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Nostalgia Chinaglia, una canzone dei Chisti Simu

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giorgio chinaglia grido battaglia nostalgia canaglia basette nostalgia canaglia disco Chisti Simu Nostalgia Chinaglia, una canzone dei Chisti Simu dedicata a un grande giocatore e al calcio eroico di un tempo che fu.

Giorgio Chinaglia, Long John, è effettivamente uno dei simboli del vecchio football, lo si denota anche dalla sue basette nelle foto, quello di quando eravamo bambini (forse alcuni di voi non erano ancora nati), vincitore di uno scudetto con la Lazio, una squadra un po’atipica, e uno dei primi calciatori italiani andati a giocare all’estero; precisamente nelle fila dei New York Cosmos. La sua storia è particolare anche già dall’infanzia, infatti, nato a Carrara, si strasferisce con al famiglia in Galles e calca i campi dello Swansea City… precedentemente aveva giocato a rugby, nella scualo cattolica che frequentava.

Come dicevano i tifosi laziali: Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia!
Il testo non lo abbiamo trovato, ma è possibile leggerlo nei sottotitoli del video.

La canzone è chiaramente una cover in versione di parodia di Nostalgia Canaglia, disco del 1987 di Albano e Romina uscito in 45 giri per l’etichetta WEA con nel lato B caro Amore; un successo che a distanza di decenni ancora viene riproposto anche in radio.
Chiaramente il pubblico di Football a 45 giri è abituato a musica di livello superiore, ma a volte fa piacere anche un qualcosa di simpatico; la canzone è dei fratelli micalizzi Ausipi e Polimeni, duo di comici reggini e legati alla Reggina Calcio.

Ecco l’roginale:

Ecco il testo di nostalgia canaglia:
LEI: Ma che cos\’è
quel nodo in gola che mi assale
che cos\’è
Sei qui con me
e questa assurda solitudine perché

LUI: Ma che cos\’è
se per gli aironi Il volo è sempre libertà
Perché per noi
Invece c\’è qualcosa dentro che non va
INSIEME: che non va

INSIEME: Nostalgia, nostalgia canaglia
che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
e un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
di una strada, di un amico, di un bar
di un paese che sogna e che sbaglia
ma se chiedi poi tutto ti da

LEI: Chissà perché
si gira il mondo per capire un po\’ di più

LUI: Sempre di più
tu vai lontano e perdi un po\’ di ciò che sei

LEI: E poi perché
un\’avventura è bella solo per metà

LUI: Mentre si va
quel dolce tarlo All\’improvviso tornerà
INSIEME: tornerà

INSIEME: Nostalgia, nostalgia canaglia
Che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
e un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
di una strada, di un amico, di un bar
di un paese che sogna e che sbaglia
ma se chiedi poi tutto ti da
Nostalgia, nostalgia canaglia
che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
e un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
di una strada, di un amico, di un bar
di un paese che sogna e che sbaglia
ma se chiedi poi tutto ti da


E non ce ne frega se sta piovendo, il tifo argentino del Palermo

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ultras palermo curva nord inferiore curva nord inferiore tifo palermo curva nord inferiore palermo gloriosa butteler hincha san lorenzo Gli ultras del Palermo ed il tifo argentino, un connubio che la Curva Nord Inferiore rinnova con il coro da stadio E non ce ne frega se sta piovendo.

I tifosi rosanero dalle gradinate dello stadio Renzo Barbera intonano questa canzone per inneggiare ai propri colori ed ai propri calciatori:
Si riparte da zero,
é da tanto che stavo sperando,
di vedere una curva,
come quella che tu stai guardando.
Un boato allo stadio,
dalla nord inferiore si sente,
quando per il Palermo a cantare si mette la gente.
E non ce ne frega se sta piovendo,
e non ce ne frega se sta perdendo,
noi tifiamo per il magico Palermo
e l’entusiasmo sta ritornando
in curva nord
ed é stupendo!

Questo coro degli ultras palermitani viene da lontano, è il rifacimento di un coro argentino de La Gloriosa Butteler, il tifo organizzato del Club Altetico San Lorenzo de Almagro.

Torniamo al Cuervos, i Gauchos de Boedo, cosi sono chiamati quelli del San Lorenzo; ecco el parole del coro que te pasa quemero? dedicato ai rivali dell’Huracan (i quemeros):
que te pasa quemero? todabia seguis esperando.. que te pasa quemero? q en la quema estan todos llorando.. va pasando los años.. jugadores tambien dirigentes.. pero no se dan cuenta.. que el problema lo tiene tu gente.. q no alienta cuando el globo va perdiendo ohhh ohhh.. q no estaba cuando te fuistes al decenso ohh ohh.. q no aguanta cuando ven a SAN LORENZO.. yo se que duele..yo se que es feoo.. pero a tu hinchada.. le faltan huevos..

Fondamentalmente i tifosi del Ciclón (la squadra del Papa) dicono ai loro cugini questo:
che ti succede “quemero”? ancora stai aspettando… che ti succede quemero? che nella “quema” (quartiere dei tifosi quemeros) stanno tutti piangendo passano gli anni, giocatori e pure dirigenti ma non ti rendi conto che il problema ce l’ha la tua gente.. che non tifa quando il “globo” (sopranome della squadra del Huracàn) sta perdendo.. che non c’era quando sei stato retrocesso che non combatte quando vedono a San Lorenzo.. io so che fa male… io so che è brutto.. ma alla tua tifoseria.. gli mancano le palle…

Noel Gallagher ed una band di calciatori cantanti

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balotelli cantante george best cantante noel gallagher balotelli whatever oasis disco Noel Gallagher, l’ex dei mitici del britpop Oasis, e l’immaginaria band musicale di calciatori e cantanti con Balotelli, Zidane, Vieira e Best.

Questo è il succo dell’intervista del cantante, tifosissimo del Manchester City, alla BBC. Si tratta di uno dei tanti deliri del Gallagher, ma l’idea ci piace molto e rafforza il connubbio musica e calcio che tanto piace a noi della Redazione di Football a 45 giri ed a voi che leggete.
La cosa bella è che, seppur la band non potrà mai suonare per via della presenza di George Best, Noel ha dato ad ognuno dei giocatori un ruolo preciso, uno strumento:
Zidane alla chitarra solista, Vieira al basso e Best voce e batteria..

E’una band immaginaria…ed allora noi chiudiamo gli occhi, mettiamo il play a ed immaginiamo che Whatever, (uscita in disco nel 1994 per l’etichetta Creation Records ed interpretata, ovviamente dagli Oasis) la stiano suonando questo calciatori musicisti…

Da Il Corriere dello Sport:

Zinedine Zidane alla chitarra solista, Patrick Vieira al basso, George Best alla voce e alla batteria… Mario Balotelli. Sono questi i “Fab Four” di un’ipotetica band composta da calciatori, scelti dall’ex leader degli Oasis, Noel Gallagher. Il chitarrista e cantante, ora autore solista, è un grande appassionato di calcio e, soprattutto, tifosissimo del Manchester City (come il fratello Liam). Chiacchierando con la Bbc, la pop-star si è divertita a creare una band immaginaria, dove solo pochi eletti avrebbero il privilegio di suonare insieme a lui. “Molti calciatori moderni sono troppo precisini -afferma Noel Gallagher- Mentre per entrare nella mia band devi avere del carisma”. Accantonati due tipi rock come Eric Cantona e Roy Keane, il chitarrista sceglie però il compianto George Best come possibile cantante (unico giocatore dei rivali del Manchester United ad essere selezionato per la “band dei calciatori”).

