadra la famosa canzone You’ll never walk alone, l’inno del Liverpool che, a un certo punto recita “Quando cammini nel bel mezzo di una tempesta, tieni bene la testa in alto e non aver paura del buio alla fine della tempesta. Cammina nel vento, cammina nella pioggia, anche se i tuoi sogni saranno sconvolti e scrollati, va avanti, va avanti con la speranza nel tuo cuore”.
Una cosa del genere non sarebbe potuta sfuggire ai Pink Floyd, soprattutto con l’intenzione di scrivere un brano intitolato “Senza paura”. In Inghilterra poche cose pareggiano la forza romantica del calcio. I Pink Floyd non avrebbero potuto ignorarlo. Fearless, uscita già prima della pubblicazione di A Nice Pair, con dentro You’ll never walk alone, l’inno del Liverpool, una canzone che nella storia del soccer inglese ha un grande significato, cantata in un luogo che si identifica in una storia che ha un grande significato.

Oggi i Pink Floyd non sono più quelli del Natale 1973. Syd Barret e Richard Wright non ci sono più. Roger Waters è uscito dal gruppo e Gilmour e Mason tengono in vita la parola Pink Floyd. Sono loro la Nice Pair pinkfloydiana. Ironia della sorte, Nice pair in inglese vuol dire Bella coppia. Quello che di leggendario poteva essere scritto, è stato già scritto. Il calcio, e gli inglesi sono maestri di questa filosofia, è anche un gruppo di amici che ricordano quelli che non ci sono più. Davanti a una birra, prima di una partita, il primo calciatore a fare ingresso in campo è sempre il ricordo. “Stay”, una delle canzoni più commoventi dei Pink Floyd, dice:

“Resta e aiutami ad arrivare alla fine del giornata
e se ti va, apriremo una bottiglia di vino
Non allontanarti e forse ne finiremo una intera
perché voglio scoprire cosa si nasconde dietro quegli occhi

Mi alzo, guardando attraverso i miei occhi del mattino
sorpreso di trovarti al mio fianco
Illumino la mia mente, senza provare a ricordare il tuo nome,
ma a trovare le parole per dirti addio”


Striscione Curva Nord Lazio Nessun dorma, per il derby di Roma

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LAZIO ROMA SERIE A TIM lazio nessun dorma ultras lazio curva nord romana Striscione Curva Nord Lazio Nessun dorma, per il derby di Roma Uno striscione con scritto Nessun dorma, con chiaro riferimento alla musica classica, è stato esposto dagli ultras della Curva Nord della Lazio in previsione del derby di Roma del 15 Gennaio 2015.

La scritta apparsa tra i tifosi biancocelesti durante Lazio vs Sampdoria del giorno della Befana, il 6 Gennaio, è da monito per i calciatori e da spinta emotiva per gli stessi. La stracittadina, forse la più bella e sentita al mondo, questi giorni fa vivere all’intera città di Roma un periodo particolare, dato che le 2 squadre sono rispettivamente seconda e terza in campionato..un evento storico!

Il riferimento musicale scelto dalla tifoseria organizzata biancoazzurra è ben chiaro e si rifà alla lirica, più precisamente ad una romanza per tenore di Giacomo Puccini compresa nella Turandot e cantata per la prima volta nel 1926.

Ecco il testo del Nessun dorma:
(Il principe ignoto)
Nessun dorma! Nessun dorma! Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle
che tremano d’amore e di speranza…
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
che ti fa mia.
(Voci di donne – le stelle)
Il nome suo nessun saprà…
E noi dovrem, ahimè, morir, morir!
(Il principe ignoto)
Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All’alba vincerò!

I tifosi e la musica di Pino Daniele a Cesena vs Napoli

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pino daniele cesena napoli tifosi napoli pino daniele tifosi napoli ultras I tifosi e la musica di Pino Daniele a Cesena vs Napoli I tifosi del Napoli e la musica di Pino Daniele, ricordato allo stadio Manuzzi di Cesena prima dell’incontro di football tra i partenopei ed i romagnoli.

Gli ultrà napoletani hanno intonato al canzone Quando, un brano intramontabile, scritto dal cantautore nel 1991 e che riecheggia proprio in questi giorni legati alla sua prematura scomparsa. La canzone, di genere soul, è tratta dall’album sott’o sole e compare anche nella colonna somnora del film pensavo fosse amore invece era un calesse di Massimo Troisi, grande amico di Pino.

Il cantante è un simbolo per la musica italiana, ma incarna Napoli in tutto e per tutto, compresa la fede calcistica.

Ecco il video con la canzone completa:

Questo è il testo del brano Quando:
Tu dimmi quando, quando
dove sono i tuoi occhi e la tua bocca
forse in Africa che importa.

Tu dimmi quando, quando
dove sono le tue mani ed il tuo naso
verso un giorno disperato
ma io ho sete
ho sete ancora.

Tu dimmi quando, quando
non guardarmi adesso amore
sono stanco
perché penso al futuro.
Tu dimmi quando, quando
siamo angeli
che cercano un sorriso
non nascondere il tuo viso
perché ho sete, ho sete ancora.

E vivrò, sì vivrò
tutto il giorno per vederti andar via
fra i ricordi e questa strana pazzia
e il paradiso, forse esiste
chi vuole un figlio non insiste.

Tu dimmi quando, quando
ho bisogni di te almeno un’ora
per dirti che ti amo ancora.

Tu dimmi quando, quando
lo sai che non ti avrò e sul tuo viso
sta per nascere un sorriso
ed io ho sete, ho sete ancora.

E vivrò, sì vivrò
tutto il giorno per vederti andare via
fra i ricordi e questa strana pazzia
e il paradiso, forse esiste
chi vuole un figlio non insiste.

lo sai che non ti avrò e sul tuo viso
sta per nascere un sorriso
ed io ho sete, ho sete ancora.
Tu dimmi quando, quando

Gordon Banks, il portiere che para il cane

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Gordon-Banks-portiere cane Gordon Banks gordon-banks pelè Gordon Banks, il portiere che para il cane E’un’immagine fantastica quella del portiere che para il cane, si tratta di Gordon Banks, del quale cercheremo di dirvi di più.