ZIDANE ALLA CHITARRA – Alla chitarra solista c’è, invece, Zinedine zidane. “Per suonare la chitarra solista devi essere un mago, e quel mago deve essere Zidane -spiega Gallagher- Darebbe alla band un tocco francese e, come giocatore, era un vero genio. Vederlo giocare era come vedere un direttore d’orchestra e, se proprio dovessi scegliere, potrei indicarlo come il mio giocatore preferito. L’ho visto nella finale del Mondiale 2006. Tutti si ricordano la sua espulsione, e non il suo bellissimo rigore. Serve del coraggio per tirarlo con un pallonetto come ha fatto lui. L’ho visto anche quando segnò il rigore contro l’Inghilterra agli Europei del 2004. Ci sono delle immagini in cui lo si vede vomitare popchi minuti prima. Incredibile,. Non so se avesse i postumni di una sbornia o se avesse mangiato un gamberetto avariato all’intervallo. Ma lo rispetto per aver segnato dopo essere stato male. Oltretutto era uno che si fumava 20 sigarette al giorno. Era un tipo veramente rock and roll”.

VIEIRA AL BASSO – Se per la chitarra serve un mago, per il basso bisogna affidarsi a “qualcuno di solido ed affidabile”, prosegue l’ex Oasis. “Deve essere una roccia inamovibile. Per questo mi affiderei a Patrick Vieira, che avrebbe anche il ritmo. Lo preferirei ad un altro grande giocatore come Roy Keane perché Keane non era abbastanza allegro. La musica deve essere divertente, non puoi avere un musone nella tua band. Non potrei andare in tour con Roy Keane, anzi, neanche potrei dividere lo stesso bus”.

BEST ALLA VOCE – La scelta di George Best come cantante e frontman è abbastanza semplice: “In una band, ti serve un cantante che possibilmente sia anche di bell’aspetto. Georgie sarebbe il mio cantante perché è stato il più grande calciatore di tutti i tempi ed era anche bello. E’ stato il primo calciatore ad essere una star. Mi ricordo che aveva questa casa di design poco fuori Manchester che è diventata un’attrazione turistica. Mia madre e mio padre ci portavano a vederla la domenica ed era pieno di gente contro il cancello che osservava Best mentre guardava la tv. Era del Manchester United, ma non potrei mai odiarlo. E’ lo stesso con Cantona. Amavo Eric, perché era psichedelico. Se fosse stato un album, sarebbe stato Sgt. pepper dei Beatles. Era uno di quelli che avresti voluto nella tua squadra, anche se quando giocava contro il City speravo si rompesse una gamba!”.

BALOTELLI ALLA BATTERIA – “Devi essere un po’ matto per suonare la batteria, e Mario potrebbe aggiungerci anche un po’ di rap ogni tanto”, spiega poi il musicista per quanto riguarda la scelta di Mario Balotelli come batterista. “E’ una rock star dei nostri giorni. E’ un po’ folle, un po’ inaffidabile e un po’ stravagante. Non sai mai con quale taglio di capelli si presenterà”. Arriva anche una frecciatina all’odiato fratello Liam. “Balotelli inoltre ama i social media, e chiaramente non sa scrivere canzoni. Metti tutto questo insieme, ed avrai una copia di Liam…”. “Mario -aggiunge- è un bel personaggio, ma quando giocava per il City non avevi mai la sensazione che potesse cambiarti la partita. Era più facile che segnasse il gol del 3-0 o del 5-0. Ma lo amavo e lo amo ancora. Ogni tanto penso che mi piacerebbe riaverlo al City”.

Passa la Roma metteteve in ginocchio, un disco del 1975

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curva sud roma anni 70 as roma 1975 alvaro amici cantante romanista passa la roma metteteve in ginoicchio disco Passa la Roma metteteve in ginocchio, un disco del 1975 inciso da Alvaro Amici, una voce storica della musica tradizionale e popolare della Capitale.

Alvaro Amici incarna più di altri la romanità ed il romanismo, non è un caso che abbia inciso anche altri 45 giri per la “magica” Roma, l’Associazione Sportiva Roma 1927…pensate che il cantante di stornelli è venuto a mancare proprio lo stesso giorno in cui è morto Alberto Sordi, strano scherzo del destino..

Passa la Roma, metteteve in ginocchio non è solamente il titolo del disco, ma un motto che perdura negli anni sposandosi con il “fatece largo!”.

Ecco il testo della canzone:
All’Olimpico c’è er sole anche se piove e mò ve conto come questo accade…
là sopra è sempre fisso e nun se move,e indovina npò chi lo fà brillà…
è facile capì de chi parlamo, du nastri giallorossi in grande ascesa
e se tenemo tutti er core in mano e a gran voce dovemo da strillà…
a gran voce dovemo da strillà:
la Roma è Roma nun ce so’discusioni, l’Olimpico è la gabbia e la Roma il suo leone
passa la Roma metteteve in ginocchio, che la regina passa dentro ar cocchio
passa la Roma metteteve in ginocchio, che la regina passa dentro ar cocchio
è un carro armato de 11 cannoni che sfonna le difese e spacca tutti,
una macchina stupenda de palloni e ognuno gioca e và a sparà…
la Roma è Roma e qui non se discute, la Roma è lupa e se le magna tutte
le squadre le tiè sotto alle sua zampr
perdon la faccia, la faccia e le mutande
perdon la faccia, la faccia e le mutande
la Roma è Roma nun ce so’discusioni, l’Olimpico è la gabbia e la Roma il suo leone
passa la Roma metteteve in ginocchio, che la regina passa dentro ar cocchio
passa la Roma metteteve in ginocchio, che la regina passa dentro ar cocchio

Nuovo coro Curva A Napoli, è passato tanto tempo

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ultras napoli curva a napoli curva a curva a napoli ultras club atltitco san lroenzo hincha Ecco il nuovo coro della Curva A di Napoli, E’ passato tanto tempo, un ritmo da tifoso argentino che conquista tutto lo Stadio San Paolo.

Oramai le canzoni delle tifoserie d’Argentina spopolano in Italia, non è un caso, sono tra le più belle e coinvolgenti; poi Napoli forse, insieme a Genova, è la città più vicina all’Argentina.

La canzone degli ultras della Curva A dice queste parole:

È passato tanto tempo
Non ci lasceremo mai
Siamo figli del Vesuvio
Forse un giorno esploderà
Una vita insieme a te Di domenica alle 3
Non riesco a stare solo senza te
Quando un giorno morirò Da lassù ti guarderò
Quanti cori al funerale chiederò!

E’ lo stesso ritmo e melodia della canzone della hincha del San Lorenzo, la Gloriosa Butteler: Vengo dal Barrio de Boedo

Vengo del barrio de boedo
barrio de murga y carnaval
te juro que en los malos momentos,
siempre te voy a acompañar…
dale dale matador
dale dale matador
dale dale dale dale matador.

Siamo nati Salernitani e moriremo sempre Ultrà

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curva siberiano ultras salerno bella ciao scritta curva siberiano salerno ultrà salerno Siamo nati Salernitani e moriremo sempre Ultrà è parte del testo di una canzone degli ultras della Curva Sud Siberiano di Salerno.

Ecco Le parole del coro dei tifosi granata dello stadio Arechi di Salerno:
Questa mattina, mi son svegliato
oooooo….
questa mattina mi son svegliato e son venuto qui a tifar,
qui a tifare, Salernitana…
oooooo….
Salernitana sempre nel cuore, vinci sempre per gli Ultrà,
e vinci sempre per noi Ultrà …
oooooo….
vinci sempre per noi Ultrà, la nostra fede mai morrà,
la nostra fede ci porterà …
oooooo….
ovunque andrai ti seguiremo, per sempre in tutte le città,
e canteremo fino alla morte …
Siamo nati Salernitani e moriremo sempre Ultrà …

Avrai sicuramente riconosciuto ritmo, note e melodia della canzone..si tratta di Bella ciao, un canto popolare italiano simbolo della Resistenza. Ricordando a tutti che, siccome la politica è una cosa serie, noi della Redazione di Football a 45 giri non abbiamo nessuna intenzione di parlarne su questo blog che si occupa di calcio-musica e ultras, entriamo nel merito di questa canzone.
Bella ciao nasce prima della fine della guerra nell’appennino emiliano e prende successo quando i partigiani si avviano alla vittoria. Chi ha scritto il testo di Bella ciao?
Non si sa, sembra 2 partigiani tra Modena e Bologna.
Sembra che le note e parte delle parole fossero pre-esistenti e derivino da un brano musicale Yddish di un musicista newyorkese. Sambra anche che le mondine usassero una canzone con testo molto simile, ma non politicizzato, improntato sul lavoro.
Chiaramente con le parole “invasore”, “partigiano” e “libertà” il canto si è diffuso prima in tutta Italia, per poi approdare all’estero.

Ecco il testo di Bella Ciao originale:
Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

Mi seppellirai [Mi porterai / E seppellire] lassù in [sulla] montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire [Mi seppellirai / Mi porterai] lassù in [sulla] montagna
[sotto l’ombra] all’ombra di un bel fior.

E [Tutte] le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E [Tutte] le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!

Coro ultras Curva Sud Reggiana e musica blues

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curva sud reggiana ultras ghetto teste quadre ultras reggiana 1919 tifosi reggiana 1919 blues-brothers

Un coro ultras della Curva Sud per la Reggiana e le note di musica blues risuonano allo stadio di Reggio Emilia Mapei, già Giglio e già Tricolore.

Che bomba questa accoppiata tifo – musica blues!

Il coro dei tifosi granata dell’AC Reggiana 1919 è senza parole, ma è vera,mente d’effetto e precedete il nome della squadra scandita più volte da tutti i presenti in gradinata: “Reggiana, Reggiana, Reggiana!”

Ecco qui il video girato nel 2014 durante il trofeo Tim, un’occasione ben sfruttata dagli ultrà reggiani per mettersi in mostra in situazioni che più si sposerebbero con la loro tradizione calcistica e di tifoseria:

Se per te non sembrano solo versi che non dicono nulla, continua a leggere, perchè questo pezzo vocale è un grande riferimento musicale cinematografico!
I Blues Brothers!!!

Parliamo di un film mitologico! E di musica fantastica!
I Blues Brothers nacquerò come band musicale formata da Dan Aykroyd e John Belushi nel 1978, un duo blues e soul. Solo 2 anni dopo venne girato una delle pellicole più belle delle cinematografia, il film omonimo!
Ricordi la trama? Se non la ricordi è una buona occasione per rivederti il fiml (pessima memoria!).
Il brano legato al coro del tifo reggiano si sente a questo punto del film:

…Grazie allo sforzo pubblicitario, il Palace Hotel è gremito di pubblico, ma tra gli spettatori s’appostano anche i Good Ole Boys, i poliziotti Daniel e Mount, il loro collega Mercer e molti altri agenti che sperano di catturare i Blues Brothers. Mentre Jake ed Elwood sono costretti a passare dal bagno delle donne per entrare al Palace Hotel eludendo la sorveglianza, la folla si spazientisce per l’attesa e quindi Curtis ha l’idea di eseguire con la band Minnie the Moocher, vecchio successo del 1931 di Curtis/Calloway al Cotton Club (infatti la scena viene girata come se fosse ambientata in quel locale, esattamente negli anni trenta)…

La canzone originale, che rifanno le Teste Quadre e gli ultras della Sud di Reggio Emilia, si intitola Minnie the Moocher, incisa ed uscita in disco 45 giri nel 1931 per l’etichetta Brunswick dal jazzista Cab Calloway. Fu proprio questo cantante che, sfruttando le improvvisazioni date dal jazz live, improvvisò il gioco vocale di chiamata e risposta, un po’come si fa negli stadi ora per tifare, il cantante dice una cosa ed il pubblico risponde..in questo caso era il turno di “ari, ari, ari oh!” etc
Sono tante le cover e le citazioni di questa canzone, noi vi riportiamo solo questa:

nel film Una notte all’opera del 1935, Groucho Marx che interpretava Otis Driftwood dice: «Tu lo pagherai un centinaio di dollari a notte solo per cantare? Perché? Puoi avere un disco di Minnie the Moocher per 75 centesimi! E per un dollaro e un quarto puoi avere direttamente Minnie…»

Ecco il testo di Minnie the Moocher:
Hey folks heres the story bout minnie the moocher
She was a lowdown hoocie coocher
She was the roughest toughest frail
But minnie had a heart as big as a whale

Hidehidehidehi (hidehidehidehi)
Hodehodehodeho (hodehodehodeho)
Hedehedehedehe (hedehedehedehe)
Hidehidehideho (hidehidehideho)

She messed around with a bloke named smokie
She loved him though he was cokey
He took her down to chinatown
And showed her how to kick the gong around

Hidehidehidehi (hidehidehidehi)
Whoah (whoah)
Hedehedehedehe (hedehedehedehe)
A hidehidehideho (hidehidehideho)

She had a dream about the king of sweden
He gave her things that she was needin
He gave her a home built of gold and steel
A diamond car with platinum wheels

A hidehidehidehidehidehidehi (hidehidehidehidehidehidehi)
Hodehodehodehodehodehodeho (hodehodehodehodehodehodeho)

He gave her his townhouse and his racing horses
Each meal she ate was a dozen courses
Had a million dollars worth of nickels and dimes
She sat around and counted them all a million times

Hidehidehidehi (hidehidehidehi)
Hodehodehodeho (hodehodehodeho)
Hedehedehedehe (hedehedehedehe)
Hidehidehideho (hidehidehideho)

Poor min, poor min, poor minnie

Coro Curva Nord Ancona, noi siamo un popolo fiero

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ultras dorici ancona ancona curva nord ultras curva nord ancona ultras zum zum zum mina disco Un coro della Curva Nord Ancona, Noi siamo un popolo fiero, una canzone da stadio degli ultras Dorici a supporto dei calciatori biancorossi.