Il calciatore nato a Sheffield nel 1937 è stato l’estremo difensore della nazionele di calcio inglese, del Leichester City e dello Stoke City tra gli anni 60 e 70. Uomo della working class, iniziò a giocare al football nella squadra dei minatori, poi approdò alla squadra del proprio reggimento militare e vinse il torneo dei soldati inglesi in Germania.

Inizia così la storia di colui che arrivò ad essere insignito del titolo di calciatore dell’anno nel 1972.

Da Calcio Romantico:

Parare un colpo di testa angolatissimo di Edson Arantes do Nascimento detto Pelé durante un incontro della fase finale dei Mondiali non è una cosa che possono fare tutti. Se, poi, il gesto tecnico in questione è stato addirittura insignito dalla FIFA del titolo di parata del secolo -il ventesimo ovviamente-, allora abbiamo sicuramente a che fare con un portiere davvero fuori dal normale. Non è però quel miracolo, ahinoi inutile ai fini del risultato finale, che ci spinge a parlare di Gordon Banks, è invece una foto che risale al 13 settembre 1965, cinque anni prima della parata del secolo, un anno prima della vittoria mondiale con la maglia dell’Inghilterra. Il Leicester City ospita il Manchester United a Filbert Street, la partita è in corso quando un cane si affaccia sul rettangolo verde. Banks non si scompone e con un balzo sulla sua sinistra blocca il singolare invasore. Anche Chris Morphet non si scompone e con la sua macchina fotografica immortala quel salvataggio in extremis.
Quella foto parla da sola e non c’è bisogno di dilungarsi su riflessi, istinto e tecnica di base che Gordon Banks ha sempre mostrato, anche quel pomeriggio messicano a Pelé. Qualche parola in più va, invece, spesa per la sua strana carriera, divisa tra la nazionale e club non di primo piano, impreziosita dal più grande successo che un calciatore possa mai ottenere e premiata da due sole vittorie in patria e nemmeno delle più importanti.

Il Leicester City a ventidue anni vuol dire First Division in una squadra che è abituata a lottare per la salvezza, ma che, adesso, con l’ex difensore Matt Gillies come manager, ha ambizioni da vendere. A Banks basta una stagione per diventare titolare, e la sua avventura ne durerà altre sette, fino al 1968, fino a quando Gillies rimane al timone. Un periodo in cui nella città di Leicester si respira aria nuova, ma in cui la squadra non raccoglie quanto seminato. Il migliore risultato in campionato è il quarto posto nel 1963, deludente visto che ad aprile i biancoblù sono in testa. Va meglio nelle sfide secche e in quattro anni arrivano altrettante finali. Nella F.A. Cup del 1960/61 Banks subisce solo cinque gol in nove incontri, mantiene tre volte la sua porta inviolata nella sfida in semifinale con lo Sheffield United (vinta 2-0 dai suoi al secondo replay), ma deve raccogliere due volte la palla dalla rete nella sfida contro il Tottenham Hotspur delle undici vittorie iniziali consecutive e del primo double del XX secolo.
1963 leicesterNel 1963 un’altra finale di F.A. Cup persa (3-1 contro il Manchester United di un imprendibile Dennis Law) a far da contraltare a una prova eccezionale offerta da Banks in semifinale a Hillsborough contro il Liverpool: il giornale News of the World conta quel giorno addirittura 34 attacchi dei reds. Ma tra Hillsborough e Wembley c’è un infortunio alla mano che pregiudica il rendimento del Leicester City anche in campionato.
Finalmente nel 1964 arriva un trofeo: è la più modesta Coppa di Lega, ma va bene lo stesso. Contro lo Stoke City i foxes ottengono un 1-1 in trasferta e poi vincono 3-2 nel ritorno a Filbert Street. Nel 1965 si tenta il bis in Coppa di Lega, ma in finale ha la meglio il Chelsea. La stagione dopo è quella che porta al Mondiale e che inizia con il benaugurante bloccaggio del cane.

Da quando nel 1962 Alfred Ramsey, che non è ancora sir, arriva sulla panchina inglese, le quotazioni di Gordon Banks salgono e nel 1963 arriva l’esordio, che vale come un’investitura per la futura Coppa del Mondo. Il portiere non ha molto da fare nel girone eliminatorio, solo qualche grattacapo in più nel quarto di finale contro l’Argentina, rimasta in dieci per una delle espulsioni più fantasiose della storia del calcio. In semifinale contro il Portogallo di Eusebio arriva il primo gol subito, su rigore, a pochi minuti dal termine, ma è solo il gol del 2-1. In ultimo, la finale che per Banks significa altri due gol al passivo, uno dei quali al novantesimo, ma anche il titolo grazie al famoso gol fantasma di Geoff Hurst. Il portiere e la linea dei difensori sono un tutt’uno e contribuiscono certamente alla vittoria finale, ma il titolo non coincide per Gordon Banks con il momento più alto della sua carriera. Quello, come detto ha a che fare con Pelé e la partita contro il Brasile a Messico ’70. Attimo fuggente perché Banks si infortuna e lascia il posto a Bonetti nella decisiva sfida dei quarti persa 3-2 ai supplementari contro la Germania Ovest: non bastano agli inglesi due gol di vantaggio e tanta mole di gioco espresso, Beckenbauer con la complicità proprio di Bonetti, Uwe Seeler con un’acrobazia e il solito Gert Müller ribaltano il risultato.