Allo stadio Del Conero i tifosi anconetani si esaltano ed inneggiano alla propria squadra del cuore, ma più cha ltro alla propria città, la Dorica, fondata dai Greci di Siracusa 3 secoli avanti Cristo, cantando queste parole:
Noi siamo un popolo fiero,
antica città di mare,
alziamo le nostre bandiere,
facciamole sventolare
ooohhohooo

E’un coro a ripetizione quello degli ultras dell’Ancona, una canzone per la quale la Curva Nord ha preso in prestito note e melodia dal disco Zum Zum Zum di Mina. Si tratta di un 45 giri, con lato B Sacumdì sacumdà, uscito nel 1968 per etichetta PDU in concomitanza con Canzonissima, trasmissione di cui era sigla…seppur la Tigre di Cremona aveva già presentato il brano un anno prima in TV durante una puntata di Sabato Sera. Questo brano musicale, seppur molto datato è ancora in voga, non ci credo che non lo hai mai sentito! Ed è molto usato, da tempi immemori nelle curve italiane dai tifosi di molte squadre.
Il testo e la musica della canzone originale sono di Antonio Amurri e Bruno Canfora.
Sarà capitato anche a voi
di avere una musica in testa,
sentire una specie di orchestra
suonare suonare suonare suonare, zum zum zum zum zum zum zum zum zum,
la canzone che mi passa per la testa,
non so bene cosa sia
dove e quando l’ho sentita,
di sicuro so soltanto che fa
zum zum zum zum zum zum zum zum zum,
la cantavo stamattina appena sveglia
e cantandola ho pensato che non è poi tanto male
specialmente nel pezzetto che fa
zum zum zum zum zum zum zum zum zum.
Però se va avanti così
finisce che questa canzone
diventa una tale ossessione
e parlo soltanto facendo ogni tanto
zum zum zum zum zum zum zum zum zum,
la canzone che mi passa per la testa
non so bene cosa sia
dove e quando l’ho sentita,
di sicuro so soltanto che fa
zum zum zum zum zum zum zum zum zum,
più ci penso e più mi sembra ch’era un coro,
era un coro di bambini che cantava nel cortile di una scuola ripetendo sempre
zum zum zum zum zum zum zum zum zum.
Stamattina la cantavo io soltanto,
ma stasera già mi sembra di sentire chiaramente
tanta gente che la canta insieme a me
zum zum zum zum zum zum zum zum zum !!!


San Lorenzo va a volver, coro de la Gloriosa Butterler

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tifo_argentino gloriosa butteler san lorenzo hincha san lorenzo de almagro san-lorenzo-almagro San Lorenzo va a volver, un coro de la Gloriosa Butteler, la hincha della squadra di calcio di Papa Francesco.
La canzone che cantano i tifosi è entusiasmante e trascina tutti, anche chi non capisce il senso delle parole e probabilmente anche chi non ama il tifo calcistico. E’l’entusiasmo della gente che si diffonde con questo coro da stadio, uno dei migliori del panorama del tifo argentino, che tanto ci piace raccontare e che tanto vi piace vedere e sentire.

Il video è stato girato nella partita casalinga contro il Quilmes (la città dell’omonima birra, la più famosa d’Argentina!) allo stadio Pedro Bidegain, el nuevo gasometro, nel quartiere di Nueva Pompeya a Buenos Aires.
I tifosi del San Lorenzo cantano queste parole:
A ver si lo escuchan
a ver si lo entienden
la vuelta a boedo
la banca la gente
pedimo al gobierno
que nos restituya
lo que nos robaron
en la dictadura
va a volver va a volver
San Lorenzo va a volver
va a volver va a volver
San Lorenzo va a volver

cerchiamo di tradurre le parole de La Gloriosa Butteler:
Vediamo se mi ascoltano
Vediamo se mi capiscono
Il ritorno a Boedo
La banca, le gente
chiediamo al governo
che ci restituisca
quello che ci hanno rubato
durante la dittatura.
Tornerà, Tornerà
San Lorenzo tornerà

Ma dove deve tornare il Club Atletico San Lorenzo?
A Boedo, nel barrio de Boedo, il quartire d’origine della società calcistica azul-grana. Come abbiamo detto, il Ciclón gioca a Nueva Pompeya e non nella propria zona! E vero che questo accade oramai da anni, ma i Cuervos non lo accettano e continuano a cantare!

Il CASLA nasce per strada, dove giocavano i ragazzi!

Nei primi anni del 1900 un gruppo di ragazzi di colore di Almagro iniziò a giocare a calcio e alle cosiddette “canike” nelle squadre del quartiere, sfidando le squadre dei quartieri vicini e facendosi chiamare Los Forzosos de Almagro (I forti di Almagro). Con il passare degli anni però giocare per strada iniziò a diventare pericoloso a causa del crescente numero di tram e bus in circolazione, sino a che uno dei giovani calciatori fu investito da un tram durante una partita. A quel punto il prete salesiano Lorenzo Massa decise di ospitare le partite nel cortile dell’oratorio della sua parrocchia in Calle México. In cambio dello spazio ottenuto i ragazzi si impegnarono a seguire la messa ogni domenica. Il 1º aprile 1908 la squadra fu fondata ufficialmente, e fu chiamato San Lorenzo de Almagro in onore di padre Lorenzo e del quartiere.

Allora uniamoci anche noi al coro San Lorenzo va a volver, per consentire e sperare anche noi insieme ai Gauchos de Boedo al ritorno allo stadio de Boedo. La dirigenza della squadra del Papa ha ricomprato lo stadio antico nel 2013, ora bisogna solo aspettare…

Coro ultras Curva Sud Mi sono innamorato del Messina

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messina ultras curva sud curva sud messina ultras rocco granata marina disco tifo messina curva sud Il coro ultras della Curva Sud, mi sono innamorato del Messina, prende spunto da un 45 giri molto in voga negli anni 60.

I tifosi giallorossi peloritani cantano queste parole:
Mi sono innamorato del messina, per questa malattia non c’è una cura..
Lo giuro non la lascerò mai sola, e ovunque per lei fiero canterò..
Messina messina messina, è il nome della mia città..
Messina messina messina, è in testa l’effetto che fa..
È TUTTO UN LOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLO

E’chiarissimo il riferimento al brano musicale Marina eseguito da Rocco Granata, così orecchiabile che ancora oggi lo conoscono tutti. La canzone uscì in disco nel 1959 e sul lato B del 45 giri c’era inciso il pezzo Manuela…Granata aveva un debole per le donne! Il vinile raggiunge un record di vendite superando molti autori nettamente più affermati di Rocco e questo creò la cover virale; hanno eseguito Marina anche Claudio Villa, Peppino di Capri, Renato Carosone, Dalila e Gianni Morandi tra gli altri.

La storia di Marina, la ragazza “mora, ma carina” ha fatto anche il giro del mondo, diventando un inno per gli emigrati italiani..

Ecco il video originale di Rocco Granata in Marina

Ecco il testo di Marina:
Mi sono innamorato di Marina
Una ragazza mora ma carina
Ma lei non vuol saperne del mio amore
Cosa faro’ per conquistarle il cuor
Un girono l’ho incontrata sola sola
Il cuotre mi batteva mille all’ora
Quando le dissi che la volevo amare
Mi diede un bacio e l’amor sboccio’
Marina, Marina, Marina
Ti voglio al piu’ presto sposar
Marina, Marina, Marina
Ti voglio al piu’ presto sposar
O mia bella mora
No non mi lasciare
Non mi devi rovinare
Oh, no, no, no, no, no
O mia bella mora
No non mi lasciare
Non mi devi rovinare
Oh, no, no, no, no, no
[Instrumental Interlude]
Marina, Marina, Marina
Ti voglio al piu’ presto sposar
Marina, Marina, Marina
Ti voglio al piu’ presto sposar
O mia bella mora
No non mi lasciare
Non mi devi rovinare
Oh, no, no, no, no, no
O mia bella mora
No non mi lasciare
Non mi devi rovinare
Oh, no, no, no, no, no

Coro Curva Montagnani, Per un pir, un pam, un persec

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curva sud 1912 modena ultras modena fc curva sud curva sud modena ultras ghirlandina modena Per un pir, un pam, un persec, una canzone ultras in dialetto stretto, il coro della Curva Montagnani, la Sud dello Stadio Alberto Braglia di Modena.

Difficile da decifrare per chi non è emiliano!

I tifosi gialloblù cantano:
Per un pir, un pam un persec, per ‘na brogna e na rumleina, nuetr’a sam d’la Ghirlandeina, nuetr’a sam da rispeter

Difficile capire anche con la traduzione!
Ciò che è chiaro è che è un inno alle proprie origini, alla propria città! La Ghirlandeina è la Ghirlandina, la torre campanaria del Duomo di Modena. La torre civica, patrimonio dell’umanità Unesco, è famosa in tutto il mondo e contraddistingue Mòdna (Modena per i sui abitanti).

Ma cosa dicono gli ultrà canarini nel coro?
Per una pera, una mela, una pesca, per una prugna ed un semino, noi siamo della Ghirlandina, noi siamo da rispettare.
Semplice, no? D’altronde cosa vuoi aspettarti cose contorte da un modenese?! Il motto della città, quello sullo scudo araldico cittadino riporta la scritta Avia Pervia, che in latina significa proprio “rendiamo facili le cose difficili”.

La canzone della Curva Sud 1912 del Braglia è chiaramente improntata sulle note di Montagne verdi, il disco di Marcella Bella inciso nel 1972 da etichetta musicale CGD su 45 giri con sul alto B Tu insieme a lei.
Un brano mitico..soprattutto per chi frequenta il football, perchè stadio che vai, montagne verdi che trovi..
Godiamoci la versione originale

Il testo di Montagne verdi:
Mi ricordo montagne verdi, e le corse di una bambina,
con l’amico mio più sincero, un coniglio dal muso nero,
poi un giorno mi prese il treno, l’erba, il prato e quello che era mio,
scomparivano piano, piano e piangendo parlai con Dio.

Quante volte ho cercato il sole, quante volte ho mangiato sale,
la città aveva mille sguardi io sognavo montagne verdi.
Il mio destino è di stare accanto a te,
con te vicino più paura non avrò
e un po’ bambina tornerò.

Mi ricordo montagne verdi quella sera negli occhi tuoi,
quando hai detto: “Si è fatto tardi, ti accompagno se tu lo vuoi”.
nella nebbia le tue parole, la tua storia e la mia storia,
poi nel buio senza parlare ho dormito con te sul cuore.

Io ti amo mio grande amore, io ti amo mio primo amore,
quante volte ho cercato il sole, quante volte ho cercato il sole

Il mio destino è di stare accanto a te, con te vicino più paura non avrò
e un po’ più donna io sarò
montagne verdi nei tuoi occhi rivedrò

Altri testi su: http://www.angolotesti.it/M/testi_canzoni_marcella_bella_3954/testo_canzone_montagne_verdi_135557.html
Tutto su Marcella Bella: http://www.musictory.it/musica/Marcella+Bella

Coro Curva Nord Udine, Lambada

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curva nord friuli ultras curva nord udine teddy boys friulano al seguito murales kaoma lambada disco C’è un coro della Curva Nord di Udine sulla musica della Lambada, Udinese alè, sempre insieme a te.

I tifosi friulani che portano dal 1896 il simbolo della famiglia Savorgnan, hanno ripreso le note della famosa canzone brasiliana fine anni 80 per farne un coro da stadio a supporto dei calciatori delle Zebrette:

Tra lo sventolio delle bandiere bianconere e quelle blu del Friuli gli ultras dell’Udin si muovono a tempo incitando i propri colori. La Lambada è un brano legato ad un ballo ed effettivamente il suo ritmo ed il suono del bandoneon ti fanno venire da ballare. Il disco con la canzone carioca è stato inciso dalla band francese Kaoma nel 1989 ed ha registrato un boom di vendite e di passaggi radio ed ai locali..non c’era dj senza il 45 giri e non c’era serata danzante senza lo “strucio” della Lambada!
In teoria questa canzone è un plagio di una musica andina, Llorando Se Fue dl 1984…un po’più lenta e non festosa..in effetti il titolo si traduce in “Piangendo fuggì”; l’autore del pezzo è il boliviano Ulises Hermosa Virreira, leader del gruppo “Los Kjarkas”.

Ecco il testo di Llorando Se Fue:
Llorando se fue
y me dejo solo y sin su amor

Llorando se fue
y me dejo solo y con dolor

Sola estará recordando este amor
que el tiempo no puede borrar

Sola estará recordando este amor
que el tiempo no puede borrar

La recuerdo hoy
y en mi pecho no existe el rencor

La recuerdo hoy
y en mi pecho solo existe amor

Llorando estará recordando este amor
que un dia no supo cuidar

Llorando estará recordando este amor
que un dia no supo cuidar
(Bis)

Coro Curva Nord Brescia, fino al novantesimo

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brescia curva nord ultras ultras brescia curva nord ultras bresciani curva nord brescia ultras Gli ultras Curva Nord Brescia cantano la canzone Fino al novantesimo, regalandoci 2 minuti di coro argentino.

Non sono i primi, i tifosi delle Rodinelle, ad aver adottato questo coro da stadio che sta facendo il giro delle curve italiane.
Ecco il video relativo alla sfida casalinga allo stadio Rigamonti contro il Cittadella:

Gli ultras bresciani della Leonessa cantano questa canzone:
E io canterò
fino al 90°
che fatica che ti chiedo
forza Brescia facci un gol
e facci un gol
la curva nord ti ama
tutta la settimana
io penso solo a te
e biancoazzurro
unico grande amore
una grande passione
che sta dentro di me

I tifosi irlandesi e la canzone Fields of Athenry

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Fanno venire i brividi i tifosi della nazionale irlandese che cantano la canzone Fields od Athenry negli stadi dove The Boys in Green giocano.

Non è una novità che il popolo d’Irlanda è molto legato alle proprie tradizioni sportive e musicali, spesso ben distinte ed in contrasto con quelle del Regno Unito.
Gli irlandesi si sa che quando vanno in trasferta portano con sè allegria, colore e voglia di bere birra e whiskey..ma anche i propri cori, scanditi ad alta voce!

Ecco il coro dei suporters irlandesi durante il match tra Spagna ed Irlanda di Euro 2012 a Gdansk, in Polonia il 14 Giugno:

Incredibili!
Il coro dei tifosi verdi è Fields of Athenry, una canzone popolare irlandese composta negli anni 70 da Pete St.John, un inno per la federazine calcistica, ma non solo, anche per quelle di altri sport della nazionale irlandese. I campi di Athenry è un brano che narra della grande carestia, una fase importante della storia irlandese.

Il testo narra di un uomo di Atherny, un campo nella contea di Galway, che sta per essere processato, dopo la prigionia, per aver rubato per sfamare la sua famiglia, una delle tante vittime della carestia d’Irlanda.
Le parole di Fields of Atherny:
By a lonely prison wall, I heard a young girl calling
Michael, they have taken you away,
For you stole Trevelyan’s corn,
So the young might see the morn.
Now a prison ship lies waiting in the bay.
Ritornello:
Low lie the fields of Athenry,
Where once we watched the small free birds fly
Our love was on the wing
We had dreams and songs to sing
It’s so lonely round the fields of Athenry.
By a lonely prison wall, I heard a young man calling
Nothing matters, Mary, when you’re free
Against the famine and the crown,
I rebelled, they cut me down.
Now you must raise our child with dignity.
(Ritornello)
By a lonely harbor wall, she watched the last star falling
As the prison ship sailed out against the sky
For she lived in hope and pray, for her love in Botany Bay
It’s so lonely round the fields of Athenry.