Intanto dal Leicester City Banks è andato a finire allo Stoke City, perché la sua ex squadra ha deciso di puntare su un nuovo giovane, tale Peter Shilton. Ed è singolare che i due più grandi portieri inglesi del secolo scorso si siano pestati i piedi in un club dal modesto palmarès.
Con lo Stoke City arriva una nuova Coppa di Lega nel 1972, in finale unica a Wembley contro il Chelsea. Poi il 22 ottobre dello stesso anno un incidente d’auto gli fa perdere la visione da uno degli occhi. La sua carriera ad alto livello è conclusa, solo negli USA, al Fort Lauderdale, riesce trovare un contratto nel 1978. Ma non è una cosa importante, perché è arrivato il momento di narrare la parata del secolo.

7 giugno 1970, Guadalajara, Brasile-Inghilterra, quarto d’ora del primo tempo, risultato 0-0. Jairzinho scappa sulla fascia destra al terzino Cooper e, quando la palla sta per passare la linea di fondo, crossa per Pelé, appostato sul secondo palo.
“Sembrava arrampicarsi verso in cielo, finché ha raggiunto il pallone e lo ha colpito con tutta la forza che aveva in corpo. E io sono andato a prenderlo” ricorda Gordon Banks.
“Ho odiato Banks più di ogni altro […] Ma quando è passata l’ira, ho dovuto applaudirlo con tutto il cuore” risponde O’ Rey.

La Redazione di Football a 45 giri chiude l’articolo con Black dog, un brano dei Led Zeppelin, pubblicato nel 1971 da Atlantics Record in disco:

I calciatori Maradona, Careca e Ferrara e la musica di Pino Daniele

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10 maggio 1987 napoli campione napoli campione scudetto 1987 napoli scudetto festa calciatori musica napoli scudetto pino daniele I calciatori del Napoli scudetto Diego Armando Maradona, Antonio Careca e Ciro Ferrara si dilettano con la musica di Pino Daniele, con l’artista alla chitarra.

Il video è girato a casa di Ciro Ferrara, l’arcigno difensore poi passato alla Juventus e la canzone che viene cantata dal gruppo è Je so pazz. Nel video, oltre ad ignoti parenti dei giocatori, si possono scorgere anche Corradini, Galli, Silenzi ed Incocciati.

Careca al tamburello è uno spettacolo!

Il brano che viene eseguito è uno dei più grandi successi del cantautore partenopeo nato al Porto, pubblicato nel 1979 da etichetta EMI nel disco omonimo; si tratta di un brano che spesso abbiamo sentito in colonne sonore di film, in spettacoli e chissà quante volte nei passaggi radio.

Ecco il testo di Je so pazz:
Je so’ pazzo, je so’ pazzo
e vogl’essere chi vogl’io ascite fore d’a casa mia.
Je so’ pazzo je so’ pazzo
c’ho il popolo che mi aspetta
e scusate vado di fretta
non mi date sempre ragione
io lo so che sono un errore
nella vita voglio vivere almeno un giorno da leone
e lo Stato questa volta non mi deve condannare
pecché so’ pazzo,
je so’ pazzo
ed oggi voglio parlare.

Je so’ pazzo, je so’ pazzo
si se ‘ntosta ‘a nervatura
metto tutti ‘nfaccia ‘o muro.
Je so’ pazzo, je so’ pazzo
ma chi dice che Masaniello
poi negro non sia più bello?
E non sono menomato
sono pure diplomato
e la faccia nera l’ho dipinta per essere notato.
Masaniello è crisciuto
Masaniello è turnato.
Je so’ pazzo, je so’ pazzo
nun nce scassate ‘o cazzo!

Mods, casuals e skinheads ed il calcio di Scozia

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mods football stadium ultras skinhead calcio ultras suedehhead mod ultras football stadium Mods, casuals e skinheads ed il calcio di Scozia Oggi vi parliamo di mods, casuals, skinheads ed il calcio di Scozia, le sottoculture ed il football tra Rangers, Celtic, Aberdeen, Hibs e Hearts.

Chi ci conosce sa che diamo alle sottoculture uno spazio notevole, non solamente perchè i “sottoculturati” hanno avuto un ruolo importante nella cultura ultras e del tifo in generale, che è evidente, ma perchè il legame e l’assonanza tra il giovane che vive della propria squadra di club e colui che si avvicina ad una subcultura, entrambi sono alla ricerca della distinzione, dello stile e della libertà, entrambi ambiziosi, forse narcisi e individualisti, si trovano ad unirsi nella vita da branco.

Da Sodalizio:

Negli anni settanta in Scozia, visti i problemi, causati dai tifosi ubriachi, le autorità calcistiche imposero il divieto di vendita dell’ alcool negli stadi. Fu uno dei primi divieti nel mondo del tifo. Erano gli anni in cui, sugli spalti scozzesi si videro i primi skinheads. Qualche club, tra quelli più importanti, aveva una piccola minoranza di skinheads che li seguiva con la sola intenzione di causare guai, ma erano pochi e per niente organizzati. Ma solo nei primi anni 1980 si può parlare di casuals in terra scozzese.
In quegli anni la moda skinhead divenne superata e sulle gradinate scozzesi si iniziarono a vedere i maglioni Pringle e le sciarpe Farahs e Burberry. La scelta della marca giusta era la cosa più importante, meglio se fosse anche più costosa ed esclusiva. Per la prima volta dal 1960, quando ci fu il movimento Mod, dei ragazzi erano interessati ad una moda più raffinata e curata, per questi ragazzi le gradinate divennero quello che era stato il club locale per i Mods, un luogo dove sfoggiare capi di abbigliamento eleganti. Durante i primi anni ’80 la scelta di capi d’abbigliamento esclusivi e che non si trovassero facilmente nei negozi divenne essenziale, ecco allora che i marchi Fila, Lacoste, Ellesse e Tacchini divennero molto popolari tra i giovani tifosi scozzesi.
Molti dei nuovi capi alla moda veniva dall’estero, quindi non è una sorpresa che gli scousers di Liverpool furono tra i più grandi innovatori nel movimento casual, dato che il loro club giocava regolarmente in Europa fin dalla fine degli anni ’70, dando così ai suoi sostenitori la possibilità di reperire, nelle loro trasferte europee, capi poco conosciuti in patria.
In Scozia l’Aberdeen Football Club è stato il primo club ad avere un seguito casual. I casuals dell’Aberdeen nascono nel 1981, dopo che la loro squadra giocò a Liverpool in Coppa Uefa. Quel giorno i ragazzi di Aberdeen videro il modo in cui ragazzi di Liverpool erano vestiti. Decisero così di imitarli
L’Aberdeen Soccer Casuals (ASC), contribuì ad un nuovo stile tra i tifosi negli stadi in Scozia, che si distingueva dalle mode skinhead precedenti. Alcuni ragazzi di Aberdeen facevano spesso dei viaggi a Londra per vedere la nascita delle nuove mode e guardare anche qualche partita. Proprio in queste occasioni nacque un amicizia tra alcuni ragazzi di Aberdeen e i ragazzi tifosi degli Spurs. I negozi di Londra furono una grande attrazione per i ragazzi dalla Scozia dato che molti capi di abbigliamento non erano disponibili a casa loro.
Quasi due anni dopo a Motherwell nasce il secondo gruppo casual scozzese, il loro nome è il Motherwell Saturday Service, il loro gruppo di tifosi più giovani (meno di sedici anni) si faceva invece chiamare il ‘Tufty Club’.
Con i tifosi del Motherwell nasce subito una grande rivalità, che porterà a tanti problemi in occasione di molte partite di campionato. A metà degli anni ottanta, i casuals di Aberdeen erano in grado di portare circa 600-700 tifosi alle partite in casa e fino a 350-400 in trasferta.
Ora le etichette come Pringle, Lyle & Scott, Lois, Farah, Ellesse, Fila, Tacchinni, Diadora erano cadute fuori moda per essere sostituite da etichette come Armani, Chipie, POP 84, Chevignon, Aquascutum. Le sole Lacoste e Burberrys erano ancora popolari.
La scena casual era intanto diventata un problema al punto che il Motherwell FC aveva cercato di vietare ai fan che indossavano abiti riconducibili ai casuals di entrare allo stadio. Fin dal 1985 i casuals dell’ Aberdeen hanno avuto una grande influenza su tutti gli altri gruppi in Scozia non solo nell’organizzazione e nel viaggiare in treno, ma anche nella moda. In Scozia nuovi gruppi appaiono in questo periodo ad Hibernian (Capital City Service), tra i Rangers (Inter City Firm) e tra i fans del Dundee United (Dundee Utility Crew).
In questo periodo i casuals dalla Scozia facevano dei viaggi in Inghilterra per assistere ad una partita e acquistare nuovi capi di moda. Nasce così una serie di amicizie tra tifosi casuals scozzesi e inglesi. Probabilmente la più famosa è quella tra Chelsea e Rangers, questa amicizia, nata nel ’85 dopo che i due club avevano giocato una partita amichevole, esistita ancora oggi. Durante gli anni ’80 alcuni ragazzi di Aberdeen hanno avuto un rapporto di amicizia con i Leeds United Service. Altri amicizie tra ragazzi di club scozzesi e inglesi furono tra Dundee Utility Crew e Stoke City Hooligans, Hibs Casuals e Oldham Athletic Casuals.
Alla fine degli anni ’80 la scena casuals in Scozia era in declino, per vari motivi, molti ragazzi avevano semplicemente perso interesse, alcuni non pensano che non ne valesse la pena ma soprattutto la scena rave / dance portò molti ragazzi fuori dalle gradinate.
Anni gloriosi che restano oggi nella storia del tifo.

Un coro da stadio inglese unisce tifosi e musica ska

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chester fc fans tifosi supporter chester football club logo one step beyond madness 45 giri Un coro da stadio inglese unisce tifosi e musica ska I tifosi e la musica ska, un ottimo binomio e questo può accadere solo se parliamo di un coro da stadio inglese, One step Beyond ed il Chester FC.

I fan del Chester, the Seals, non sono certamente tra i più famosi nel Regno Unito, data la concorrenza di tifoserie e squadre molto più blasonate e con numeri importanti…seppur il Chester è sato fondato nel lontano 1885! I Blues giocano in 5 serie, la “non league”, la Conference premiership, il livello massimo del calcio non professionista inglese..quel tanto amato da noi e da voi lettori, calcio minore, che minore proprio non è, se si parla di supporters al seguito. Il Chester City ha due particolarità che porta con se:
- il cambio di denominazione da Chester City a Chester fc, scelto dai tifosi tramite sondaggio a seguito del fallimento
- lo stadio, il Deva Stadium, dove i blu e bianchi giocano le partite che, nonostante il club sia inglese e giochi nel campionato inglese, si trova in Galles.

Il coro dei tifosi del Chester è fantastico, uno dei più belli che abbiamo mai pubblicato, si tratta del rifacimento di una canzone ska dei Madness:

One step beyond, “un passo avanti”, pubblicata nel periodo del revival mod da etichetta Stiff Records nel 1979..un brano che ha fatto la storia della musica di nicchia e dei movimenti sottoculturali a 360° dai mods agli skinheads passando per i rudeboys.

C’è da specificare che questo must musicale è una cover, come tante altre canzoni ska del 1979, specialmente quelle dell’etichetta 2Tone; l’originale è del mito giamaicano Prince Buster e fu pubblicato in disco 12″sul lato B dell’altro successo reggae Al Capone:

Che tormentone! Che spettacolo!

Ecco il testo di One step beyond cantanto da Suggs e compagni:
Hey you, don’t watch that
Watch this!
This is the heavy heavy monster sound
The nuttiest sound around
So if you’ve come in off the street
And you’re beginning to feel the heat
Well listen buster
You better start to move your feet
To the rockinest, rock-steady beat
Of Madness
One step beyond!

Coro Curva Sud Benevento A sostener la maglia

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curva sud benevento ultras estate sta finendo 45 giri righeira ultras benevento curva sud La musica e gli ultras hanno un importante legame, testimoniato anche con il coro della Curva Sud Benevento A sostener la maglia che è ispirato ad un disco anni 80.