La traduzione di Fields of Athenry è:
Da un solitario muro di una prigione, ho sentito una giovane ragazza chiamare:
“Michael, ti hanno portato via,
Perché hai rubato il granoturco di Trevelyan,
Perché il bimbo potesse vedere l’alba.
Adesso una nave prigione attende nella baia.”
Ritornello:
Sono lontani i campi di Athenry,
Dove una volta guardammo gli uccellini liberi volare.
Il nostro amore era in volo,
Avevamo sogni e canzoni da cantare.
Sono così desolati i campi di Athenry.
Da un solitario muro di una prigione, ho sentito un giovane uomo chiamare:
“Non ti importa di nulla, Mary, quando sei libero.
Contro la carestia e la corona,
Mi sono ribellato, mi hanno fermato.
Adesso devi crescere nostro figlio con dignità.”
(Ritornello)
Da un solitario muro di un porto, lei guardava l’ultima stella cadere,
Quando la nave prigione partì verso il cielo.
Così visse sperando e pregando per il suo amore a Botany Bay.
Sono così desolati i campi di Athenry.

Anche se non conosci quanto c’è dietro a questa canzone, l’avrai sentita suonare in un irish pub, magari il giorno di San Patrizio, o l’avrai sentita ad una partita di rugby o cantare dai tifosi del Celtic..ma come del Celtic, sono scozzesi!?!? Eh, si, anche se sono di Glasgow, sono legati alle tradizioni irlandesi, poichè l’orogine dei tifosi degli Hoops è proprio irlandese. Ci sono poi anche va versione di nemici storici dei Rangers di Glasgow, i protestanti unionisti, e quella dei tifosi del Liverpool (altra tifoseria con molti appartenenti di origine irlandese). Extra calcistico, va detto anche che il brano è famoso perchè legato all’IRA e l’indipendentismo irlandese oltre che noto per le varie cover: lo sai che anche i Dropkick Murphys hanno inciso The Fields of Athenry?!?!
Nel 2003 nel disco Blackout pubblicato da etichetta Hellcat!

Glasgow Rangers e la canzone Build My Gallows

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glasgow rangers fans ultras tifosi loyalist rangers rangers light blues supporters rangers 870 I tifosi dei Glasgow Rangers, la frangia protestante ed unionista di Glasgow, e la canzone Build my Gallows.

I Gers, loro, come i cugini a strisce biancoverdi, si contraddistinguono per cori da stadio che hanno origini popolari, religiosi, razziali e che si rifatto ad avvenimenti storici come le battaglie vinte o perse da vecchi e potenti eserciti; e tra le canzoni di tifosi dei Rangers, The Light Blues, ci piace citare Build My Gallows.
Qui i Gers, i tifosi di Glasgow allo stadio di Siviglia:

Il Rangers Football Club, nasce proprio come la squadra dei lealisti, contrapposta ai cattolici dei Celtic, con i quali si gioca il predominio cittadino ed anche qualcosa in più nel derby, il mitico Old Firm.

La stracittadina ora non è più teatro di scontri violenti ed anche le due squadre come le tifoserie sembrano essere meno settate su politica e religione..ma i Rangers ed i Celtic continuano a conquistare proprio perchè simboli di 2 mondi opposti..e tra i conquistati ci sono persone di tutto io mondo, italiani anche in numeri importanti.

Ecco il testo di Build My Gallows:

I am a Loyal Ulster man
They say this day that I must hang
Cause I fought the IRA
They say that I must pay
Well they say this day that I must hang.

So build my gallows build them high
That I might see before I die
The Antrim glen and the hills of County Down
And I?ll see again the lights of home.

Well I am a Loyal Ulster man
They say this day that I must hang
I fought those evil men
And I?d do it all again
They say this day that I must hang.

So build my gallows build them high
That I might see before I die
The Antrim glen and the hills of County Down
And I?ll see again the lights of home.

I am a Loyal Ulster man
They say this day that I must hang
Well I fought that evil band
And I freed my native land
They say this day that I must hang.

So build my gallows build them high
That I might see before I die
The Antrim glen, the hills of County Down
And I?ll see again the lights of home.
The Antrim glen, the hills of County Down
And I?ll see again the lights of home.


Sheffield Wed e Hi Ho Silver Lining

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sheffield wednesday fans sheffield wednesday tifosi sheffield wednesday supporters jeff beck hi ho silver lining Sheffield Wednesday e Hi Ho Silver Lining è un binomio che entra di diretto nel nostro sito, riguardando calcio, musica e tifosi.

L’SWFC, il cui motto è con saggezza e coraggio, è uno dei club calcistici più vecchi del mondo; non è un caso che proprio nella città di Sheffield nacque la squadra di calcio più antica di sempre..la città del South Yorkshire è la patria del football!

The Owls, i gufi, oltratutto fanno da oltre 100 anni il derby con i cugini dello United chiamato Steel Derby, dove “sttel” sta per acciaio, prodotto tipico dalla città…pensate che proprio questo metallo è la causa di uno strane legame tra lo Sheffield Wed ed l’FBC Saronno 1910: le prime maglie della squadra di calcio lombarda, a strisce bianco e blu verticali, quando giocava in prima divisione (diciamo, la prima serie A) furono acquistate dal presidente Gaetano Gianetti proprio in terra d’albione per trattare l’acciaio.

Ma torniamo all’aspetto che più ci compete, la musica!

I tifosi dello Sheffield Wed cantano Hi Ho Silver Lining durante le proprie partite casalinghe o nelle occasioni più importanti. Ecco il video girato durante Sheffield Wednesday V Wycombe 5/5/2012, il giorno della promozione dei Gufi dalla Football league alla Championship:

Impressionante la performance dei supporters dello SWFC e poi che canzone fantastica, fa venire voglia di cantarla. Hi Ho Silver Lining è un brano di Jeff Beck uscito in disco 45 giri del 1967. Il cantante, nato a Sutton, è uno di quei tipi che spazia dal rock al blues passando per il metal ed il funk…effettivamente non è proprio un novellino della musica inglese; ha suoanto con gli Yardbirds sostituendo Eric Clapton! Pensate che di lui Slash dei Guns’n roses disse: “Jeff Beck può imbracciare una chitarra scordata e col manico storto, e farla suonare meravigliosamente bene!”
In teoria Hi Ho Silver Lining è stata scritta dagli autori americani Scott English and Larry Weiss, ma viene sempre associata a Beck. Ecco l’originale ed il testo:

You’re everywhere and no where, baby
That’s where you’re at
Going down a bumpy hillside
In your hippy hat

Flying across the country
And getting fat
Saying everything is groovy
When your tyres are flat

And it’s hi-ho silver lining
And away you go now, baby
I see your sun is shining
But I won’t make a fuss
Though it’s obvious

Flies are in your pea soup, baby
They’re waving at me
Anything you want is yours now
Only nothing is for free

Lies are gonna get you some day
Just wait and see
So open up your beach umbrella
While you’re watching TV

And it’s hi-ho silver lining
And away you go now, baby
I see your sun is shining
But I won’t make a fuss
Though it’s obvious

And it’s hi-ho silver lining
And away you go now, baby
I see your sun is shining
But I won’t make a fuss
Though it’s obvious

And it’s hi-ho silver lining
And away you go now, baby
I see your sun is shining
But I won’t make a fuss
Though it’s obvious

Sembra impossibile, coro ultras Empoli

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ultras empoli settore coperto ultras empoli desperados tifosi empoli ultras beach-boys-sloop-john-b Dalla tribuna Maratona dello stadio Castellani, dove stazionano i Desperados parte il coro ultras per l’Empoli Sembra impossibile.

La canzone a supporto degli Azzurri non è unica nel suo genere in Italia, la abbiamo già sentita da più tifoserie, ma la versione del settore intitolato al tifoso empolese Emiliano Del Rosso, prematuramente scomparso, è da ascoltare:

Il video è relativo al campionato di Serie B 2008/09 ed alla trasferta di Mantova, periodo in cui erano presenti anche i Rangers, gruppo portante più antico del tifo empolese.