I tifosi giallorossi supportano al Strega cantando le parole di questa canzone allo stadio Ciro Vigorito ed in trasferta:
Che vinca o che perda
noi siamo sempre qua
a sostener la maglia
sarà quel che sarà
e se sarà sudata
onori la città
difendi i miei colori
la mia mentalità
alè stregone alè
alè stregone alè
alè stregone alè
siam sempre insieme a te!

Ecco il video che ritrae il coro degli ultras del Benevento nella partita casalinga contro la Salernitana di domenica 19 Ottobre 2014:

Molti di voi fan di Football a 45 giri sono dei veri esperti nel capire i cori da stadio da quale canzone prendano spunto per note e melodia, altri stanno affinando l’udito..in questo caso capire quale sia il brano musicale che da origine al coro dei tifosi beneventani è facile: si tratta di L’estate sta finendo, mitico successo dei Righeira.

La canzone, che ha partecipato ad Un disco per l’estate ed ha vinto il Festival Bar è del 1985, è uscita in 45 giri con il retro dedicato al brano Prima dell’estate. Dichiaravano così ad Amanda durante cocktail d’amore Lear Michael e Johnson Righeira:

È stato un pezzo importante per noi, perché dopo Vamos a la playa e No tengo dinero tutti ci davano per spacciati: «Non riusciranno più a fare niente». Invece, con L’estate sta finendo, con un pezzo che era più canzone degli altri, un sound diverso, romantico, malinconico, siamo riusciti a tornare primi in classifica. In un certo senso è stata la nostra prima vera canzone

Allora rileggiamoci il testo di L’estate sta finendo e cantiamo sulla voce del duo torinese:

L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va.
In spiaggia di ombrelloni
non ce ne sono più
è il solito rituale
ma ora manchi tu.
Languidi brividi
come il ghiaccio bruciano
quando sto con te.
Baciami
siamo due satelliti
in orbita sul mar.
È tempo che i gabbiani
arrivino in città
L’estate sta finendo
lo sai che non mi va.
Io sono ancora solo
non è una novità
Tu hai già chi ti consola
a me chi penserà.
Languidi brividi…
L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va.
Una fotografia
è tutto quel che ho
ma stanne pur sicura
io non ti scorderò.
L’estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
anche se non mi va.
L’estate sta finendo
l’estate sta finendo
l’estate sta finendo oh oh oh oh
l’estate sta finendo . . . . . . .


Non tifo per gli squadroni, coro Robur Siena dall’Argentina

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curva robur siena ultras curva robur ultras siena ultras siena tifo robur Non tifo per gli squadroni, coro Robur Siena dall’Argentina Non tifo per gli squadroni, un coro per la Robur Siena che viene dell’Argentina, una canzone coinvolgente e ritmata dei tifosi d’oltreoceano.
I cori argentini sono tra i più belli del mondo, non è un caso che arrivino anche in Italia, come questo adottato dagli ultras della Curva Robur.

Ecco il video dei tifosi bianconeri senesi nella sfida di Serie D vinta 3-1 contro il Bastia:

Le parole della canzone degli ultrà del Siena:
Siena alè! Non tifo per gli squadroni, ma tifo te!
Ovunque tu ci sarai io ci sarò, per questi tuoi colori combatterò!
Siena alè! Non tifo per gli squadroni, ma tifo te!
Ovunque tu ci sarai io ci sarò, per questi tuoi colori combatterò!
Siena alè! Non tifo per gli squadroni, ma tifo te!
Ovunque tu ci sarai io ci sarò, per questi tuoi colori combatterò!

Il coro della Curva Robur è adottato da parecchie tifoserie italiane, ma trae le sue origini oltre oceano, dalle Hincha delle Barras. Ci sono parecchi cori del Nuevo Gazometro, lo stadio del San Lorenzo de Almagro, la squadra del Papa, dove si vedono e si sentono quelli de La Gloriosa cantare, anche La 12 del Boca Juniors o Los Borrachos del tablon del River Plate cantano questo coro che ha conquistato pure le altre tifoserie negli altri paesi dell’America Latina in cui si parla la stessa lingua, lo spagnolo, come il Penarol di Montevideo ad esempio…daltronde la Copa Libertadores è l”‘obsesion” di tutti!
Ecco il video dei tifosi del Velez Sarsfield, La Pandilla de Liniers:

Ed ecco cosa cantano i supporters dei Fortinero di Sarsfield:
Y dale alegría alegría alegria a mi corazon
La Copa Libertadores es mi obsesion
tenes que dejar el alma y el corazon
tenes que dejarlo todo por ser Campeoon
ya vaaas a verr, la Copa Libertadores vuelve a Liniers
ya vaaas a verr, la Copa Libertadores vuelve a Liniers

I tifosi del napoli cantano 0′ sordato ‘nnammurato dal 7 Dicembre 1975

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tifo napoli ultras tifoseria napoli ultras tifosi napoletani ultras I tifosi del napoli cantano 0′ sordato ‘nnammurato dal 7 Dicembre 1975 I tifosi del Napoli cantano O’sordato’nammurato dal 7 Dicembre 1975, sono infatti legati a questa canzone di musica tradizionale da una trasferta allo Stadio Olimpico di Roma contro la Lazio.
Non è un caso dal 9 agosto 2013 O’surdato’nnammorato è stato l’inno dell’SSC Napoli 1926!…scalzato solo a Gennaio 2015 da Napul’è di Pino Daniele.

Il video è invece relativo ad una partita casalinga, sempre contro la Lazio, ma del 2011, allo Stadio San Paolo.

O’surdato’nnammurato è una canzone che spesso è usata all’estero per etichettare anche chi partenopeo non è, che piaccia o no, è identificata con l’Italia intera; è capitato proprio a noi della Redazione di Football a 45 giri in quel di Dortmund per la semifinale della Coppa del mondo di Calcio..