I tifosi dell’Empoli cantano così:
sembra impossibile
che seguo ancora a te
questa è una malattia che non va più via
non voglio andar via
non andar via di qua
e non resisto lontano te!

Il coro da stadio degli ultras toscani si rifà ad una canzone di molti anni fa: Sloop John B.
Si tratta di un brano che ha subito diverse cover dal 1916 fino ai giorni nostri e che spesso nei rifacimenti ha anche subito il cambio del titolo, per molti è famoso come I Want to Go Home.
Tra le versioni di maggior successo abbiamo sicuramente quella di johnny Cash e quella dei Beach Boys, uscita in disco 45 giri nel 1976 per l’etichetta musicale Capitol.
Si tratta di un grande successo che spesso viene passato alla radio, sia nelle versioni folk che in quella surf..poi da quando è stata portata allo stadio e da quando gira (oramai da anni) il video su Youtube dei tifosi dell’FC United di Manchester, il brano è sulla bocca di tutti.

Ecco il testo di Slop john b
We come on the sloop John B
My grandfather and me
Around Nassau Town we do roam
Drinking all night
Got into a fight
Well, I feel so broke up
I wanna go home
So, hoist up the John B’s sail
See how the mainsail sails
Call for the Captain ashore
Let me go home
Let me go home
I wanna go home, yeah yeah
Well, I feel so broke up
I wanna go home
The first mate, he got drunk
And broke in the Captain’s bunk
The constable had to come
and take him away
Sheriff John Stone
Why don’t you leave me alone? Yeah yeah
Well, I feel so broke up
I wanna go home
So, hoist up the John B’s sail
See how the mainsail sails
Call for the Captain ashore
Let me go home
Let me go home
I wanna go home,
Well, I feel so broke up
I wanna go home
The fore cook, he caught the fits
And threw away all my grits
And then he took and he ate
up all of my comb
Let me go home
Why don’t they let me go home
This is the worst trip
I’ve ever been on
So hoist up the John B’s sail
See how the mainsail sails
Call for the Captain ashore
Let me go home
Let me go home
I wanna go home
I wanna go home

Coro Curva Ovest Lucca, Che sarà sarà

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ultras lucca curva ovest LUCCHESE PISA MANIFESTO 2015 lucchese pisa que serà serà disco Gli ultras della Lucchese nella sfida contro il Pisa del 21 Marzo 2015 ed il coro della Curva Ovest Lucca, Che sarà sarà, un nuovo esempio di legame tra il tifo e la musica.

Quella tra l’Associazione Sportiva Lucchese Libertas 1905 ed il Pisa Calcio 1909 è un derby sentitissimo (specialmente in casa rossonera, data la promozione dalla serie D dello scorso campionato) causa una rivalità data dalla vicinanza delle città, alcune amicizie contrapposte, la visione politica avversa ed i numerosi incontri tesi nel corso degli anni.

Per questa sfida del girone B di lega pro che non capitava da un po’, tanto entusiasmo allo stadio Porta Elisa ed in particolare nel settore dedicato alla tifoseria di casa. Ecco il coro degli ultras della Lucchese:
Che sarà, sarà,
ovunque ti seguirem
nessuno ci fermerà
che sarà, sarà.

Il ritornello è molto orecchiabile, ed è intuibile capire quale sia l’origine della canzone, anche perchè è un brano adottato dalle tifoserie italiane ed europee da decenni..addirittura a Manchester la passa lo speaker dello stadio Old Trafford ed i supporters la cantano; si tratta di Que Serà serà, cantata da Doris Day pubblicata in 45 giri nel 1956, ma resa famosa per essere inserita nella colonna sonora di L’uomo che sapeva troppo, film di Hitchcock. La canzone Que sera, sera (Whatever Will Be, Will Be) è favolosa ed è stata oggetto di diverse cover, coem quella incisa su disco da Elvis Presley:

Ecco il testo di Que serà serà:
When I was just a little girl
I asked my mother, “What will I be?
Will I be pretty, will I be rich?”
Here’s what she said to me
“Que Sera, Sera
Whatever will be, will be
The future’s not ours to see
Que Sera, Sera What will be, will be”
When I grew up, and fell in love
I asked my sweetheart, “What lies ahead?
Will we have rainbows, day after day?”
Here’s what my sweetheart said
“Que Sera, Sera
Whatever will be, will be
The future’s not ours, to see
Que Sera, Sera
What will be, will be”
Now I have children of my own
They ask their father, “What will I be
Will I be handsome, will I be rich?”
I tell them tenderly
“Que Sera, Sera
Whatever will be, will be
The future’s not ours, to see
Que Sera, Sera
What will be, will be

Pink Floyd, calcio e musica psychedelica

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muscia calcio pink floyd pink floyd music football pink floys calcio e musica pink floys calcio Una delle rock band più importanti di sempre, i Pink Floyd tra calcio e musica psychedelica ci deliziano dal 1965, anno in cui nacquero in quel di Londra.

In principio erano i The Tea Set, un gruppo di studenti universitari ai quali si unì Syd Barret e proprio lui, accorgendosi che la band aveva successo e che il nome era già in uso da altri, propose il nome che poi rimase scolpito nella storia The Pink Floyd Sound.

Dai Pink Floyd hanno preso punto icone degli anni 70 quali David Bowie, i Jethro Tull, i Genesis, i Depp Purple, i Queen ed i Led Zeppeling e tanti altri.

Ma qual’è il legame tra i Pink Floyd ed il calcio?

Da Zonacesarini:

LA VIA PSICHEDELICA AL CALCIO: STORIA E CURIOSITÀ DA SAPERE SUL PINK FLOYD FOOTBALL CLUB
È il 1973 e un gruppo di undici scanzonati trentenni capelloni calca il tipico prato inglese correndo dietro ad un pallone. Una scena quotidiana in Terra d’Albione. A guardarli bene, però, quei ragazzi dall’aria trasognata e ribelle hanno qualcosa di speciale. Quattro undicesimi della squadra compongono una delle band più influenti della storia del rock: i Pink Floyd.Pare strano ma anche questo è calcio. O meglio, passione viscerale per il gioco. Tanto che quella squadra un po’ improvvisata e pittoresca ha un nome ed un’identità precisa, è il Pink Floyd Football Club. Team nato dalla volontà degli architetti del suono, che si trovavano a passare lunghe giornate on the road nel cammino fra una tappa e l’altra dei tour di lancio dei loro album. Tra mini-van sulle autostrade britanniche, un pugno di biondissime groupie come compagnia e Fender Stratocaster accatastate, l’unico oggetto irrinunciabile è il pallone. Quello anni ’70, il Telstar, con tanto di pentagoni neri ed esagoni bianchi cuciti sul cuoio.

“C’era sempre un pallone con noi, non mancava mai nelle nostre tournée in giro per il mondo.”

Parole di Roger Waters, anzi, del portiere Roger Waters. Numero 1 dal fisico asciutto e slanciato; il genio despota dei Pink Floyd, infatti, è l’angelo coi guantoni di quel team fuori dagli schemi. Ruolo che si confà perfettamente all’avversione innata nel seguire i compagni, interprete di una partita tutta sua dove può comandare a piacimento ed essere sempre decisivo. Nel bene e nel male. Spartito che si riproporrà fedelmente anche nella (quasi) ventennale carriera da leader del gruppo.C’è poi un mediano metodista: uno che vive nel cuore del gioco, dettando tempi morti e improvvise accelerate. Il ritmo cardiaco della squadra è affidato alla cadenza regolare e al sudore di Nick Mason, numero 4 di un tempo con tanto di immancabile fascia tennistica sulla fronte. Un volante, per dirla con un termine sudamericano. In perfetta sintonia con quei tempi regolari di batteria che scandiscono i battiti spesso dilatati degli album della band. Vero metronomo.