Ma torniamo al Lazio vs Napoli del 1975 con le parole riportate dal girnalista de La Stampa di Lunedì 8 Dicembre, il giorno dopo il match degli Azzurri, per descrivere i festeggiamenti del settore dei napoletani al fischio finale dell’arbitro:

Il Napoli balza al primo posto in classifica dopo questa vittoria […]. Piedigrotta all’Olimpico. Oltre trentamila tifosi napoletani hanno portato a Roma tutta la passione che sanno esprimere nei momenti di felicità. Quando l’arbitro Casarin ha fischiato la fine dell’incontro, voci roche hanno dato fondo alle ultime energie per un boato che ha echeggiato a lungo sugli spalti dello stadio. Ma l’esaltazione dell’inconfondibile colore partenopeo si è avuta alla notizia del gol siglato dal Torino contro la Juventus: un coro spontaneo, che sembrava diretto da una impeccabile bacchetta di un fantomatico direttore d’orchestra, ha generato attimi di commozione anche fra gli avversari laziali: « O’ vita, o’ vita mìa » è la strofa della famosa canzone »0′ sordato ‘nammurato » che i tifosi azzurri hanno rivolto in segno di riconoscenza verso gli atleti di Vinicio.

Ecco il video si Massimo Ranieri che canta Oje vita, oje vita mia, così in tanti chiamano, O’surdato’nnammurato:

Il brano non è di ranieri, ma del poeta Aniello Califano e del musicista Enrico Cannio e composto nel 1915.
Questo è il testo della canzone O’surdato’nnammurato:
Staje luntana da stu core,
a te volo cu ‘o penziero:
niente voglio e niente spero
ca tenerte sempe a fianco a me!
Si sicura ‘e chist’ammore
comm’i só sicuro ‘e te…

Oje vita, oje vita mia…
oje core ‘e chistu core…
si stata ‘o primmo ammore…
e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me!

Quanta notte nun te veco,
nun te sento ‘int’a sti bbracce,
nun te vaso chesta faccia,
nun t’astregno forte ‘mbraccio a me?!
Ma, scetánnome ‘a sti suonne,
mme faje chiagnere pe’ te…

Oje vita, oje vita mia…
oje core ‘e chistu core…
si stata ‘o primmo ammore…
e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me!

Scrive sempe e sta’ cuntenta:
io nun penzo che a te sola…
Nu penziero mme cunzola,
ca tu pienze sulamente a me…
‘A cchiù bella ‘e tutt”e bbelle,
nun è maje cchiù bella ‘e te!

Oje vita, oje vita mia…
oje core ‘e chistu core…
si stata ‘o primmo ammore…
e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me!

Ecco la descrizione della partita del 1975, da Tabser:

Il 7 dicembre 1975 la Lazio festeggia il ritorno in panchina di Maestrelli dopo otto mesi di assenza per la diagnosi del tumore al fegato che se lo porterà via nel dicembre del 1976. La Lazio ha accusato il colpo, e dal quarto posto dell’anno precedente si ritrova a lottare nelle zone basse della classifica per la salvezza, che arriverà solo all’ultima giornata grazie al 2-2 contro il Como. L’avversario da affrontare in occasione del ritorno in panchina del maestro biancoceleste è il Napoli di Vinicio, seconda in classifica e in uno dei migliori periodi della sua storia fino a quel momento. I partenopei devono fare a meno di Antonio Juliano, mentre Maestrelli s’affida a quel che resta della vecchia guardia, escludendo Brignani e portando in panchina Borgo.

La gara inizia con una rete annullata al 1° minuto a D’Amico per fuorigioco di Wilson. Al 11° il Napoli perde Beppe Savoldi per infortunio in uno scontro con Ghedin, restando così privo della sua principale arma offensiva. Il centravanti azzurro fa in tempo ad assistere alla punizione guadagnata dai suoi compagni di squadra un minuto più tardi. Boccolini sistema la palla sul punto di battuta, a 20 metri dalla porta difesa da Pulici. Il sinistro a giro di Boccolini non è potentissimo, la sfera sembra galleggiare in aria incerta e sospesa. Pochi attimi sembrano eterni, ma alla fine la traiettoria si abbassa e il tiro termina proprio sotto l’incrocio dei pali, imprendibile per Pulici che forse è stato ingannato da una impercettibile deviazione della barriera. La Lazio risponde solo al 23°, quando una mezza giravolta di Chinaglia va fuori di poco. Due minuti dopo un pallonetto di La Palma minaccia di sorprende nuovamente Pulici, fuori posizione. Maestrelli non ha la bacchetta magica, la Lazio è ancora una squadra in difficoltà e il Napoli padrone del centrocampo al 34° colpisce l’incrocio dei pali, ancora su punizione di Boccolini. Sul ribaltamento di fronte i padroni di casa guadagnano un calcio d’angolo: batte D’Amico; Bruscolotti liscia la palla ma Chinaglia non riesce ad approfittarne. L’ultima emozione del primo tempo si esaurisce in un’uscita di pugni di Carmignani su un cross insidioso di D’Amico a tre minuti dal termine.

Il secondo tempo inizia con un errore di Braglia da pochi passi. La Lazio cala visibilmente e la superiorità del Napoli emerge con chiarezza. Un sussulto per i tifosi laziali arriva al 62° quando D’Amico calcia un angolo direttamente in porta, ma “Pal ‘e fierro” Bruscolotti è attento a ribattere il pericolo. Tre minuti dopo è ancora la Lazio a rendersi pericolosa con un colpo di testa di Garlaschelli di pochissimo alto. I biancocelesti provano fino alla fine ad agguantare il pareggio: dal campo di percepisce la volontà degli undici in campo di non deludere il condottiero tornato a combattere al loro fianco. La determinazione però questa volta non è sufficiente, e le speranze dei biancocelesti si spengono al suono del triplice fischio del direttore di gara.

Coro Curva Sud Lauro Minghelli Arezzo, Ho preso la bandiera

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curva sud lauro minghelli ultras arezzo amaranto prima cosa bella michela ramazzotti costume Coro Curva Sud Minghelli Arezzo, Ho preso la bandiera Rispecchia in pieno il legame tra le canzoni dei tifosi e la musica, Il coro della Curva Sud Lauro Minghelli, Ho preso la bandiera.

Il coro da stadio degli ultras aretini fa così:

Il video è di Arezzo vs Real Vicenza del 2014/2015.
Ecco le parole dei tifosi amaranto:

Ho preso la bandiera,
son corso da te,
di tempo ne è passato, io sono innamorato, lo son sempre di più.
La senti questa voce,
chi canta é il mio cuore,
Arezzo sei il mio amore, non te lo so spiegare, ma tu mi capirai
Oh Oh Oh Oh Oh
OOh OOh OOh

Il coro degli ultras dell’Arezzo, molto coinvolgente, risulta anche molto orecchiabile, poichè le note e la melodia sono già immagazzinate nel nostro cervello; fanno parte di un bagaglio culturale che ci portiamo dietro negli anni. Gli aretini hanno creato questo coro da stadio, che è presenta anche tra altre tifoserie, sulla musica di un disco degli anni’70: La prima cosa bella.
Si tratta di un 45 giri con sul lato B E lavorare ed inciso da Nicola Di Bari per l’etichetta RCA Italia. La canzone ebbe un successo clamoroso, tanto da essere ricordata da chi c’era già e conosciuta anche da chi ancora doveva nascere.
Molti associano La prima cosa bella, anche chiamata erroneamente Ho preso la chitarra, ai Ricchi e Poveri, poichè la loro versione, come quella del cantante pugliese, partecipò all’edizione del Festival di Sanremo.
C’è da dire che dietro a questo meraviglioso disco c’è lo zampino di Mogol…
Anche Malika Ayane ne ha fatto una cover che è stat riproposta dalle emittenti radiofoniche, la canzone uscì in concomitanza dell’omonimo film del toscano Virzì.

Ecco il testo di La prima cosa bella:
Ho preso la chitarra
e suono per te
il tempo di imparare
non l’ho e non so suonare
ma suono per te.
La senti questa voce
chi canta e` il mio cuore
amore amore amore
e` quello che so dire
ma tu mi capirai
I prati sono in fiore
profumi anche tu
ho voglia di morire
non posso piu` cantare
non chiedo di piu`
La prima cosa bella
che ho avuto dalla vita
e` il tuo sorriso giovane, sei tu.
Tra gli alberi una stella
la notte si e` schiarita
il cuore innamorato sempre piu`
sempre piu`
La senti questa voce
chi canta e` il mio cuore
amore amore amore
e` quello che so dire
ma tu mi capirai
I prati sono in fiore…
La prima cosa bella
che ho avuto dalla vita
e` il tuo sorriso giovane sei tu
Tra gli alberi una stella
la notte si e` schiarita
il cuore innamorato sempre piu`
La senti questa voce
chi canta e` il mio cuore
amore amore amore
e` quello che so dire
ma tu mi capirai
ma tu mi capirai

Hibernians, ad Edimburgo il calcio tra musica e film

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Hibernians, ad Edimburgo il calcio tra musica e film TrainspottingBegbie Capital City Service
Abbiamo trovato su The Begbie Inside, su un blog che seguiamo con affetto, fa parte dei nostri link amici e ricambia, un articolo interessantissimo che cita gli Hibs e tanti aspetti legati a loro, come la Chemical Generation, la droga, gli scontri tra hooligans, il periodo casual della CSS – Capital City Service – la Nazionale di football scozzese, il quartiere di Leith, una rissa al concerto ska dei Madness con i Rangers e tanto altro….

Buona lettura:

“Sunshine on Leith”: l’Hibernian, Trainspotting e la Chemical Generation”
Alcune squadre vengono ricordate per una bacheca ricca di successi, altre per ciò che rappresentano ben oltre il terreno di gioco. A Edimburgo l’Hibernian fa parte senza dubbio del secondo gruppo. Una storia fuori dal comune sin dalla sua fondazione, di matrice cattolica ben prima del Celtic Glasgow, impreziosita dal periodo d’oro dei leggendari “Famous Five”, una squadra in grado di mettere in ginocchio il Barcellona negli anni ’60, fino ad arrivare all’epoca più recente, fatta di poche soddisfazioni sportive ma di parecchi dettagli che a TheBegbieInside.com non possono certo passare inosservati.

“Non so mica se mi piace tifare una squadra che vince” – Mark Renton, Porno

Una cosa che ha sempre accompagnato l’Hibernian sin dagli albori è la matrice umile e “operaia” della squadra, originaria di Leith, il quartiere portuale, tra i meno consigliabili della capitale scozzese. L’atmosfera di una squadra “ruvida” e combattiva si è sempre trasferita anche nello storico stadio di Easter Road, in contrapposizione con i rivali cittadini dei quartieri alti e di tradizione protestante degli Hearts of Midlothian. Il calcio champagne, dalle parti di Edimburgo si è visto soltanto per poche decadi, ma il sudore e la rabbia agonistica tipica dei campi scozzesi non è mai mancata.

L’epoca casual e il CCS, Capital City Service
L’agonismo, soprattutto negli anni ’80 e primi ’90, non manca nemmeno sugli spalti. Un ragazzino di nome Derek Dykes, insieme ad altri suoi amici, nel 1984 fonda il CCS, Capital City Service, una delle firm di tifosi più violente e rispettate del panorama britannico. Celebri gli scontri contro i rivali dell’Aberdeen, dei Rangers (memorabile quello durante il concerto dei Madness) e addirittura contro le leggendarie tifoserie di Millwall e West Ham. Al suo apice il CCS vantava circa 600 membri, precise tattiche da guerriglia che si ispiravano all’esercito e, non ultimo, una sorta di vivaio di giovani adepti, la Baby Crew. Ci si trovava in settimana al Penny Black, al Thistle o al Royal Nip, e dopo fiumi McEwan’s si organizzava l’assalto ai rivali del weekend. Il CCS ha rappresentato per diversi anni una vera e propria minaccia per l’ordine pubblico, dando un forte contributo anche alla creazione della Tartan Army, il gruppo ultras della Nazionale scozzese, finché le riforme repressive di Margaret Thatcher, ma soprattutto le droghe sintetiche fecero breccia ad Edimburgo.