Il terzino destro è un ragazzo un po’ timido che più di tutti ha fissato bene in mente l’importanza dell’armonia collettiva, di una squadra come di una band. È Richard Wright, che dalle soffuse e oniriche tastiere di appartenenza si sposta sulla fascia, in attesa di fronteggiare ali e attaccanti. Un talento al servizio del collettivo. Uno di cui ti puoi sempre fidare. È quello del sacrificio e del 6 in pagella, che non molla un attimo la concentrazione.

Qualche metro più avanti rispetto a Wright, agisce un’ala destra dalla chioma lunga e selvaggia, con la barba di quattro giorni e lo sguardo vitreo. È il numero 7 del Pink Floyd Football Club: uno che con la Stratocaster ha lasciato il segno, modellando un suono dal tocco personale assolutamente distinguibile e imitato a più riprese. È David Gilmour, il più giovane del gruppo. Sulle orme della tradizione del numero 7 britannico che vuole estro, tocco delicato e temperamento fuori dall’ordinario. Anche se in questo ruolo avremmo visto decisamente meglio Syd Barrett, il Diamante Pazzo fuggito a contare i trifogli d’Irlanda.Ma il Pink Floyd Football Club – o First Eleven, come venne battezzato all’inizio della sua epopea da strada – va oltre, perché scorrendo la distinta e osservando le foto altri originali calciatori si aggiungono ai quattro londinesi. C’è il barbuto Storm Thorgerson, mente e mano dietro alle celeberrime illustrazioni floydiane (suo l’iconico prisma di Dark Side of the Moon); c’è pure il tecnico del suono e manager della band, Peter Watts, padre di cotanta Naomi, che giostra in regia e che vedrà di lì a pochi anni interrompere la sua carriera in un appartamento vuoto di Notting Hill a causa di una devastante dipendenza da eroina.

Nella formazione spiccano anche l’ala sinistra Arthur Max, tecnico delle luci e degli elaboratissimi effetti live floydiani e Chris Adamson, il road manager del gruppo: il terzino sinistro che calza le sneakers da tennis. Ovvero una delle voci più ascoltate e riprodotte di sempre: è quel parlato che apre The Dark Side of the Moon nella magistrale e sfuggente Speak to Me, e la risata allucinata e folle che chiude il disco nel delirio di Brain Damage.Insomma, questa squadra dall’allure di una congrega a metà fra contestazione studentesca e hyppie dal presente lisergico testimonia di una passione diretta e sfrenata per il calcio. Anche se ti chiami Pink Floyd e hai appena pubblicato una pietra miliare della musica. Ha a che fare con la parte ludica, quella de “la storia del calcio ricomincia ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada”, per dirla con le parole di Borges. Una dimensione che abita qui: fra bassi distorti, pianole stratificate, maiali e palloni in volo.

Un legame strettissimo che accomuna tutti i componenti e la loro troupe: Waters è un appassionato tifoso dei Gunners, così come Mason e Gilmour. Un senso di appartenza che si portano dietro dall’infanzia, spesa in buona parte nella zona settentrionale della circle londinese vicino ad uno stadio dall’enorme fascino che di nome fa Highbury. Non bastasse l’avventura amatoriale e scanzonata che porta la band londinese a calcare ogni prato d’Inghilterra appena una pausa lo permette – con freddo e vento, pioggia e sprazzi di sole -, altro indizio rivelatore della passione calcistica floydiana si trova nell’album Meddle. In questo disco di passaggio, divenuto celebre in Italia soprattutto per la linea di basso ipnotica di One of These Days (Dribbling ti dirà qualcosa), c’è una traccia che più di tutte sintetizza lo stretto rapporto fra Pink Floyd e calcio.

È Fearless: sei minuti progressive-folk di chitarre leggere e voce distaccata, fino agli ultimi 30 secondi. In una bizzarra sovrapposizione tra chitarra, batteria e un coro da stadio progressivamente subentra la Kop, la curva del Liverpool, che canta all’unisono l’inno You’ll Never Walk Alone. Fino ad una chiusura dove è possibile distinguere un coro di risposta dei tifosi dell’Everton, con tanto di conseguente bordata di fischi. Registrazione effettuata durante un derby di Liverpool di fine anni sessanta e riportata, con una trovata del tutto inusuale, nel cuore del disco. A testimonianza del connubio floydiano tra calcio, orgoglio popolare e musica.Perché nessuno può competere con la forza del tifo e della passione. Neanche i Pink Floyd. Beh, stavolta concedeteci almeno un forse.

“It’s called ‘’The Kop Choir’’. And they just never stop singing throughout the whole match, in fact, it’s much more incredible than it does on that record. Because you just wouldn’t believe how loud it is from the start. I mean, we couldn’t compete with a hundred-thousand voice choir. It’s just incredible.” (Richard Wright).

Canzone della Curva Nord Te Lecce simu simu

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curva nord leccer salento 12 ultras ultra lecce curva nord la mamma mi diceva musica popolare Gli ultras salentini e la canzone della curva Nord Te Lecce simu simu, un coro a rispondere cadenzato al quale partecipa tutto lo Stadio Via del Mare.

La Gente vuol sapere
la gente vuol sapere
chi noi siamo
e noi glielo diciamo
chi noi siamo

inizia così la canzone dei leccesi, non si tratta certamente di un coro da stadio nuovo, viene utilizzato da molte tifoserie da anni ed anni, ma questa è la versione del Salento che finisce diversamente, godiamocela:
te lecce, te lecce, te lecce,
te lecce simu simu lalala,
addhunca sciamu sciamu lalalalal,
lu core nui bu tamu lalalal,
lu culu bu scasciamu lalalalal

Sapresti dirmi da quale canzone viene questo coro degli ultrà leccesi?
Da un brano di musica popolare intitolato La mamma mi diceva. Non sappiamo chi sia l’autore, ne’sappiamo portare ad esempio uno dei tanti dischi in cui la canzone è stata incisa, ma abbiamo le parole e riportiamo un video di un coro:

La mia mamma mi diceva
non prendere dei biondi
che son tutti vagabondi,
che son tutti vagabond.
La mia mamma mi diceva
non prendere dei biondi
che son tutti vagabondi,
e l’amor non sanno far.
Viva l’amore l’amore l’amor
che vien, che va
Viva l’amore l’amore l’amor
che vien, che va
Viva l’amore l’amore l’amor
che vien, che va
Viva l’amor, viva l’amor
e chi lo sa far!
La mia mamma mi diceva
non prendere dei mori
che son tutti traditori,
che son tutti traditori
La mia mamma mi diceva
non prendere dei mori
che son tutti traditori
e l’amor non sanno far
Viva l’amore…
La mia mamma mi diceva
non prendere i castani
che son tutti barbagiani,
che son tutti barbagiani
La mamma mi diceva
non prendere i castani
che son tutti barbagiani
e l’amor non sanno far
Viva l’amore . . . .
La mia mamma mi diceva
non prendere dei rossi
che son tutti saltafossi,
che son tutti saltafossi
La mia mamma mi diceva
non prendere dei rossi
che son tutti saltafossi
e l’amor non sanno far
Viva l’amore…
Il lettore che è arrivato fin qui può godersi il video del coro ultras cantato dai bambini del Sudan:

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