L’Hibernian, la squadra della capitale europea dell’AIDS e della Chemical Generation
Il quartiere in cui si raggiunge il picco di consumo e spaccio di droga, manco a dirlo, è quello di Leith. Niente di strano se si pensa che negli anni ’80 la zona spiccava per povertà, baraccopoli, disoccupazione, aree a luci rosse, e solo nell’ultimo periodo ha subito una rivalutazione da parte del governo. Tra gli abitanti del quartiere e tra i ragazzi che passavano le serate sul Walk, nei pub con il CCS, c’era spesso anche un certo Irvine Welsh. “Solo per bere, mai negli scontri” precisa con un po’ di sarcasmo e superiorità Derek Dykes nel suo libro ‘These colours don’t run’. Fatto sta che Welsh con i suoi romanzi è riuscito a tracciare in maniera fedele e dissacrante uno spaccato del degrado generazionale e della fede calcistica presente a Leith anche nei momenti più bui. C’è Coco Bryce in Acid House che fa ufficialmente parte del Capital City Service, o Renton e Tommy, tifosi sfegatati spesso presenti ad Easter Road, fino ad arrivare a Francis Begbie che, malgrado non venga mai svelato in Trainspotting, Porno o Skagboys, rappresenta in maniera inequivocabile uno dei più violenti tifosi dell’Hibernian.

“Sunshine on Leith”, i The Proclaimers scandiscono le emozioni del quartiere
Leith, in ogni caso, non rappresenta soltanto droga, violenza e povertà. Storicamente è sinonimo anche di ribellione, riscatto sociale e senso di appartenenza. Sensazioni che vengono trasmesse musicalmente dai The Proclaimers, che al loro quartiere ricco di storia e contraddizioni hanno dedicato un album e un’omonima canzone nel 1988: “Sunshine on Leith”, diventata di diritto l’inno dell’Hibernian.
“My heart was broken, You saw it, You claimed it, You touched it, You saved it”, recita una parte del testo, quasi a mo di litania. Sofferenza e orgoglio. Prima di tutto.

Non possiamo che terminare con la canzone che i Proclaimers hanno pubblicato in disco 45 giri nel 1988 tramite etichetta discografica Chrysalis.

Un coro dei tifosi per George Best e la musica dei Beatles

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maradona great pele better george best manchester united fans beatles yellow submarine Un coro dei tifosi per George Best e la musica dei Beatles Un coro dei tifosi dello United per George Best si sposa perfettamente con la musica dei Beatles, così avranno pensato allo stadio Old Trafford di Manchester.

Il legame calcio e dischi si arricchisce di questa perla offerta dai Red Devils mancuniani in onore di quello che è il giocatore di football simbolo per molti di noi. Certamente Maradona e Pelè non erano male, ma come si dice: Maradona is great, Pelè is better, George the Best…usando il suo cognome anche come aggettivo.

Wikipedia dice che:

Ritenuto il miglior calciatore nordirlandese della storia[4] e uno dei migliori calciatori di tutti i tempi,[5][6] occupa la 16ª posizione nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo IFFHS[7] e l’8ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.[8]

Di George si è detto tanto, troppo, nel bene e nel male, ricordo che alcuni di noi della Redazione di Football a 45 giri, il giorno della scomparsa del calciatore ci armammo di bomboletta spray per esprimere sui muri della città il nostro affetto per Best: George you’ll never drink alone!

Best era forte in campo ed era il migliore al bancone, ma non basta questo per renderlo un mito; ciò che attira di questo personaggio eclettico non è neppure il suo atteggiamento, come tanti campioni aveva dei momenti di stravaganza e ribellione..quello che di lui fa il “migliore” è la sua “attitude” e la sua passione sixties.
George è immortalato in diverse foto e pose da modello anni 60, sempre impeccabile, non è un segreto che molti mods guardassero e guardano ancora le immagini di Best idolatrandolo. George Best è stato definito il 5°beatle ed è famosissima l’immagine con il suo fotomontaggio accanto ai 4 di Liverpool che attraversano le strisce pedonali, mentre lui, in tenuta da calcio del Manchester United, palleggia ad Abbey Road.

Eh si, lo United!

Un grande legame quello di Best con i Red Devils. Lui nord irlandese trasferito a Manchester per vincere la Champions League ed il Pallone d’oro 1968!

E proprio i tifosi del Manchester United lo hanno ricordato con questo coro da stadio le cui parole sono:
“We all live in a Georgie Best world”

Il video è relativo alla partita di Carling Cup contro il West Brom del 30 Novembre 2005, 5 gironi dopo la scomparsa del calciatore.

Non occorre un esperto di musica per capire che le note e la melodia del coro da stadio dell’Old Trafford sono quelle dei Beatles, di Yellow Submarine, una canzone mitica incisa in disco 45 giri nel 1966 dall’etichetta Parlophone.
Questa canzone si sposa con la vita di Best, come il giocatore si sposa con “gli scarafaggi, i Beatles.

Ascoltiamo quindi questo semrpeverde della musica:

Ecco il testo di Yellow Submarine:
In the town where i was born, lived a man who sailed to sea
And he told us of his life, in the land of submarine
So we sailed up to the sun til we found the sea of green
And we lived beneath the waves in on yellow submarine.
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
And our friends are all on board
Many more of them live nex door
And the band begins to play
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
As we live a life of easy
Every one of us has all we need
Sky of blue and sea of green
In our yellow submarine
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine
We all live in a yellow submarine
Yellow submarine, yellow submarine

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